Godzilla

di
Siamo sinceri, esisto mostri e mostri. Soprattutto nel mondo del cinema, abbiamo assistito alla nascita e all'affermazioni di bestioni in grado di rapire l'attenzione dello spettatore, affascinarlo e talvolta spaventarlo. King Kong, I Gremlins, i robot e i mostri di Pacific Rim e poi lui, il Re dei Mostri: Godzilla.

The King of Kings



In piena guerra fredda, e a distanza di pochissimi anni dalla tragedia di Hiroshima e Nagasaki, Ishir Honda partorì una creatura che, a distanza di ormai 60 anni dalla sua nascita, riesce ancora ad appassionare milioni di spettatori.

Non é stato semplice il compito di Gareth Edwards, talentuoso regista (vedere Monsters per credere) scelto da Legendary Pictures e Warner Bros. per la realizzazione di questo importante e atteso remake. Ansia? Parecchia, sia del regista che nostra. Nella mente scorrono ancora le immagini del Godzilla di Roland Emmerich, un monster movie carino, ma che con Godzilla aveva ben poco a che fare e che, infatti, é passato alla storia più per la sua colonna sonora che per l'effettiva qualità del girato.

Rompiamo subito gli indugi e diciamolo a gran voce: Godzilla é un bel film, non perfetto, ma in grado di intrattenere e, soprattuto, di ridare quella dignità da mostro al nostro Gojira, che da troppo tempo andava cercando.
vimager2, 3, 4

La scelta di Edwards é azzeccata sia dal punto di vista visivo che registico. Godzilla non é una lucertola alla ricerca di pesci, ma un mostro primordiale che sfruttando la sua forza, la sua stazza e un potentissimo raggio che sputa dalla bocca, vuole dimostrare la sua supremazia sulla terra. Insomma, il massimo esempio della famosa legge della natura.

L'istinto lo porterà a combattere altre due creature che torneranno in vita sulla sempre sfortunata terra; due M.U.T.O. (Massive Unidentified Terrestrial Organism), uno maschio e uno femmina che ingurgitano materiale radioattivo per cibarsi ed emettono una potente scarica EMP che disattiva tutti gli strumenti elettronici che li circondando.

Teatro dello scontro saranno diverse città del nostro pianeta: Honolulu, San Francisco, il Giappone e le Filippine, che saranno sfruttate in maniera incredibile sia da Edwards che dall'ottimo Seamus McGarvey al timone della fotografia.

Ma quali sono le mosse vincenti del regista? Principalmente due: il dosaggio scelto nel mostrarci il mostro e la perfetta realizzazione degli scontri. Godzilla viene centellinato, tanto da lasciare nella prima delle due ore di proiezione molto più spazio alla furia distruttiva delle altre due creature.
Godzilla é un film di effetti speciali che si mostrano solo quando effettivamente serve. Il mostro é quindi una presenza che si avverte, più che si vede. Non c'é un solo effetto speciale fuori posto

Edwards sembra quasi scappare dal lucertolone, aumentando in maniera progressiva la curiosità nello spettatore, per poi saziarla con incredibili scene ad ampio raggio che mostrano il Re dei mostri in tutta la sua “dinosauresca” maestosità. Il tutto culmina in una serie di scontri che abilmente orchestrati saranno solo il preludio alla battaglia finale: iconografica, selvaggia e brutale, in cui il nostro protagonista ne esce rinvigorito sotto l'aspetto dell'immagine. Merito anche di una computer grafica usata in maniera sapiente, e un 3D godibile ma non indispensabile, in grado di dare un aspetto credibile e apprezzabile - seppur in parte lontano per certi aspetti dall'originale - ai mostri, Godzilla in primis.

Ah già, in tutto questo ci sono anche gli umani, non ce ne siamo certamente scordati. Un elemento quasi superfluo, che il regista mostra in tutta la loro impotenza davanti a queste minacce abnormi, ma che nostro malgrado risultano anche la parte più debole del prodotto offerto.

Nonostante un Bryan Cranston in ottimo spolvero, una Juliette Binoche come sempre impeccabile nonostante il poco minutaggio a sua disposizione e la coppia Taylor-Johnson/Olsen tutto sommato affiata, il plot narrativo che incrocia la storia della famiglia Brody a quella dei mostri, é uno spaccato lastricato da troppi cliché.

Edwards, cade infatti nel più banale degli errori. Giocare sui facili sentimenti: famigliari, di riverenza verso il proprio paese e del più classico dei dolori che deriva dalla perdita di qualcuno amato. Passaggi sicuramente non brutti, ma che vengono fortemente ridimensionati ed in alcuni momenti quasi rigettati, da quelli che sono i veri protagonisti del film: i mostri. A salvare il tutto ci pensa un Ken Watanabe, che nel suo sguardo costantemente perso nel vuoto e carico di paura, riesce perfettamente a trasmettere la reale impotenza che un umano potrebbe provare nel caso si trovasse di fronte a questo tipo di bestie.

Dettagli che é per noi obbligatorio sottolineare, ma che non vanno comunque ad inficiare una qualità generale che ha il merito di riportare in auge uno dei mostri sacri - passateci il gioco di parole - all'interno del variegato e sconfinato mondo della cinematografia.

Ultima nota, di merito, per l'ottima colonna sonora ad opera di Alexander Desplat in grado di dettare i tempi degli scontri e di arricchire di pathos e forza audiovisiva quello che passa davanti ai nostri occhi.

Esperimento riuscito quindi, e Gareth Edwards promosso con ottimi voti. Godzilla é un film in grado di far impazzire lo zoccolo duro dei fan, ma allo stesso tempo dimostra di poter essere apprezzato anche da altre frange di appassionati. Noi lo consigliamo.


Welcome to Chicago

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato sul mondo Gamesurf: anteprime, recensioni, prove e tanto altro.

ISCRIVITI