Capri-Revolution

Mario Martone con Capri-Revolution chiude il trittico iniziato con Noi Credevamo (2010) e proseguito con Il Giovane Favoloso (2014). Il film si ispira alla vita e al pensiero del pittore e utopista tedesco Karl Diefenbach, che si trasferì a Capri nel 1900 dopo che la comune da lui fondata in Austria andò in bancarotta.

Siamo nel 1914, vigilia della Prima Guerra Mondiale, anno in cui nell’isola campana arriva la corrente elettrica, esuli russi pianificano la rivoluzione russa, anno in cui si inizia a partire per la guerra. È lì che Seybu (personaggio ispirato alla figura di Diefenbach e interpretato da Reinout Scholten Van Aschat) fonda la sua comune abitata da artisti e ragazzi nord-europei colti e di buona famiglia. Sperimenta la danza moderna, lo spiritualismo, il nudismo, la fitoterapia e il vegeteniarismo come modi per liberarsi dai vincoli della società borghese e trovare la sua pace interiore.

La capraia Lucia (Marianna Fontana), incuriosita dal gruppo, inizialmente lo spia a distanza, per poi avvicinarsi pian piano, affascinata dagli strani rituali e dal carisma del pittore. L'interesse verso la comune da parte di Lucia è avversato dalla famiglia, soprattutto dai fratelli maggiori che la vogliono dare sposa a un ricco facoltoso.

Il film narra dunque la trasgressione di Lucia, che si innamora di un idea di ribellione e libertà: affamata di conoscenza, impara infatti l’italiano, l’inglese e inizia e leggere. E in ogni caso vuole rimanere fuori dalle dinamiche di una società ottusa e maschilista e dalle prospettive di lavoro offerte dal nuovo medico socialista arrivato a Capri, Carlo (interpretato da Antonio Folletto). E tra lui è Seybu che si svolge uno dei dialoghi fra i più avvincenti del film. “La Rivoluzione siamo noi”, chiosa al termine della discussione l’ispiratore della comune, chiaro riferimento a Joseph Beuys, altro artista tedesco a suo modo spirito guida di Capri-Revolution, il cui titolo si rifa a una sua opera/performance, Capri-Batterie, un circuito in cui una lampadina viene alimentata dall’energia di un limone.

Ricco di riferimenti visivi e letterari, Capri-revolution rischia talvolta di appiattirsi nella narrazione e di ‘cadere’ nella bidimensionalità tipica della fiction televisiva. La pellicola di Martone, che porta in scena una storia dove i destini dei tre protagonisti si incontrano e si intrecciano e alla fine si separano, ha tuttavia il pregio di restituirci la bellezza di una Capri che quasi non conosciamo più, ricca di paesaggi e flora quasi da Creato.

La fotografia di Michele D’Attanasio, quasi ‘estetica’, e le musiche di Sasha Ring e

Philiph Thimm aiutano il regista in questa visione fatta di spiritualità, bellezza, e conflitti.

Avere tutte queste certezze la riposa o la stanca?