Exodus: Dei e Re
di
Roberto Vicario
Ridley Sott é un "vecchietto" instancabile. Un regista che nella sua carriera può vantare diversi film che hanno segnato in maniera indelebile la storia del cinema moderno, Blade Runner e Alien su tutti. Proprio per questo motivo, l'hype che si genera a ridosso di ogni sua uscita é tangibile e concreto.
In ritardo rispetto ad altri mercati, arriva anche in Italia Exodus - Dei e Re, colossal diretto dal regista di South Shield che prova a reinventare la storia di Mosé, il Principe d'Egitto. Dopo il fallimentare (almeno al botteghino) esperimento fatto da Aronofsky con Noah, sarà andata meglio al Mosé di Scott?
Quando si pensa al racconto biblico di Mosé é quasi scontato far riaffiorare nella nostra memoria il film girato nel 1956 da Cecil B. DeMille con protagonista un imperioso Charlton Heston nei panni del profeta. Oppure, anche se meno scontato come collegamento, alla versione televisiva di produzione italiana, realizzata nel 1974 da Gianfranco De Bosio.
La storia é quella che racconta il più grande esodo della storia. Mosé, figlio di ebrei, viene trovato e cresciuto alla corte del Faraone Sethi come figlio illegittimo. Qui instaura una sorta di rapporto d'amore e odio con il figlio reale del Faraone: Ramses. Alla morte di Sethi, Ramses, intuendo il potenziale da leader di Mosé, decide di esiliarlo per sempre. Nel suo peregrinare si imbatte nella paradisiaca oasi di Madlan dove conosce Zippora, donna che decide di sposare e da cui ha un figlio.
vimager1, 2, 3
Dopo anni dedicati alla pastorizia, la chiamata di Dio lo illumina sul suo reale ruolo: quello di salvatore del popolo ebraico, schiavo da oltre 400 anni degli egiziani. Mosé spinto da una fede ritrovata, lascerà la sua famiglia per imbattersi in una sfida che metterà a dura prova proprio la sua fede.
La strada scelta da Scott punta tutto sulla rivalità tra i due fratelli, tralasciando completamente la parte legata all'infanzia del personaggio. Quello che ci troveremo tra le mani é quindi un prodotto che pur avendo come tema centrale la fede e la strada che porta all'accettazione di essa all'interno della propria vita, riesce a districarsi grazie alla maestria di Scott, in diverse scene dal forte impatto visivo e che riescono a rompere l'altrimenti piatto e fortemente "dialoghicentrico" plot narrativo.
Sotto l'aspetto puramente tecnico il film é ineccepibile. Grazie ad un budget da colossal, Ridley Scott riesce perfettamente a portare sullo schermo scenografie e paesaggi dal forte impatto visivo. Menfi riesce a trasmettere tutta l'opulenza e l'ostentata ricchezza messa in mostra dagli egiziani, contrapposta allo povertà delle antiche baraccopoli in cui si trovavano a vivere gli ebrei.
Ancora più di impatto é la realizzazione - qui con un pesante utilizzo di computer grafica - delle dieci piaghe di Egitto. Rane, cavallette, fiumi inquinati, grandine e molto altro ancora rendono perfettamente la forza punitiva che Dio scaglia contro la popolazione egiziana. A questo si aggiungono scene ancora più di impatto come la divisione delle acque del Mar Rosso e il passaggio delle bighe sugli stretti passi montani.
Non é però solo l'impatto visivo a funzionare ma anche una recitazione che mette in risalto un Christian Bale sempre più convincente anche svestiti i panni di Batman. A lui si affiancano un ottimo Joel Edgerton e una serie di comprimari che arricchiscono la qualità generale della pellicola.
Molto interessante é anche la scelta fatta da Scott per rappresenteare Dio, decisamente diversa da quella fatta nel '56 da DeMille. Il regista americano mette in scena un bambino che si manifesta a Mosé con toni risoluti e, in alcuni tratti, farciti da una sete di vendetta quasi violenta ed esasperata. Una scelta sicuramente particolare, e che siamo curiosi di capire come verrà interpretata dal pubblico.
In sostanza Exodus - Dei e Re é il classico colossal che si lascia guardare e che, grazie all'abile montaggio di un navigato regista come Ridley Scott, riesce ad alternare passaggi più lenti e noiosi (ci riferiamo in modo particolare ad alcuni dialogi eccessivamente lunghi e tediosi) a scene più movimentate e dall'impatto visivo assicurato. Forse i 150 minuti di questo Exodus sono eccessivi ma nel complesso, tolti alcuni già citati passaggi, difficilmente vi annoierete.
