Doctor Strange
di
Roberto Vicario
Guardiani della Galassia, Ant-Man e ora questo Doctor Strange. Una cosa ormai l'abbiamo capita: all'interno dell'universo Marvel c'é molto più coraggio e voglia di osare con i personaggi secondari.
Il nuovo film di Scott Derrickson é infatti il perfetto esempio di un prodotto in linea con quello che é oggi l'universo cinematografico Marvel, ma che allo stesso tempo prova ad offrire qualcosa di più estremo e particolare.
Doctor Strange rimane nei canoni proprio perché é a tutti gli effetti una origin story fatta e finita. Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) é un formidabile neurochirurgo che, a seguito di un incidente stradale, perde la possibilità di operare per dei danni irreparabili alle mani. In preda allo sconforto, e assolutamente non in grado di gestire un ego spropositato ed estremamente arrogante, decide di affidarsi alle arti mistiche, seguendo gli insegnamenti dell'Antico (Tilda Swinton). Qui scoprirà che il mondo non é solo quello che ha imparato a conoscere con i suoi occhi, ma é composto da un multiverso infinito, e allo stesso tempo molto pericoloso.
Un film non facile quello di Strange, per diversi motivi. La bravura di Derrickson é stata quella di utilizzare gli effetti speciali in maniera perfetta, nonché tra i migliori visti in questi ultimi anni. C'é un po di tutto all'interno di questo film, da Matrix ad Inception, passando addirittura per le opere di Esher. Tutto é velocissimo, intricato, gestito su più di una dimensione contemporaneamente. In tutto questo però, c'é una lucidità invidiabile. Non si perde mai il focus dell'azione, i dialoghi sono presenti e anche nei momenti più drammatici, c'é sempre quel pizzico di “comicità marveliana” che stempera, senza però dare mai fastidio. Le scene d'azione godono di buone coreografie e per una volta - caso piuttosto raro - abbiamo un villain davvero all'altezza della situazione, anzi facciamo due. Oltre a Dormammu, ben figura anche il suo araldo Kaecilius, interpretato dal bravo Mads Mikkelsen.
A colpire é però quel mostro (in senso buono, ovviamente!) di Benedict Cumberbatch. Un po come per il Tony Stark di Robert Downey Junior, la sensazione é che questo sia il suo personaggio, e nessun altro avrebbe potuto interpretarlo meglio di lui. Il suo Dottore ruba la scena e, anche a fronte di dialoghi che nella fase iniziale non brillano certo per originalità, regge palesemente sulle sue larghe spalle tutta la struttura filmica della pellicola.
Bravi tutti comunque, nessuno fuori ruolo e poco credibile, persino una pelata Tilda Swinton nei panni dell'Antico di origini celtiche. A spiccare, oltre al magnetismo di Cumberbatch, é anche la chimica che si instaura tra lui e Wong (Benedict Wong); un'alchimia incredibile e che speriamo venga ampliata e sviluppata in un probabile secondo capitolo della saga.
A fronte quindi di una origin story che non si discosta per modalità e ritmi da quanto già in passato ci ha offerto l'UCM, troviamo un film con un buon ritmo, un valido cattivo e una serie di scelte ardite, ma vincenti in fatto di effetti speciali. Da non dimenticare poi la colonna sonora del sempre bravo Michael Giacchino che accompagna in maniera delicata, senza mai sovrastare, le azioni principali.
Doctor Strange é un vero e proprio trip. Una dose di LSD probabilmente sortirebbe meno allucinazioni e viaggi mentali, di quanto ci offre il film in circa un'ora e quaranta di spettacolo. Cento minuti di puro intrattenimento, di quello fatto bene e che viene ricordato per diversi giorni una volta usciti dalla sala.
Non solo possiamo affermare che l'UCM va ormai con il pilota automatico, ma Feige e soci hanno trovato una quadratura del cerchio nell'introduzione di nuovi personaggi, magari meno conosciuti al grande pubblico, che ora godono di piena visibilità. I Guardiani della Galassia, Ant-Man, Pantera Nera e ora il Doctor Strange, sono qui a dimostrarvelo. La certezza é che da qui in avanti ci sarà probabilmente solo da divertisi…anche in virtù delle due scene post credit che vi troverete a visionare una volta esaurito la proiezione. Non andate via!
