Hardcore!

di Valerio De Vittorio
E' ormai da tempo che il videogioco prende spunto dal mondo del cinema, proponendo titoli dalla forte componente narrativa con attori reali digitalizzati, sceneggiature elaborate ed una direzione da film. Ma cosa avviene nel caso sia un regista a voler portare sul grande schermo stilemi e persino il punto di vista di una certa categoria ludica? Hardcore ne é la perfetta risposta, nel bene e nel male. Girato interamente dalla prospettiva del protagonista, questa pellicola realizzata dal regista russo Ilya Naishuller, é un esperimento affascinante e per certi folle, ma rappresenterà davvero una svolta per la narrazione cinematografica?


Trama da videogioco


Henry si sveglia confuso in quello che sembra un ospedale iper-tecnologico. Ad accoglierlo trova una bella dottoressa, apparentemente sua moglie. Mentre si guarda gli arti mutilati, le cerca di spiegargli cosa sia accaduto. Henry ha perso la memoria, ma grazie alla tecnologia ed al lavoro di Estelle, la moglie, può perlomeno recuperare la propria forza fisica e rimettersi in piedi, più in salute di prima.
Alcune scene non abbiamo idea di come siano state realizzate


Non fa in tempo a recuperare la voce, però, perché la procedura viene interrotta dall'invasione di Akan, un oscuro personaggio malvagio e violento, dotato di misteriosi poteri telecinetici. Una fuga rocambolesca permette ad Henry di sfuggire, ma Estelle rimane prigioniera. Ecco imbastito il setting perfetto per una storia ricolma d'azione. L'obiettivo é chiaramente salvare la bella, mentre il nostro Henry scopre di avere agilità e forza straordinari, guidato da un personaggio misterioso, Johnny, interpretato da un Sharlto Copley in splendida forma.

Hardcore non é certamente un film intenzionato a raccontare una storia particolare, ma proprio come una certa categoria di videogiochi sfrutta un plot semplice per imbastire scene d'azione più o meno spettacolari e anche momenti esagerati e divertenti, che scherzano con alcuni luoghi comuni del generi. Non prendendosi troppo sul serio, il film permette allo spettatore di distrarsi, così non si fa troppe domande su alcuni buchi o leggerezze della sceneggiatura, o non si altera particolarmente al momento del colpo di scena infilato a forza e piuttosto inutile sul finale.



Stunt da maestro


Quello che interessa di una pellicola di questo tipo é la spinta innovatrice e la capacità di sorprendere l'audience. Come dicevamo in apertura, il vero selling point di Hardcore é l'essere girato interamente in prima persona. Utilizzando diversi tipi di telecamera, attaccati al volto del protagonista, lo spettatore vive l'intero film dal suo punto di vista. Ciò ha permesso al regista di divertirsi imbastendo coreografia a tratti stupefacenti, fatte di parkour, sparatorie e scazzottate al limite. Lo spettacolo é assicurato, insomma, e la prospettiva inedita rende momenti non particolarmente originali, freschi e coinvolgenti, forse anche troppo.

La sfida non era facile, e infatti in alcuni frangenti si accusa un po' di fastidio, alcuni spettatori hanno persino lamentato nausea e motion sickness proprio come con un FPS. Personalmente non ho avuto fastidi, solo difficoltà a comprendere l'azione nei momenti più concitati. Di contro, con questa tecnica, bisogna ammettere che abbiamo assistito a scene che non sappiamo come siano state realizzate, alcune davvero da capogiro e possibili grazie a stunt impressionanti. Insomma, Hardcore é un film trasse, di puro intrattenimento testosteronico, e in quanto tale compie egregiamente il suo dovere, con l'aggiunta dell'inedita prospettiva.

Dubitiamo però seriamente che la telecamera in stile FPS possa entrare nella storia del cinema, le possibilità narrative sono limitate e non tutta l'utenza accoglierà a braccia aperte questo stile. Al contrario del found footage che si é potuto adattare a svariati stilli cinematografici, la prima persona non sembra altrettanto flessibile.