Cannes 2024, scatta il Toto Palma: potrebbe vincere una donna, di nuovo

Tra poche ore sapremo chi vincerà la Palma d’Oro, il premio più prestigioso del Festival di Cannes. Il toto Palma già impazza, con alcuni palesi favoriti.

Cannes 2024 scatta il Toto Palma potrebbe vincere una donna di nuovo

Un’altra edizione del Festival di Cannes volge al termine. Stasera, intorno alle 20:00, verrà assegnata la Palma d’Oro dell’edizione 2024. Come da tradizione dunque la stampa si misura nella mattinata del sabato di chiusura in uno sport antico: il Toto Palma. A metà tra indovini e allibratori, proviamo a indovinare chi vedremo stasera sul tappeto rosso tornare da vincitore e quale dei premi in palio vincerà.

Un concorso di livello medio basso, in cui i grandi nomi spesso hanno deluso, e una giuria capitanata da un’outsider del circuito festivaliero come Greta Gerwig rendono il Toto Palma d’Oro di quest’anno complesso. Potrebbe essere una di quelle annate in cui niente va come da pronostico e desiderata della stampa: spesso infatti le giurie hanno percezioni completamente diverse rispetto alla critica, lasciando spiazzando con le proprie decisioni, opposte rispetto ai favoriti della vigilia.

Per avere un’idea dei titoli più meritevoli dell’edizione, potete anche dare un’occhiata all’approfondimento con i film migliori e i peggiori visti a Cannes.

I favoriti alla corsa alla Palma d’oro: potrebbe spuntarla una regista

Un vero e proprio front runner da battere quest’anno non c’è, perché è mancato il film capolavoro in concorso. Bisogna quindi bisogna tentare di capire a cosa darà precedenza la giuria in termini di qualitativi.

Essendo presidente di giuria Greta Gerwig, la regista statunitense di Barbie di chiara impronta femminista, è facile immaginare come i progetti che presentano un punto di vista femminile o sono diretti da donne saranno più attenzionati del solito. Va anche detto che, in effetti, alcuni dei colpi migliori di questo Festival li hanno segnati proprio le registe in concorso.

I titoli su cui puntare i riflettori sono tre: All We Imagine as Light è l’opera seconda della regista indiana Payal Kapadiya. Un film quieto ma potente, narrato da prospettive femminili e quotidiane, che cresce sempre più e ha convinto la critica. Sarebbe una Palma d’oro storica per l’India e un premio importante per una regista al suo secondo lavoro.

Esattamente lo stesso scenario si ripeterebbe con la vittoria della francese Coralie Fargeat, regista del horror The Substance. Certo servirebbe una dose di coraggio in più per premiare un film tanto estremo e amante dell’eccesso, con fiotti di sangue e scene grottesche a profusione. La presenza di un cast hollywoodiano e di una Demi Moore in grande spolvero potrebbe aiutare il film a incontrare il favore di una giuria che bazzica molto Hollywood e dintorni.

Attenzione però anche a uno dei primi film a essere presentati in concorso: Bird di Andrea Arnold. Anche questa pellicola inglese vanta una certa vicinanza a Hollywood (soprattutto per la presenza dell’attore Barry Kheoghan) e con il suo coming of age femminile, delicato e speranzoso anche in un contesto sociale difficile, potrebbe conquistare il cuore della regista di Lady Bird.

Chi ci sarà nel Palmares di Cannes 2024

Difficile immaginare fuori dal Palmares due titoli fortissimi, diretti da registi di grande autorialità e incentrati sul tema della libertà delle donne: l’iraniano The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof ed Emilia Pérez di Jacques Audiard. Entrambi puntano alto e, alle giuste condizioni, potrebbero portarsi a casa anche la Palma.

Il primo è un thriller molto riuscito ambientato durante le proteste iraniane per l’uccisione di Mahsa Amini. Sarebbe un favorito già solo per la sua qualità, ma il fatto che il regista arrivi in Croisette da fuggitivo, avendo scampato l’arresto e la prigione proprio a causa della lavorazione clandestina di questo film, non potrà che aiutare la sua causa.

Jacques Audiard ha già una Palma a casa, vinta nel 2015 per il dramma sull’immigrazione Deephan. Il suo Emilia Pérez ha davvero tutto per conquistare la giuria: è uno dei titoli migliori del concorso, è un musical (genere molto amato da Gerwig), è un inno alla libertà femminile e queer, affronta la tematica politica dei desaparecidos e ha un cast a metà tra Hollywood e sud America: ci sono Zoe Saldana e Selena Gomez tra le protagoniste del film.

L’ostacolo potrebbe essere dato dal regolamento: ricordiamo che il film che vince la Palma non può aggiudicarsi altri premi (come ad esempio quello che per le performance attoriali). A volte quindi basta fare un gioco d’esclusione per capire come finirà, ma non è questo il caso.

Se la giuria volesse premiare l’attrice trans Karla Sofía Gascón allora Audiard sarebbe fuori dai giochi. Lo stesso dicasi per The Substance, se Demi Moore venisse premiata per il suo applauditissimo ritorno.

Sul fronte maschile invece è probabile che il premio attoriale vada a film che non puntano alla Palma, come per esempio a Sebastian Stan o Jeremy Strong per The Apprentice o Richard Gere per Oh, Canada! di Paul Schrader. O ancora Ben Wishaw per l’intesa performance del dissidente russo diventato esponente di estrema destra in Limonov.

Sarebbe davvero un peccato se rimasse a mani vuote il bellissimo Anora di Sean Baker, che con un’altra giuria avrebbe potuto puntare più in alto. Lo stesso discorso si potrebbe fare per Grand Tour del portoghese Miguel Gomes: troppo autoriale ed europeo per questa giuria?

Lo scopriremo tra qualche ora, con una quasi certezza: Paolo Sorrentino non ci sarà. Il suo Parthenope, non amato dalla critica, non sembra avere le carte giuste per solleticare la giuria di questa Cannes. Certo, mai dire mai…

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