"I Mercenari 4" recensione: il lato sbagliato dell'action vintage
Sceneggiatura detestabile, battute grossolane e CGI a tratti ridicola trasformano il quarto episodio nella pecora nera del franchise
Nuovamente ingaggiato dai servizi segreti statunitensi, il team al comando di Barney Ross (Stallone) deve raggiungere un ex complesso industriale chimico di Saddam Hussein e affrontare il bieco Rahmat (Iko Uwais) e il suo esercito. Lo spietato criminale mira a mettere le mani su una serie di detonatori nucleari per conto del misterioso "Ocelot", sfuggito alla cattura anni prima e di cui nessuno conosce l'identità.
La missione finisce in tragedia, con la fuga di Rahmat per colpa di Lee Christmas (Statham), che invece di bloccarlo compie un'azione eroica, venendo comunque cacciato dalla squadra. Il resto della banda si riorganizza per tentare una nuova sortita, nel disperato tentativo di impedire l'innesco di un ordigno atomico.
I Mercenari 4: nostalgia, nostalgia canaglia...
C'è davvero poco che funziona in questo quarto capitolo delle avventure dei “Mercenari”, nati nel 2010 dallo sceneggiatore David Callaham assieme al grande Sly, che ha personalmente contribuito ai primi tre script. L'idea era quella di riunire icone del cinema di genere proponendo grossolane e ironiche avventure action dal retrogusto anni '80 e '90. Il migliore della quadrilogia resta il secondo, a seguire il primo film con il terzo palesemente più debole di tutti, almeno fino all'arrivo del disastroso Expend4bles. Anche qui si respira cinema d'azione del secolo scorso, ma nell'accezione più negativa: opere di simile fattura generalmente saltavano la distribuzione in sala arrivando direttamente in Home Video.
Canovaccio narrativo totalmente a riciclo, sceneggiatura con battute di quart'ordine dove l'unico personaggio a suscitare un po' di tenera ironia è il buon Dolph Lundgren, con i suoi problemi alla vista e la mira che migliora solo bevendo whisky. Stallone è un mezzo fantasma, accompagna la storia alla partenza e rispunta fuori per il gran botto finale, molto poggia sulle spalle di Jason Statham, che appare più smarrito del solito nel tentativo di non incespicare tra dialoghi ridicoli.
I Mercenari 4, un budget troppo squilibrato
Lo spessore narrativo è da vuoto pneumatico, il che sorprende non poco considerando che trattasi di sceneggiatura scritta a 6 mani da Kurt Wimmer (Equilibrium, remake di Point Break e Total Recall), Tad Daggerhart (Black Lotus) e Max Adams (serie TV Terminal List, Six). Sembra incredibile che uno script di così bassa lega possa aver convinto grandi star di Hollywood a entrare nel cast. Tra i grandi assenti di sempre che ha rifiutato l'ingaggio anche nei film precedenti il più grande stuntman di tutti i tempi, Jackie Chan. Non ha mai gradito l'idea di una mezza comparsata di pochi minuti, ricevendo risposta altrettanto negativa alla controproposta di recitare in coppia solo con Stallone. Del resto qui sia Tony Jaa che Iko Uwais non hanno tempo per dare il meglio di sé.
Dignitosa la regia di Scott Waugh, già curatore del discreto Need for Speed (ispirato all'omonimo racing game), più recentemente ha diretto proprio Chan e John Cena nel fantascientifico buddy movie Project X-Traction. Anche qui sorta di ridicolo miscuglio di computer grafica posticcia e avventura da discount.
Arrivano le sexy mercenarie
A causa della pochezza narrativa da 1% neuroni e 99% muscoli, i nostri mercenari fanno una sonora figuraccia da dilettanti nell'assalto alla nave, cadendo nel sacco di una quantità industriale di terroristi che sbuca sul ponte di comando fino a un istante prima deserto, stile sorpresa da festa di compleanno. A questo si aggiunga il ridicolo duello sulla nave tra moto enduro equipaggiate con mitragliatrici, dove viene deciso che per una delle due la fisica è un'opinione: qui si finisce un gradino sotto B-movie di infima lega stile Megaforce, classe 1982.
Novità rispetto al passato l'ingresso delle “sexy mercenarie” Megan Fox e Levy Tran, che affiancano i maschiacci aggiungendo un pizzico di pepe al gruppo. Oltre alla discutibile sceneggiatura, a non collaborare ci si mette pure l'impianto scenografico, complice una computer grafica che inciampa malamente nel vintage: ai limiti del ridicolo nella narrazione dello schianto dell'aereo nella prima parte, così come nel rilascio di una delle ancore del mercantile e il suo successivo affondamento. Sapendo di un budget da circa 100 milioni di dollari viene da supporre che oltre il 90% sia stato investito nell'acquisizione delle risorse attoriali.
Vogliamo le Expendabelles!
Il rating statunitense “R” guadagnato dal film (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati) è stato assegnato per via della graficità di certe eliminazioni, spesso ravvicinate e truculente, su tutte il boss finale spappolato da proiettili calibro 50.
Purtroppo questo I Mercenari 4 è un film dimenticabile, anche se con poco tempo per annoiare dato che dura solo 100' minuti. Un vero peccato che una simile compagine di attori non abbia trovato uno script più in linea con il franchise e l'idea all'origine. Si rimpiangono camei passati di Schwarzenegger, Jet Li, Bruce Willis, Mel Gibson, Harrison Ford, Mickey Rourke e il leggendario Chuck Norris. Dopo la visione ci si potrebbe domandare se invece di una produzione di così bassa lega non sarebbe stato meglio considerare seriamente l'ipotesi di uno spin-off “Expendabelles” tutto al femminile, che circolava tempo fa.