Il nuovo film di Scott Derrickson é infatti il perfetto esempio di un prodotto in linea con quello che é oggi l'universo cinematografico Marvel, ma che allo stesso tempo prova ad offrire qualcosa di più estremo e particolare.
La genesi dello stregone supremo
Doctor Strange rimane nei canoni proprio perché é a tutti gli effetti una origin story fatta e finita. Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) é un formidabile neurochirurgo che, a seguito di un incidente stradale, perde la possibilità di operare per dei danni irreparabili alle mani. In preda allo sconforto, e assolutamente non in grado di gestire un ego spropositato ed estremamente arrogante, decide di affidarsi alle arti mistiche, seguendo gli insegnamenti dell'Antico (Tilda Swinton). Qui scoprirà che il mondo non é solo quello che ha imparato a conoscere con i suoi occhi, ma é composto da un multiverso infinito, e allo stesso tempo molto pericoloso.
Un film non facile quello di Strange, per diversi motivi. La bravura di Derrickson é stata quella di utilizzare gli effetti speciali in maniera perfetta, nonché tra i migliori visti in questi ultimi anni. C'é un po di tutto all'interno di questo film, da Matrix ad Inception, passando addirittura per le opere di Esher. Tutto é velocissimo, intricato, gestito su più di una dimensione contemporaneamente. In tutto questo però, c'é una lucidità invidiabile. Non si perde mai il focus dell'azione, i dialoghi sono presenti e anche nei momenti più drammatici, c'é sempre quel pizzico di “comicità marveliana” che stempera, senza però dare mai fastidio. Le scene d'azione godono di buone coreografie e per una volta - caso piuttosto raro - abbiamo un villain davvero all'altezza della situazione, anzi facciamo due. Oltre a Dormammu, ben figura anche il suo araldo Kaecilius, interpretato dal bravo Mads Mikkelsen.
A colpire é però quel mostro (in senso buono, ovviamente!) di Benedict Cumberbatch. Un po come per il Tony Stark di Robert Downey Junior, la sensazione é che questo sia il suo personaggio, e nessun altro avrebbe potuto interpretarlo meglio di lui. Il suo Dottore ruba la scena e, anche a fronte di dialoghi che nella fase iniziale non brillano certo per originalità, regge palesemente sulle sue larghe spalle tutta la struttura filmica della pellicola.
Bravi tutti comunque, nessuno fuori ruolo e poco credibile, persino una pelata Tilda Swinton nei panni dell'Antico di origini celtiche. A spiccare, oltre al magnetismo di Cumberbatch, é anche la chimica che si instaura tra lui e Wong (Benedict Wong); un'alchimia incredibile e che speriamo venga ampliata e sviluppata in un probabile secondo capitolo della saga.
A fronte quindi di una origin story che non si discosta per modalità e ritmi da quanto già in passato ci ha offerto l'UCM, troviamo un film con un buon ritmo, un valido cattivo e una serie di scelte ardite, ma vincenti in fatto di effetti speciali. Da non dimenticare poi la colonna sonora del sempre bravo Michael Giacchino che accompagna in maniera delicata, senza mai sovrastare, le azioni principali.
Doctor Strange é un vero e proprio trip. Una dose di LSD probabilmente sortirebbe meno allucinazioni e viaggi mentali, di quanto ci offre il film in circa un'ora e quaranta di spettacolo. Cento minuti di puro intrattenimento, di quello fatto bene e che viene ricordato per diversi giorni una volta usciti dalla sala.
Non solo possiamo affermare che l'UCM va ormai con il pilota automatico, ma Feige e soci hanno trovato una quadratura del cerchio nell'introduzione di nuovi personaggi, magari meno conosciuti al grande pubblico, che ora godono di piena visibilità. I Guardiani della Galassia, Ant-Man, Pantera Nera e ora il Doctor Strange, sono qui a dimostrarvelo. La certezza é che da qui in avanti ci sarà probabilmente solo da divertisi…anche in virtù delle due scene post credit che vi troverete a visionare una volta esaurito la proiezione. Non andate via!