Domani è un altro giorno

Cosa succede se il tuo migliore amico da trent’anni ti dice che ha una malattia terminale e tu vivi in un altro continente? Succede che parti senza dirglielo anche se volare ti terrorizza, che il jetleg va a farsi benedire e che quattro giorni insieme diventano troppo brevi ma così intensi che ti sembrano gli unici giorni di cui non potresti fare a meno. È questa la storia di Domani è un altro giorno, remake del film spagnolo Truman, un vero amico è per sempre (2015, regia di Cesc Gay, con Ricardo Darin e Javier Camara) vincitore di molti premi e acclamato da pubblico iberico e internazionale (meno fortunata l’uscita italiana).

Simone Spada (Hotel Gagarin) ha scelto di misurarsi con questa opera girandone la versione italiana e “nuova”, con una coppia di attori  (e amici) che fa sorridere e commuovere, riflettere e divertire, Marco Giallini (Giuliano) e Valerio Mastandrea (Tommaso), cinquantenni dalle vite diverse - uno attore spiantato e seduttore, che vive con un cane, Pato, che cura come e più del figlio che ormai è grande ed è all’estero a studiare - l’altro accasato ed emigrato in Canada,  padre responsabile, insegnante di robotica – camminano sul filo della commedia e del dramma, passando da battute e cinismo ad abbracci e lacrime, come nella vita vera del resto. E se gli uomini spesso hanno più pudore nel mostrare i legami di amicizia, in questo caso Tommaso e Giuliano non si risparmiano: abbracci e affetto, confessioni e tenerezza, si appoggiano uno alla spalla dell’altro in un gioco di complicità rara.

Tra loro Paola (Anna Ferzetti) sorella di Giuliano, la donna forte, sorella e amica, madre single, amante improvvisata, che cerca di portare ordine e razionalità con grande amore, in un momento disperato e difficile. Un film che tocca temi importanti: la malattia, l’amicizia, la sincerità, la morte, ma che parla soprattutto di vita, e di amore. “Alla fine cosa conta? L’amore, i rapporti  umani…” dice Giuliano (Giallini), single incallito che sfugge dalle relazioni amorose ed ogni sera calca il palcoscenico, come a dimostrare che nulla lo può fermare, e che solo lui è padrone della sua vita. E se Tommaso (Mastandrea) non lo giudica, ma gli sta accanto con poche parole e grandi gesti, Paola (Ferzetti) lancia parole forti e taglienti come lame.

La storia viaggia tra le strade di Roma, Barcellona e i voli tanto temuti da Tommaso, ma soprattutto sui binari di un rapporto profondo e senza schemi, che sembra davvero poter superare qualsiasi distanza. La sceneggiatura di Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo (Boris) mantiene la struttura e gran parte dei dialoghi dell’originale, ma reinterpreta la storia, sebbene universale, in chiave italiana. Il titolo è quello della canzone di Ornella Vanoni, qui cantata dalla voce potente di Noemi.