Glass Onion: per Knives Out i ricchi sono sempre più stupidi

Ricordate la trama di Knives Out - Cena con delitto? Non mi riferisco tanto all’omicidio dell’anziano e ricchissimo romanziere Harlan Thrombey e dell’investigazione per trovare il suo assassino, bensì del tema centrale del film, oltre il genere giallo. I principali sospettati erano tutti membri della famiglia del morto, con in aggiunta la povera badante dell’anziano, interpretata da Ana de Armas. Uno degli aspetti più riusciti del film era come un “semplice” giallo d’impostazione classica in cui ogni membro del nucleo familiare è un potenziale sospetto per motivi economici o passionali si trasformasse in una critica al vetriolo di una certa borghesia statunitense, classista e razzista.

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Rian Johnson stuzzica lo spettatore e fa a pezzi i ricchi

Rian Johnson, sceneggiatore e regista di un film che Netflix intende trasformare in un franchise vero e proprio, è tornano e non ha perso né il suo tocco magico per intricati e appassionanti murder mystery né la voglia di mettere il dito nella piaga della società contemporanea, in cui la ricchezza è distribuita in maniera più ingiusta che mai. Stavolta Johnson si diverte a smitizzare una delle figure più iconiche del nostro tempo: quella del multimiliardario “tech” fattosi da sé, che ama presentarsi come parimenti strambo e geniale, salvo poi rivelare tutta la propria inettitudine. Il tempismo con cui questo film approda in sala non poteva essere migliore. Tra i protagonisti di questa pellicola c’è un Edward Norton che sembra una diretta parodia di Elon Musk e della sua crociata contro o a favore di Twitter, in cui gli utenti sgomenti si chiedono: sa quel che fa e salverà l’azienda con la sua genialità che non riusciamo ancora a vedere, il suo vero intento è quello di affossarla o stiamo scambiando per geniale un colossale, malevolo idiota?

La risposta del regista di Glass Onion è inequivocabile e arriva a sovvertire le basi classiche del giallo all’inglese, in cui un assassino è solitamente talmente scaltro da farla franca, compiendo il delitto quasi perfetto, sviando il detective e sottraendosi, almeno momentaneamente, al castigo. In Glass Onion l’enigma di di fronte a cui si trova Benoît Blanc è particolarmente complesso anche perché spesso ci mettono lo zampino persone davvero inette.

Glass Onion: per Knives Out i ricchi sono sempre più stupidi

Daniel Craig e Janelle Monáe brillano in Glass Onion

All’avvio del film persino il detective acuto e bizzarro interpretato da un Daniel Craig sinceramente coinvolto sembra essersi un po’ instupidito. Glass Onion richiede una cieca fiducia nello spettatore, che dovrà attendere almeno 40 dei suoi notevoli 130 minuti di durata per cominciare a capire cosa stia davvero succedendo. Aggiungete uno sviluppo non lineare della trama e un lunghissimo flashback posto a metà della pellicola e capirete come non sia adatto per chi non vuole avere a che fare con intrecci troppo complessi.

Non che Glass Onion sia caotico o contraddittorio, anzi. Johnson sa esattamente quello che sta facendo e si diverte a stuzzicare lo spettatore con dettagli e aggiunte apparentemente gratuite, alcune delle quali riveleranno cruciali per la risoluzione dell’enigma finale. Le altre invece sono così figlie della cultura pop attuale e della contemporaneità del presente più presente, smontato e rimontato in un sottile gioco tra fiction e realtà dal film, che si è tentati di spendere l’aggettivo “postmoderno” per definire questa pellicola, figlia tanto di Agatha Christie che di telefilm e pellicole che hanno segnalo il rapporto con il genere giallo di molte generazioni.

A differenza di suoi precedenti progetti - come Looper e lo Star Wars da lui firmato - Johnson qui alimenta le aspettative del pubblico senza deludere e senza contraddire sé stesso. Il caso raccontato in Glass Onion è intricatissimo e pieno di colpi di scena, ma Johnson è in pieno, assoluto controllo del lento processo di disvelamento della verità nuda e cruda. Il budget messo a disposizione da Netflix gli consente anzi di abbandonare i pochi limiti e remore che si era posto con Knives Out. Ora che il pubblico conosce il detective Blanc (ora che il botteghino ne ha decretato il grande successo) può procedere a vele spiegate, concedendosi molti camei (uno dei quali indimenticabile per persona e personaggio coinvolti) e persino qualche passaggio da fan del genere e del suo stesso personaggio. Dopo essere stato quasi spettatore del suo stesso film, Benoît è finalmente al centro di una pellicola che ovviamente fa leva su un cast ricolmo di volti noti.

Glass Onion: per Knives Out i ricchi sono sempre più stupidi

Glass Onion: un film ricco di star e di colpi di scena

Tutti sembrano divertirsi molto nei ruoli parodici e un po’ esagerati in cui sono calati, compresa una Kate Hudson nei panni di una modella svampita e imprenditrice di sé stessa e un Dave Bautista in quelli di uno streamer machista la cui virilità è ben più fragile della apparenze. Così come era successo per Knives Out, che si rivelò un perfetto trampolino di lancio per Ana de Armas, qui la promettente attrice e cantante Janelle Monáe ha finalmente l’occasione di brillare. Al cinema la vediamo da tempo, ma in ruoli così marginali che non ne avevano ancora ben evidenziato le doti recitative e il carisma. Vederla interagire con Daniel Craig è l’ennesimo motivo per cui Glass Onion è una pellicola imperdibile tra le tante uscite di questa settimana, sontuosa per costumi, ambientazioni e regia, ma anche dannatamente avvincente per scrittura e regia.

Glass Onion: Knives Out

Rating: Tutti

Durata: 139'

Nazione: USA

8.5

Voto

Redazione

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Glass Onion: Knives Out

Se ogni regista avesse il talento e i mezzi che Rian Johnson ha avuto a disposizione per Glass Onion, passeremmo le nostre esistenze chiusi in sala con film che ci chiedono di usare (e non spegnere) il nostro cervello.