Hello Spank, com'è film mai visto in Italia che arriva al cinema direttamente dal 1982

Hello! Spank. Il Film. Le Pene D’Amore di Spank è un’operazione nostalgia che ci riporta davvero al mood e agli approcci imbranati di un’epoca lontana. La recensione del film.

di Elisa Giudici

Racconta il novantenne regista Shigetsugu Yoshida in una lettera scritta e illustrata per l’occasione ai distributori Nexo e Yamato che anni fa è rimasto sorpreso dal scoprire quanto Spank fosse famoso in Italia. Miracolo del vecchio tubo catodico, che forse non aveva la forza globalizzante dei servizi streaming, ma le sue stranezze a livello internazionale e i suoi strani gemellaggi autovisivi insospettabili li ha prodotti in quantità.

Corre l’anno 1982 e nei cinema giapponesi esce un film dedicato al piccolo cagnolino imbranato e giocherellone Spank. A dirigerlo c'è proprio Shigetsugu Yoshida, sulla scia di un anime di successo prodotto da TMS che consta di ben 63 episodi. Qualche tempo dopo, dall’altra parte del modo, quello stesso cartone animato va ad arricchire l’offerta d’intrattenimento di un nuovo colosso televisivo privato. Mediaset mette le mani su Spank e, nella corsa alla creazione di un duopolio pubblico - privato, Rai - Biscione, mette in onda quello che diventerà uno degli anime più popolari in Italia dell’epoca.

Anni dopo Shigetsugu Yoshida incontrerà alcuni appassionati italiani in Giappone che lo riconosceranno e gli raconteranno della loro passione per Spank e la sua bimba, la padroncina umana, laddove persino l’affetto del pubblico autoctono si è raffreddato. Questa consapevolezza lo commuove, così come la notizia arrivata qualche mese fa che Yamato Video si adopererà per portare in sala quel film che i fan italiani, ormai cresciuti, non hanno mai visto. Il film che lui ha diretto.

Hello Spank è un messaggio d'amore dal 1982

Tra l’altro Le Pene D’Amore di Spank non è solo un’operazione nostalgia non filtrata dalla sensibilità contemporanea, dato che approda su grande schermo direttamente dal lontano 1982 e si sente, tantissimo. È anche un film con una trama organica e una storia a sé stante che va se non a chiudere, ad arricchire le avventure del cagnolino Spank. Non si tratta infatti di quei lungometraggi animati che spesso in Giappone vengono prodotti a mo’ di riassuntone della serie televisiva con una produzione di lusso, bensì di una storia a sé stante, perfetta per questo uscita a ridosso di San Valentino. Come suggerito dal titolo della pellicola infatti, si parla d’amore, umano e canino.

In Hello! Spank. Il Film. Le Pene D’Amore di Spank l’arrivo di un nuovo studente nella scuola di Aiko getta scompiglio nello storico gruppo di amici protagonisti dell’anime. Sho Shimada è un giovane violinista figlio di una celebre musicista, scontroso e scostante, tanto da guadagnarsi il soprannome di “conte” per i suoi modi aristocratici e sprezzanti. Lontano dagli sguardi della madre, terrorizzata di cani, Sho si prende cura di Anna, una graziosa cagnolina trovatella che ha incontrato qualche tempo prima. Sarà proprio Anna a rapire il cuore di Spank, tanto da fargli dimenticare la sua storica sbandata per la gattina allevata dalla ricca compagna di classe di Aiko.

Inevitabilmente anche Aiko e Sho cominciano a frequentarsi e conoscersi, dando il via a una serie di tragicomiche situazioni e fraintendimenti degni di una commedia romantica, mentre la buona volontà di Spank e il suo amore per Anna non gli impediscono comunque di combinare un sacco di guai.

Spank come Ken: incredibile ma vero

Il bello di Le Pene D’Amore di Spank, ma anche il suo limite, è che arriva a noi più di 40 anni dopo la sua realizzazione senza filtri e senza ingentilimenti e si sente, eccome. Vale lo stesso discorso fatto per un altro film animato giapponese d’antan distribuito al cinema qualche tempo fa da Yamato Video, che si pone in teoria sul lato opposto dello spettro per genere e toni. Incredibile accomunare due personaggi come Ken il Guerriero e Spank, ma le due pellicole che li vedono protagonisti di recente tornate in sala hanno in comune un approccio estremamente melodrammatico, oggi impensabile nel suo essere tra l’altro totalmente scevro d’ironia, per raccontare le loro pene amorose d’adolescenti puri travolti dall’intensità del primo amore.

In questo lungometraggio di Spank ad esempio ci sono certi pianti, certe corse al rallenti sugli scogli in riva al mare che sono a tanto così della parodia del genere stesso. Invece sono veramenre serie e, a modo loro, molto dolci, così come l’intera pellicola, che chiude con una citazione fulminante e irresistibile de Il laureato, uscito qualche tempo prima in sala.

Un altro aspetto molto datato e meno divertente è l’approccio che il film ha rispetto alle burle e agli scherzi che i personaggi si fanno tra di loro. Spank in particolare è oggetto di un fuoco di fila senza tregua per via del suo essere sovrappeso, con una sequela di termini non proprio gentili per definirne l’aspetto, tra cui il ricorrente, gettonatissimo “botolo”. La prendiamo come un’altra testimonianza di come i tempi, almeno al cinema, siano cambiati, rispetto a una tematica verso cui non si dovrebbe proprio avere nostalgia.

Una nota di merito a Yamato Video, che ha curato l’edizione italiana di questo lungometraggio scegliendo voci, laddove necessario, che ricordassero per timbro e tonalità quelle dello storico doppiaggio Mediaset, facendo un bel lavoro linguistico e lessicale per fare in modo che i dialoghi e le battute “suonino” come coerenti con l’epoca in cui questo film sarebbe potuto uscire nelle nostre sale.