Gioco di ruolo: la recensione del film di Prime Video con Kaley Cuoco

Generi diversi alternati in modo molto marcato: ecco Gioco di ruolo, il film con Kaley Cuoco e David Oyelowo

di Chiara Poli

Su Prime Video dal 12 gennaio è disponibile Gioco di ruolo, il film con Kaley Cuoco (la Penny di The Big Bang Theory) e David Oyelowo (Lawmen - La storia di Bass Reeves) in cui un uomo scopre l’identità segreta della moglie.

Un po’ azione, un po’ commedia, un po’ family drama: Gioco di ruolo è un film che unisce generi e atmosfere diverse per raccontarci la storia di una donna che finge di essere una normale donna in carriera sempre in viaggio quando è in realtà una killer professionista.

La trama di Gioco di ruolo


Emma Brackett vive con il marito Dave e i due figli nel New Jersey, in una bella casa di periferia con un grande giardino. La sua famiglia crede che lavori come rappresentante, e che per questo sia sempre in viaggio, ma in realtà la donna è un sicario professionista.

Quando, una sera, Emma e Dave si danno appuntamento in un lussuoso albergo in città per fingere di non conoscersi e di essere persone diverse: un gioco di ruolo.

Ma il gioco finisce per scatenare una serie di eventi drammatici che porteranno Dave a interrogarsi sulla sua vita e la sua famiglia: è tutta una copertura, il ruolo di Emma di moglie e madre? O il loro matrimonio è vero o fa solamente parte della messa in scena di Emma per nascondersi dal proprio ambiente?

La recensione: un’altalena di atmosfere e di generi


Gioco di ruolo ha un taglio interessante: in una storia, vista molte volte, di una coppia comune in cui si scopre che uno dei due ha un’identità segreta, hanno scelto di instillare il dubbio che la famiglia sia una copertura per la killer, e non la vita vera di una donna che, di mestiere, fa l’assassina a pagamento.

Il meccanismo funziona, anche perché il film fa una scelta inusuale. Alterna diversi generi in diversi momenti, e questo l’avevamo già visto, ma lo fa in maniera molto marcata. Aiutandosi in modo importante soprattutto con la colonna sonora, oltre che con la recitazione dei due protagonisti che sono perfetti nei rispettivi ruoli, i momenti “seri” lo sono drammaticamente, così come quelli leggeri fanno sorridere e, in un paio di casi, addirittura ridere.

Inizialmente si pensa di avere a che fare con una commedia, che poi cambia tono, e poi torna sui suoi passi, e di nuovo cambia registro addentrandosi in momenti mai esplorati prima.

Non è un film spassoso come True Lies, per intenderci, sebbene la primissima impressione sia quella. Stupisce, nella prevedibilità di una trama uguale a quella di molti altri film dello stesso genere.

La scelta di “assoldare”, passatemi il gioco di parole, attori del calibro di Bill Nighy (Love Actually, I Love Radio Rock) e Connie Nielsen (Il gladiatore, Mission to Mars) accresce gli aspetti, rispettivamente, da commedia e da thriller in cui i due interpreti giocano un ruolo fondamentale.

Soprattutto perché Bill Nighy soffre notoriamente di una patologia della mano chiamata Malattia di Dupuytren, che gli impedisce di impugnare una pistola in modo tradizionale. L’attore, come noterete facendo attenzione durante il film, stringe l’arma fra pollice e medio, con l’indice sul grilletto. Per questo, accettando di comparire nel film, pare abbia chiesto esplicitamente di poter impugnare una pistola dando ulteriore carattere al proprio personaggio.

E poi, naturalmente, c’è la chicca per i fan di The Big Bang Theory. Il contatto di Emma al lavoro è interpretato da Rudi Dharmalingam e si chiama Raj: lo stesso diminutivo che in The Big Bang Theory, Penny e gli altri usano per chiamare Rajesh Koothrappali, che in lingua originale viene chiamato semplicemente “Raj”, senza la “i” finale aggiunta nella versione italiana.

Lo sceneggiatore Seth W. Owen (Morgan, Suocero scatenato) non è esattamente una star fra gli scrittori di copioni. Evidentemente l’investimento prevedeva un livello sufficiente, ma niente oltre a questo.

Gioco di ruolo è un film che si fa vedere, senza troppo impegno, senza sconvolgenti colpi di scena o svolte inaspettate, ma fa il suo dovere: scegliendo di guardarlo, si sa cosa si “compra”.