Anche Bridget Jones merita tenerezza (e un toy boy): Un amore di ragazzo è il trionfo di una 50enne con la testa a posto

Il quarto film del franchise di Bridget Jones riserva alla sua protagonista tenerezza e comprensione: il film c’è, ma rimane l’amarezza di vedere Bridget mettere la testa a posto.

Anche Bridget Jones merita tenerezza (e un toy boy) Un amore di ragazzo è il trionfo di una 50enne con la testa a posto

Bridget Jones ha messo la testa a posto. Finalmente dirà qualcuno, dopo tre film e vent’anni d’intemperanze, colpi di testa e scelte tragicomiche, un continuo tira e molla in un triangolo eterno e la cronica incapacità di aderire a ciò che età anagrafica e la pressione sociale richiede a una donna, silenziandone desideri e sregolatezze. Gli unici difetti che Bridget ancora si consente, a 50 anni, sono essere una tragedia vivente ai fornelli e una donna di casa circondata da una perenne baraonda.

Peccato, dico io. Perché a inizio duemila, quando prima il romanzo best seller di Helen Fielding e poi il blockbuster inglese con protagonista Renée Zellweger ottennero un successo strepitoso, fu un bel colpo al cardine di un certo modo d’immaginare le protagoniste delle commedie romantiche. Per quanto chiassosa, imbarazzante ed eccessiva, Il diario di Bridget Jones (2001) tifava spudoratamente per la sua eroina, che altrove sarebbe stata una macchietta imbarazzante per far risaltare ancora di più le qualità di una protagonista più aggraziata, più appropriata, più magra.

Anche Bridget Jones merita tenerezza (e un toy boy): Un amore di ragazzo è il trionfo di una 50enne con la testa a posto

La vita di Bridget è sempre stata un caos, in positivo e in negativo. Soprattutto, rappresentava la vita di una donna che non riusciva e nemmeno voleva aderire alle tappe prefissate sulla tabella di marcia della società e dell’orologio biologico, intessendo rapporti e diventando madre con i suoi tempi, a modo suo. Bridget Jones - Un amore di ragazzo segna invece la definitiva adesione di Bridget a quei canoni e per questo la loda e la esalta. Il film che compie questa restaurazione, tutto considerato, è anche riuscito, ma per chi ha tifato per quella Bridget, lascia dietro di sé molta malinconia.

Bridget Jones nell'era dei toy boy

Il punto di partenza è tragico e non poteva essere altrimenti: ci voleva un evento sobering, come dicono i britannici, che portasse una relativa sobrietà alcolica e sociale nella vita di Bridget. L’evento destabilizzante è morte eroica di Mark Darcy (Colin Firth), che lascia la sua dolce metà con due figli da crescere e, per l’ennesima volta, i cocci da rimettere insieme. Un amore di ragazzo ci risparmia il momento peggiore, il lutto fresco e devastante, presentandoci una Bridget che, un anno dopo, è ancora incasinata e triste, ma che riesce a tenere insieme i pezzi della sua vita.

Ha dovuto rinunciare a molto: si è allontana dal lavoro, dalla vita sociale, dalle avventure amorose. Soffre un po’ il confronto con le mamme degli altri bambini a scuola, sempre in ordine e sempre perfette, ma non così tanto da rinunciare al pigiama e al mollettone per tenere su i capelli.

Il film le viene incontro presentandole due cavalieri che non la giudicano e che anzi, ne intravedono da subito le qualità che lei stessa sembra aver scordato. Uno è il toy boy del titolo, Roxster (Leo Woodall), un guardiaparco che è realistico quanto le luci di scena sul set. Dolce, premuroso, gentile, affettuoso con i bambini e ovviamente portentoso tra le lenzuola, è dall’inizio alla fine un artificio narrativo per portare Bridget dove la ragionevolezza la vorrebbe. Intuiamo che non è l’uomo giusto per lei anche quando fa tutto nel migliore dei modi, perché semplicemente le cose non vanno così nella realtà. Nella realtà idealizzata dei film, la scintillante versione di quello status sociale che sotto sotto spesso rinforzano.

