Victor - La Storia Segreta del Dott. Frankenstein

di Roberto Vicario
A distanza di pochissimo tempo dall'arrivo nelle sale del Frankenstein diretto da Bernard Rose, ecco fare capolino sul grande schermo - a distanza di diversi mesi dalla release americana - un nuovo adattamento cinematografico del famosissimo romanzo di Mary Shelley. Diretto da Paul Mc Guinan (salito alla ribalta grazie al bellissimo Slevin - Patto Criminale) Victor: la Storia Segreta del Dottor Frankenstein, ci porterà nuovamente nella storia che vede il folle dottore intento a ridare vita alla sua creatura, ma con un approccio e un punto di vista differente da quello delle opere passate.



Il fragile Igor



Paul McGuinan e Max Landis (sceneggiatore del film) hanno scelto infatti di raccontarci la storia del folle dottore, attraverso gli occhi di un altro personaggio estremamente iconico, il suo assistente Igor. Nei panni del Dottor Frankenstein troviamo il bravo James McAvoy mentre in quelli del gobbo assistente Daniel Radcliffe.

Sulla carta, l'idea di vivere la leggenda del mostro direttamente dagli occhi di Igor, ci ha particolarmente stuzzicato, così come lo stile scelto, a metà tra lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie e lo stesso Sherlock della serie TV della BCC (di cui McGuinan ha anche girato alcune puntate della prima stagione).

Peccato però che tutto si fermi agli intenti e ai buoni propositi. La sceneggiatura e la regia portano sul grande schermo un miscuglio di elementi che cercano di appassionare lo spettatore, ma che di fatto lo disorientano e lo strapazzano fino alla noia. Gli elementi che contribuiscono a rendere così nervoso e confuso il film sono davvero tanti, a partire da una sceneggiatura che, come dicevamo, tenta di dare quel tocco di originalità alla due figure chiave dell'opera, ma che lentamente li fa scadere nel ridicolo. Il Frankenstein di Mcavoy é un personaggio esagerato, ma non in senso positivo. Straparla, é iperattivo, eccessivamente folle, e se non fosse per alcuni momenti di stampo decisamente più drammatico, arriva quasi ai livelli della comicità.



Non a caso in una apprezzata citazione a Frankenstein Jr. ci é scappato un sorriso pensando proprio al dottore interpretato dal grande Gene Wilder. Poco riuscito, anche se sulla carta molto interessante, l'Igor di Radcliffe che conferma ancora una volta la difficoltà nel trovare un ruolo in grado di consacrarlo dopo la maratona di Harry Potter. Il suo gobbo é il vero perno della narrazione, ma tutto ruota intorno a lui in maniera alquanto confusa e poco omogenea, esattamente come l'evoluzione del suo personaggio che sembra trasmettere l'impressione di dare tutto per scontato, non riuscendo ad approfondire i tanti elementi (alcuni molto importanti e interessanti) inseriti all'interno della pellicola.

Perché se andiamo a guardare a fondo questo film, notiamo che il problema sta proprio nel voler buttare dentro a tutti costi tanti elementi, alcuni anche molto profondi e delicati, ma senza riuscire mai a svilupparli in maniera chiara. Ecco quindi che nei cento e passa minuti di proiezione arriverà il confronto tra la scienza e la religione per mano di un credente ispettore di Scotland Yard interpretato dal bravo Andrew Scott, oppure l'amore di Igor verso una giovane e affascinante donna interpretata da Jessica Brown Findlay, per non parlare infine di momenti drammatici e introspettivi (si indaga sulla gioventù del dottore e sull'evoluzione di Igor) e, perché no, anche degli intrighi di potere in cui é coinvolta una potente famiglia di Londra.



Tanta carne al fuoco, troppa probabilmente, e gestita in maniera alquanto discutibile. A questo poi dobbiamo sommare anche uno stile che non ci ha pienamente convinto, che prende spunto, come dicevamo, dallo Sherlock Holmes di Guy Ritche, da cui riprende anche alcune scelte visive qui declinate nello stile di libro un di anatomia dei primi del ‘900 dipinto sui corpi dei protagonisti in CGI.

Visti i presupposti e le volontà di questa pellicola, ci aspettavamo molto di più da questo Victor: La Storia Segreta del Dottor Frankenstein, e invece ci dobbiamo “accontentare” di un film troppo confusionario che non riesce mai a trovare il bandolo della matassa, e che ci racconta la storia di personaggi poco caratterizzati e approfonditi. Se siete amanti del romanzo di Mary Shelley, il rischio di rimanere delusi é davvero molto alto, peccato.