Cattivissimo me 4: nuovi personaggi, tanti minions ma niente di nuovo da dire: la recensione

Gru e i Minions sono protagonisti di un film malato di iperattività narrativa, che straborda di trame e personaggi ma fatica moltissimo a dire qualcosa di nuovo e coerente.

di Elisa Giudici

L’abbiamo appurato anche alla cerimonia d’apertura alle Olimpiadi di Parigi 2024, in cui i Minions hanno fatto una breve apparizione: il franchise ddi Cattivissimo me è una potenza commerciale, che con 4 film e due spin off ha fruttato al suo studio d’animazione Illumination Entertainment oltre 4 miliardi di dollari al botteghino, senza contare gli incassi fenomenali del merchandise giallo minion. Non è più tempo d’interrogarsi sul perché di questo strepitoso successo, che va accettato come tale. Cattivissimo Me funziona, per i bambini e per i più grandicelli. I Minions funzionano, polarizzanti come sono: fanno sbellicare dalle risate i loro estimatori tanto quanto fanno saltare i nervi ai loro detrattori.

Giunto al quarto capitolo della sua saga, diretto da Chris Renaud e Patrick Delage, l’universo dell’ex cattivissimo Gru sembra aver esaurito non le cose da dire in toto, ma quantomeno quelle interessanti attorno a cui costruire una pellicola coerente e coesa. Cattivissimo Me 4 è scritto da Mike White e Ken Daurio, che infilano a forza nei suoi 95 minuti di durata una marea di materiale narrativo di qualità mista, talvolta dubbia. Il film straborda di nuovi personaggi, svolte narrative e occhiolini, citazioni o ruberie (in base alla vostra interpretazione) da altre celebri saghe, alla disperata ricerca di una trama che valga la pena raccontare.

Dentro alle sue tante linee narrative c’è del buono, o quantomeno del discreto, ma chi è al comando di questa operazione non riesce a dargli priorità, lasciando che buone e cattive idee si cannibalizzino a vicenda.

Cattivissimo me cerca ci fare uscire Gru dalla sua “pensione narrativa”

Il problema principale di Cattivissimo Me 4 è che il suo protagonista Gru è ormai in pensione narrativa. Sono lontanissimi i tempi in cui era un cattivo ambizioso e frustrato che puntava a rubare la luna. Nel trasformarlo da semi-cattivo a indubbiamente buono, nel dargli un ruolo di marito e padre, gli sceneggiatori non hanno saputo trattenere quel suo tratto abrasivo e tagliente che l'ha reso un personaggio unico, per certi versi iconico.

In più ora la sua vita è completamente incentrata su questioni famigliari che poco si sposano con un franchise che vorrebbe essere, da sempre, una sorta di James Bond visto e raccontato dalla parte degli arci-nemici. La famiglia di Gru è sempre più una brutta copia della pixariana degli Incrediibili, a cui si aggiunge in questo capitolo un bebè che sembra avere in odio proprio Gru, che di questo soffre moltissimo. Per porre rimedio alla situazione, il film manda la famigliola sotto copertura in un rifugio della lega degli anti-cattivi, inventandosi una minaccia che poi si rivela tutto sommato innocua.

Qui Gru e soci diventano vicini di casa dei Prescott, una famiglia agiata e insopportabilmente snob. La figlia dei vicini, Poppy, è l’aggiunta migliore del film. Viziata e geniale, asso al Dance Dance Revolution e proprietaria di un gatto sovrappeso, Poppy costringe Gru ad aiutarla a mettere a punto un colpo da ambiziosa super cattiva molto ambizioso all’accademia dove lui ha studiato da giovane. È un ritorno alle origini che dà grande respiro al film. Gru continua ad avere il suo ruolo di surrogato paterno anche per Poppy, ma può finalmente dedicarsi ai suoi talenti da ex cattivissimo, divertendo il pubblico con una parentesi da heist movie. Poppy poi, un po’ ragazzina terribile un po’ talentuosa criminale, è davvero un personaggio riuscito.

Cattivissimo me 4 cerca di raccontare troppe storie, che si cannibalizzano a vicenda

Sarebbe bastata questa trama bel sviluppata per portare a casa il film, invece ci sono almeno altre due linee narrative che la cannibalizzano. Una vede protagonista un ex compagno di accademia di Gru diventato cattivo di successo con al fianco la ragazza più invidiata dell’accademia. In questo cattivo sembra esserci del potenziale, ma per introdurlo si buttano lì una quantità tale di nuovi personaggi e situazioni poi abbandonate o abortite da dare la netta impressione di un confusione stordente. Un esempio: in originale la doppiatrice della sua fidanzata, la magrissima e tiratissima Valentina, è Sofia Vergara. In teoria parliamo di uno dei nuovi personaggi “importanti” di Cattivissimo Me 4, eppure Valentina non dice più di 10 battute nel film. Lo stesso si può dire dei genitori di Poppy, della direttrice dell’accademia per cattivi e via dicendo.

Non pago di questa sovrabbondanza di personaggi e situazioni che fatica a tenere insieme, il film ripesca anche dal suo passato narrativo, con una scena (questa sì riuscita) ambientata in una prigione che diventa un po' il momento citazionista da film del Marvel Cinematic Universe. Cattivissimo Me azzecca insomma il finale, ma butta via tantissimo nel corso della narrazione e dà spesso l'impressione di "prendere spunto" a destra e a manca da altri successi, trascurando i propri elementi di originalità.


La linea narrativa più inutile però è quella che vede protagonisti di Minions, che in questo film, semplicemente, non hanno nulla da fare e motivo di esistere. Illumination però non può permettersi un film di Cattivissimo Me senza una tonnellata di gag ridanciane più o meno riuscite sugli esseri gialli. Anzi, come gli spin-off ci hanno dimostrato, può permettersi il contrario: i Minions senza Gru, ma non viceversa. Ecco quindi che, con una scusa pretestuosa, vengono creati i Megaminions, un po’ Fantastici 4 un po’ X-Men. Il loro apporto alla trama del film è superfluo e disastroso quanto il loro tentativo di combattere il crimine, ma chi farà volare gli incassi di questo quarto capitolo vuole i Minions, non importa quanto siano sciocche, stantie o riciclate le gag che propongono.

Se c’è una cosa che Illumination sa fare, è dare al suo pubblico esattamente ciò che vuole, come prova questo film che, per andare sul sicuro, è ricolmo di tutto e di più. Se non hai una grande storia per le mani, se non sai dare priorità alle buone idee sulle cattive, metti dentro di tutto e lascia che siano gli spettatori a tirar fuori ciò di cui hanno bisogno.