Anche Bridget Jones merita tenerezza (e un toy boy): Un amore di ragazzo è il trionfo di una 50enne con la testa a posto

La Bridget del 2001 avrebbe potuto costruire una famiglia con un ragazzo molto più giovane e molto innamorato di lei, aiutandolo a crescere emotivamente e trovando in lui un supporto per amare di più sé stessa? Assolutamente sì. Anche la Bridget del 2025 potrebbe farlo, in un momento cinematografico in cui tutte, da Nicole Kidman a Anne Hathaway, provano il brivido del ragazzo più giovane.

Solo che non è solo Bridget ad essere invecchiata, a cercare rassicurazioni e sicurezze. È il mondo interno a lei ad essersi fatto più rigido, più bacchettone, più conservatore, a partire (soprattutto) dalle giovani generazioni. Così ecco arrivare la seconda scelta, meno sexy e meno tenera, ma più solida, rassicurante e - parola terribile da spendere per questo franchise - appropriata. Chiwetel Ejiofor interpreta il signor Wallaker, un rigidissimo insegnante di scienze che ha modo di apprezzare Bridget quando si presenta in pigiama all’ingresso di scuola con i suoi figli. Anche lui, come Roxster, ha quest'innamoramento un po' inspiegabile per la nostra eroina, ma siccome è consono e appropriato, il film non indaga troppo a riguardo.

Bridget Jones 4 è la restaurazione di Bridget come donna con la testa a posto

Nemmeno il pigiama sopravvive all’ingresso di Bridget Jones all’età delle convenzioni. Il simbolo del suo dolore e del suo perdersi (non del suo sfidare le convenzioni, decidendo di essere una mamma più rilassata) viene presto archiviato quando Bridget torna a lavoro, si rimette in carreggiata. Ci sono sempre gli amici, meravigliosi, che la supportano. C’è un Hugh Grant nei panni dell’impenitente Daniel Cleaver che qualche pentimento lo deve affrontare, ma rimane l’ultimo baluardo dell’irriverenza, del rimanere fedeli a sé stessi, ben sapendo quanto costa agli occhi del mondo scegliere di non mettere la testa a posto. Almeno in questo senso il film non lo punisce troppo, gli consente la dignità delle sue scelte.

Anche Bridget Jones merita tenerezza (e un toy boy): Un amore di ragazzo è il trionfo di una 50enne con la testa a posto

Non lo stesso si può dire di Roxster, costretto a un’uscita di scena senza senso, condannato al primo errore perché Bridget, che ha trovato la felicità grazie a quanti sono sempre riusciti a vedere oltre i suoi disastri, è entrata nell’età della ragionevolezza. Forse, considerando quanto il mondo si accanisce sulle vite dei suoi coetanei (che talvolta affrontano versioni ben più traumatiche del dramma che lei vive nel film), questo film consolatorio ha senso di essere così come e sicuramente troverà il suo pubblico.

Bridget Jones - un amore di ragazzo è una pellicola molto indulgente verso la sua protagonista - e non lo era mai stata - con trame poco sviluppate (quella delle mamme e della babysitter perfetta, quella della conduttrice per cui Bridget lavora e ovviamente quella del suo toy boy) e più basata su momenti celebrativi che su vere svolte di trama. Il passaggio peggiore è forse quello in cui Roxster viene utilizzato per rendere Bridget desiderabile e invidiata agli occhi dei partecipanti a una festa di compleanno. Quasi fosse più importante questo riconoscimento che il sentimento che (in teoria) sta dietro questa scena.

Bridget Jones - Un amore di ragazzo

Rating: Tutti

Durata: 125'

Nazione: Regno Unito, Stati Uniti d'America

6.5

Voto

Redazione

TISCALItestatapng

Bridget Jones - Un amore di ragazzo

Siamo contenti per questa Bridget che ha messo la testa a posto, non le rinfacceremo il passato, ma che finale dolce amaro constatare come ancora un volta il punto di arrivo, per quanto ritardato, per quanto mediato sia sempre quello: che l’eroina della storia è tale quando a un certo punto, non importa quante deviazioni abbia preso, torna nel seminato. E per questo viene celebrata.

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