Il Professor Cenerentolo
di
Roberto Vicario
Molti di voi diranno:” sembrava ieri!”. In realtà dall'uscita del primo film di Leonardo Pieraccioni, I Laureati, sono già passati vent'anni. In queste due decadi il regista toscano ha realizzato ben 12 film in cui il tema dell'amore é stato spolpato, rivisitato, raccontato in mille salse.
Con Il Professor Cenerentolo, Pieraccioni non tradisce il suo modo di fare cinema e ci propone ancora una volta, una favola per tutta la famiglia. Dopo il mezzo flop di Un Fantastico Via Vai, e il ritorno in cabina di sceneggiatura di Giovanni Veronesi, sarà questo il film che farà tornare al pieno successo Pieraccioni? scopriamolo nella nostra recensione.
Il Professor Cenerentolo ci racconta la storia di Umberto Massaciuccoli (Leonardo Pieraccioni), un ingegnere che per evitare il fallimento della sua azienda edile decide di compiere un colpo in banca. Sfortunatamente il colpo non andrà come previsto e Umberto si ritroverà a dover scontare quattro anni di pena all'interno del carcere di Ventotene (una splendida isola in provincia di Latina). Sull'isola tutti gli vogliono bene, grazie a diverse attività legate al mondo del cinema che porta avanti con i detenuti, e soprattutto per via delle ripetizioni che dà alla figlia del direttore del carcere (Flavio Insinna), che gli vale il nomignolo di “professore” da parte di tutti.
Arrivato quasi a fine pena Umberto viene messo a lavorare per qualche ora all'interno di una biblioteca insieme ad Arnaldo (Davide Marotta). Tutto cambierà quando durante un dibattito di cinema, dove il nostro protagonista incontrerà Morgana (Laura Chiatti) una ragazza che dopo un incidente sembra non avere tutte le rotelle a posto. Tra i due nasce qualcosa, ma Umberto non vuole farle capire che é incarcerato all'interno della prigione dell'isola e che il suo tempo libero é davvero limitato.
Solamente leggendo questo incipit legato alla trama del film, si può facilmente, e tristemente, intuire la direzione che Pieraccioni - insieme a Veronesi - ha deciso di far intraprendere a questo suo dodicesimo film.
Una direzione che ormai accompagna il regista da vent'anni e che vede sempre quel tono fabiesco, sovrastare tutto e tutti. Di per se non sarebbe un male, stiamo in fin dei conti parlando di un prodotto natalizio. Quello che succede in questa pellicola, é esattamente quello che già si era percepito nella precedente, ovvero una forte sensazione di già visto.
Umberto é il classico personaggio di Pieraccioni: bonaccione, un pò sbadato, ma che con il suo essere maldestro riesce sempre a far innamorare donne bellissime. In questo caso abbiamo una Laura Chiatti a cui é stato appiccicato addosso un personaggio a tratti davvero irritante, e che non riesce a difendersi neanche davanti alla scusa dell'incidente con conseguente trauma. Un vero peccato, soprattutto se pensiamo alla bravura dell'attrice italiana.
Tutti gli altri attori che ruotano attorno ad un prodotto ancora una volta troppo “Pieraccioni-centrico” sembrano quasi semplici comparse. Personaggi già visti - in ruoli differenti - in precedenti lavori del regista. Unica menzione per uno sprecato Davide Marotta (vi ricordate le famose pubblicità negli anni ‘80 della Kodak con protagonista Ciribiribì? ecco, lui.) che qui diventa una semplice spalla all'interno di gag che, francamente, non ci hanno fatto ridere.
Ed é proprio il fattore risata l'altro grande limite di questa pellicola. Il Professor Cenerentolo non stupisce. Le battute, i tempi comici, le inquadrature sanno tutte di già visto, con lo spettatore che quasi si aspetta quello che arriverà, non riuscendo di conseguenza a ridere. Una lunghissimo e per niente divertente effetto deja vu che necessita di una forte rinfrescata.
Bisogna però ammettere che nella seconda parte della pellicola, quando il film si apre più alla coralità, il tutto sembra funzionare in maniere leggermente più armonica, salvo poi sprofondare nuovamente nella ridondanza quando il film torna ad essere incentrato sul personaggio di Umberto.
Insomma, andare a guardare Il Professor Cenerentolo significa aspettarsi già tutto quello che un film di Pieraccioni può offrire: il solito personaggio ingenuo ma buono, la solita bella donna da conquistare ed il solito clima quasi fiabesco infarcito di gag ormai prevedibili. Vent'anni fa questa formula funziona alla grande, e fino a qualche anno é riuscita a regalare delle soddisfazioni al regista in termini di botteghino, ma visti gli ultimi risultati, servirebbe un netto cambio di rotta che speriamo possa avvenire già dalla prossima pellicola.