In ritardo rispetto ad altri mercati, arriva anche in Italia Exodus - Dei e Re, colossal diretto dal regista di South Shield che prova a reinventare la storia di Mosé, il Principe d'Egitto. Dopo il fallimentare (almeno al botteghino) esperimento fatto da Aronofsky con Noah, sarà andata meglio al Mosé di Scott?
Una storia raccontata con le nuove tecnologie
Quando si pensa al racconto biblico di Mosé é quasi scontato far riaffiorare nella nostra memoria il film girato nel 1956 da Cecil B. DeMille con protagonista un imperioso Charlton Heston nei panni del profeta. Oppure, anche se meno scontato come collegamento, alla versione televisiva di produzione italiana, realizzata nel 1974 da Gianfranco De Bosio.
La storia é quella che racconta il più grande esodo della storia. Mosé, figlio di ebrei, viene trovato e cresciuto alla corte del Faraone Sethi come figlio illegittimo. Qui instaura una sorta di rapporto d'amore e odio con il figlio reale del Faraone: Ramses. Alla morte di Sethi, Ramses, intuendo il potenziale da leader di Mosé, decide di esiliarlo per sempre. Nel suo peregrinare si imbatte nella paradisiaca oasi di Madlan dove conosce Zippora, donna che decide di sposare e da cui ha un figlio.
vimager1, 2, 3
Dopo anni dedicati alla pastorizia, la chiamata di Dio lo illumina sul suo reale ruolo: quello di salvatore del popolo ebraico, schiavo da oltre 400 anni degli egiziani. Mosé spinto da una fede ritrovata, lascerà la sua famiglia per imbattersi in una sfida che metterà a dura prova proprio la sua fede.
La strada scelta da Scott punta tutto sulla rivalità tra i due fratelli, tralasciando completamente la parte legata all'infanzia del personaggio. Quello che ci troveremo tra le mani é quindi un prodotto che pur avendo come tema centrale la fede e la strada che porta all'accettazione di essa all'interno della propria vita, riesce a districarsi grazie alla maestria di Scott, in diverse scene dal forte impatto visivo e che riescono a rompere l'altrimenti piatto e fortemente "dialoghicentrico" plot narrativo.
Sotto l'aspetto puramente tecnico il film é ineccepibile. Grazie ad un budget da colossal, Ridley Scott riesce perfettamente a portare sullo schermo scenografie e paesaggi dal forte impatto visivo. Menfi riesce a trasmettere tutta l'opulenza e l'ostentata ricchezza messa in mostra dagli egiziani, contrapposta allo povertà delle antiche baraccopoli in cui si trovavano a vivere gli ebrei.
Ancora più di impatto é la realizzazione - qui con un pesante utilizzo di computer grafica - delle dieci piaghe di Egitto. Rane, cavallette, fiumi inquinati, grandine e molto altro ancora rendono perfettamente la forza punitiva che Dio scaglia contro la popolazione egiziana. A questo si aggiungono scene ancora più di impatto come la divisione delle acque del Mar Rosso e il passaggio delle bighe sugli stretti passi montani.
Non é però solo l'impatto visivo a funzionare ma anche una recitazione che mette in risalto un Christian Bale sempre più convincente anche svestiti i panni di Batman. A lui si affiancano un ottimo Joel Edgerton e una serie di comprimari che arricchiscono la qualità generale della pellicola.
Molto interessante é anche la scelta fatta da Scott per rappresenteare Dio, decisamente diversa da quella fatta nel '56 da DeMille. Il regista americano mette in scena un bambino che si manifesta a Mosé con toni risoluti e, in alcuni tratti, farciti da una sete di vendetta quasi violenta ed esasperata. Una scelta sicuramente particolare, e che siamo curiosi di capire come verrà interpretata dal pubblico.
In sostanza Exodus - Dei e Re é il classico colossal che si lascia guardare e che, grazie all'abile montaggio di un navigato regista come Ridley Scott, riesce ad alternare passaggi più lenti e noiosi (ci riferiamo in modo particolare ad alcuni dialogi eccessivamente lunghi e tediosi) a scene più movimentate e dall'impatto visivo assicurato. Forse i 150 minuti di questo Exodus sono eccessivi ma nel complesso, tolti alcuni già citati passaggi, difficilmente vi annoierete.