Difret - Il Coraggio per Cambiare

di Roberto Vicario
L'emancipazione della donna é un argomento che il cinema, in maniera sempre più dirompente, ha iniziato a trattare raccontando storie come Mi piace Lavorare - Mobbing di Francesca Comencini, We Want Sex (Equality) di Nigel Cole, o l'ancora più famoso Erin Brockovich di Steven Soderbergh in grado di regalare l'oscar ad una super convincente Julia Roberts.

Difret - Il Coraggio di Cambiare, pone però l'attenzione su argomento, se vogliamo, ancora più drammatico se paragonato all'emancipazione per cui lotta la donna occidentale, ed é quello del totale annullamento di qualsiasi diritto umano, legato a riti obsoleti e ancestrali che molti villaggi e paesi dell'Africa (ma non solo!) utilizzano tutt'oggi.



Il coraggio di voler cambiare



Per poter raccontare con occhio lucido e forte senso critico la condizione della donna, il regista Zeresenay Berhane Mehari - residente negli Stati Uniti, ma nato in Etiopia - ci porta a vivere con gli occhi della telecamera una vicenda realmente accaduta nel suo paese di origine.

1996, siamo in uno dei villaggi che si contrappongo alla voglia di modernità della capitale etiope Addis Abeba, qui vive Hirut (Tizita Hagere) un ragazza di quattordici anni che tornando da scuola viene rapita e stuprata da un gruppo di uomini. Un atto di bestialità che nasconde in realtà un rituale ancestrale chiamato telafa. Questa pratica prevede il rapimento della donna che si vuole sposare. Pratica tutt'oggi ancora in uso.
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Fortunatamente la ragazza riesce a fuggire dal luogo in cui viene tenuta prigioniera, ma durante la fuga spara a Tadele, l'uomo che ha organizzato il rapimento e che voleva sposare la ragazza. Visto il gesto scellerato, Hirut ha paura della pena di morte, ma in suo aiuto arriva Meaza Ashenafi (Meron Getnet), un'avvocatessa da sempre in lotta per l'emancipazione della donna e contro i soprusi perpetrati dagli uomini, grazie alla sua associazione Andenet. Sarà lei a aiutare la piccola Hirut.

Il titolo del film nasconde una doppia chiave di lettura. Difret, in etiope, vuol dire coraggio, voglia di osare, ma allo stesso tempo é usata anche nella pratica di rapimento sopra raccontata. Questo é l'esempio più semplice che possiamo farvi sui contrasti di cui vive il film.

Per raccontare una condizione assolutamente arcaica e fuori da ogni logica, Mehari ha deciso di farlo attraverso i contrasti, e così, per tutta la durata della pellicola, vivremo prospettive diverse, in grado di raccontarci come la strada per la libertà sia ancora lunga e tortuosa.

Il passaggio di Hirut dalla vita rurale alla città di Addis Abeba, i contrasti culturali tra l'emancipata avvocatessa e l'accusa impersonata da un uomo legato sin da bambino agli indottrinamenti culturali, sino ad arrivare alla netta diversità di un moderno tribunale, contrapposto al consiglio degli anziani del piccolo villaggio.



Il film si nutre di questi contrasti raccontando una storia asciutta e diretta, evitando di scadere nel drammatico, ma limitandosi semplicemente a raccontare quella che é la mentalità ancora oggi radicata in molte menti dei paesi africani. Mehari in questo é molto bravo, grazie anche un cast che riesce perfettamente a far trasparire il bigottismo e l'arretratezza culturale di cui ancora oggi la figura femminile é vittima.

Difret - Il Coraggio di Cambiare- é un film che, siamo certi, risulterà scomodo per molti, soprattutto nel paese di origine e in altri paesi che utilizzano pratiche simili. Una pellicola pensata tanti anni fa, che ha vissuto diversi problemi di produzione, fin quasi alla cancellazione definitiva. A risollevare le sorti di questo progetto ci ha pensato Angelina Jolie, sempre più attiva in campo sociale, che affascinata dalla storia e dal soggetto ha deciso di figurare come co-produttrice.

Scelta azzecca non solo per la valenza della pellicola - capace anche di vincere il Sundance Festival - ma soprattutto perché dalla possibile cancellazione si é passati ad un attenzione mediatica, che non può che giovare alla produzione.

D'altronde, come dice il titolo del film, non bisogna mai smettere di lottare, ma lottare con coraggio per difendere i proprio diritti, ma più di ogni altra cosa i propri sogni.