Il Piano di Maggie

In un momento di grande crisi per il genere della commedia romantica l'ultimo baluardo di qualità sembra essere quello incarnato da Greta Gerwig, attrice statunitense che divenuta il volto di un certo modo di fare commedia divertita sulle vicissitudini amorose degli statunitensi (e in particolare dei newyorkesi) di oggi.

Stavolta però la bella musa di Noah Baumbach é diretta da Rebecca Miller, che rielabora il romanzo d'esordio di Karen Rinaldi, pubblicato da Rizzoli in Italia con il titolo A Cosa Servono Gli Uomini. Siamo ancora una volta nella New York dei thirty something di belle speranze e raffinatissima cultura per esplorare i nuovi modi di innamorarsi e lasciarsi oggi nella grande mela.



Protagonista assoluta della vicenda é Maggie, una 30enne incapace di mantenere una relazione a lungo ma decisa ad avere un figlio. Per questo chiede al compagno di liceo e produttore di sottaceti biologici Guy (Travis Fimmel di Vikings e Warcraft) di donare lo sperma necessario al compimento dell'impresa.

In quel momento però entra nella sua vita John (Ethan Hawke), docente universitario e collega di lavoro vessato da un matrimonio non semplice con Georgette (Julianne Moore), un'accademica carrierista che sfrutta l'appoggio del marito per raggiungere il successo.
Maggie finirà per innamorarsi di John e porre fine al suo matrimonio ma, qualche anno dopo, si renderà conto di non essere davvero innamorata di lui e organizzerà un folle piano per ricostruire il suo primo matrimonio, come da titolo.

Greta Gerwig ormai parte col pilota automatico per un ruolo sulla falsariga di quelli che l'hanno resa celebre in un certo gruppo di cinefili e anche qui la sua stramberia e la sua akwardness la rendono sostanzialmente adorabile. A dare manforte c'é una Julianne Moore che sfoggia un accento nordico davvero convincente e un Travis Rimmel nell'inconsueto ruolo di homo romanticus.

Il Piano di Maggie