Con Il Professor Cenerentolo, Pieraccioni non tradisce il suo modo di fare cinema e ci propone ancora una volta, una favola per tutta la famiglia. Dopo il mezzo flop di Un Fantastico Via Vai, e il ritorno in cabina di sceneggiatura di Giovanni Veronesi, sarà questo il film che farà tornare al pieno successo Pieraccioni? scopriamolo nella nostra recensione.
Un principe scontato…
Il Professor Cenerentolo ci racconta la storia di Umberto Massaciuccoli (Leonardo Pieraccioni), un ingegnere che per evitare il fallimento della sua azienda edile decide di compiere un colpo in banca. Sfortunatamente il colpo non andrà come previsto e Umberto si ritroverà a dover scontare quattro anni di pena all'interno del carcere di Ventotene (una splendida isola in provincia di Latina). Sull'isola tutti gli vogliono bene, grazie a diverse attività legate al mondo del cinema che porta avanti con i detenuti, e soprattutto per via delle ripetizioni che dà alla figlia del direttore del carcere (Flavio Insinna), che gli vale il nomignolo di “professore” da parte di tutti.
Arrivato quasi a fine pena Umberto viene messo a lavorare per qualche ora all'interno di una biblioteca insieme ad Arnaldo (Davide Marotta). Tutto cambierà quando durante un dibattito di cinema, dove il nostro protagonista incontrerà Morgana (Laura Chiatti) una ragazza che dopo un incidente sembra non avere tutte le rotelle a posto. Tra i due nasce qualcosa, ma Umberto non vuole farle capire che é incarcerato all'interno della prigione dell'isola e che il suo tempo libero é davvero limitato.
Solamente leggendo questo incipit legato alla trama del film, si può facilmente, e tristemente, intuire la direzione che Pieraccioni - insieme a Veronesi - ha deciso di far intraprendere a questo suo dodicesimo film.
Una direzione che ormai accompagna il regista da vent'anni e che vede sempre quel tono fabiesco, sovrastare tutto e tutti. Di per se non sarebbe un male, stiamo in fin dei conti parlando di un prodotto natalizio. Quello che succede in questa pellicola, é esattamente quello che già si era percepito nella precedente, ovvero una forte sensazione di già visto.
Umberto é il classico personaggio di Pieraccioni: bonaccione, un pò sbadato, ma che con il suo essere maldestro riesce sempre a far innamorare donne bellissime. In questo caso abbiamo una Laura Chiatti a cui é stato appiccicato addosso un personaggio a tratti davvero irritante, e che non riesce a difendersi neanche davanti alla scusa dell'incidente con conseguente trauma. Un vero peccato, soprattutto se pensiamo alla bravura dell'attrice italiana.
Tutti gli altri attori che ruotano attorno ad un prodotto ancora una volta troppo “Pieraccioni-centrico” sembrano quasi semplici comparse. Personaggi già visti - in ruoli differenti - in precedenti lavori del regista. Unica menzione per uno sprecato Davide Marotta (vi ricordate le famose pubblicità negli anni ‘80 della Kodak con protagonista Ciribiribì? ecco, lui.) che qui diventa una semplice spalla all'interno di gag che, francamente, non ci hanno fatto ridere.
Ed é proprio il fattore risata l'altro grande limite di questa pellicola. Il Professor Cenerentolo non stupisce. Le battute, i tempi comici, le inquadrature sanno tutte di già visto, con lo spettatore che quasi si aspetta quello che arriverà, non riuscendo di conseguenza a ridere. Una lunghissimo e per niente divertente effetto deja vu che necessita di una forte rinfrescata.
Bisogna però ammettere che nella seconda parte della pellicola, quando il film si apre più alla coralità, il tutto sembra funzionare in maniere leggermente più armonica, salvo poi sprofondare nuovamente nella ridondanza quando il film torna ad essere incentrato sul personaggio di Umberto.
Insomma, andare a guardare Il Professor Cenerentolo significa aspettarsi già tutto quello che un film di Pieraccioni può offrire: il solito personaggio ingenuo ma buono, la solita bella donna da conquistare ed il solito clima quasi fiabesco infarcito di gag ormai prevedibili. Vent'anni fa questa formula funziona alla grande, e fino a qualche anno é riuscita a regalare delle soddisfazioni al regista in termini di botteghino, ma visti gli ultimi risultati, servirebbe un netto cambio di rotta che speriamo possa avvenire già dalla prossima pellicola.