Il Regno del Pianeta delle Scimmie - Abbiamo visto l'edizione 4K
Riprese native 4K, sontuosa CGI per uno spettacolo gradevole che poteva dare di più
Diretto da Wes Ball (Maze Runner franchise), il quarto capitolo della nuova saga si basa su un nuovo mondo che sembra aver superato definitivamente il dominio umano, “metabolizzato” dalla natura e abitato da comunità di primati indipendenti.
La trama si svolge diverse generazioni dopo la morte di Cesare, protagonista sin dal reboot del 2011 L'alba del pianeta delle scimmie, esplorandone la figura mitizzata: antico messia per alcuni e re guerriero per altri. La narrazione segue il giovane scimpanzé Noa, in viaggio per salvare il suo villaggio da un leader scimmiesco tirannico autoproclamatosi "Nuovo Cesare".
Noa incrocerà un’umanità sopravvissuta e il vecchio saggio orangutan Raka, che lo guida e gli insegna i valori della compassione e dell'unione per il benessere di tutti. Percorso che assume sfumature quasi spirituali toccando temi come il potere, l’interpretazione dei miti e la convivenza pacifica tra specie diverse, portando il film su un piano riflessivo che supera il semplice intrattenimento action. Il budget investito c'è e si vede tutto, sorta di sorprendente frontiera dell'attuale CGI capace di creare un mondo naturale dettagliato e realistico, dove le creature in motion-capture appaiono così reali.
Nell'insieme un bel cambio di registro dopo la “battaglia finale” percorsa nel discreto (2017) War for the Planet of the Apes di Matt Reeves, con il film di Ball in eccesso di licenza poetica, dilungandosi fin troppo oltre che non entusiasmare. Visivamente impeccabile, le scelte narrative hanno scontentato chi non si aspettava uno sviluppo così introspettivo, senza peraltro allontanarsi completamente da temi già esplorati in passato. Il regno del pianeta delle scimmie ha avuto un'accoglienza perlopiù positiva dalla critica, con un dignitoso riscontro ai botteghini che l'ha portato a superare di poco i 397 milioni di dollari a livello mondiale contro i 160 milioni di budget.
Una saga lunga 56 anni: recensione de Il Regno del Pianeta delle Scimmie
Lo storico franchise nato con Il pianeta delle scimmie, capolavoro del 1968 di Franklin J. Schaffner ancora oggi attualissimo nella lettura dello spirito di autodistruzione dell'uomo, alla fine contava 5 film con l'ultimo (piuttosto modesto) Anno 2670 – Ultimo atto (1973) di J. Lee Thompson.
Il film di Wes Ball termina con l'apertura verso un fronte narrativo che potrebbe condurre a un nuovo sviluppo e diverse similitudini tra il film del '73 e il futuro capitolo. Del resto il conclamato successo commerciale dovrebbe convincere la produzione ad aprire le porte all'ipotetica conclusione della seconda pentalogia. Le cose non starebbero però così secondo quanto ha affermato tempo fa l'attore Andy Serkis (storico Gollum che ha interpretato Cesare), il quale auspicava diversi altri capitoli a suffragio di un franchise molto più vasto. Difficile immaginare un simile scenario, specie quando l'invenzione narrativa non ha avuto modo di distinguersi seriamente dal passato come in questo quarto film. Qui trovate la recensione completa di Elisa Giudici.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie - Come si vede
Kingdom of the Planet of the Apes è stato girato interamente digitale (Arri Alexa LF, Arri Alexa Mini LF e Blackmagic URSA Mini Pro) giungendo a un master 4K, da cui si è partiti per la lavorazione di questa edizione UHD 20th Century Studios e Disney / Buena Vista distribuita da Eagle Pictures. Formato 2.39:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-66 doppio strato. Dal punto di vista delle immagini siamo di fronte a un risultato superlativo, a dimostrazione delle vette tech raggiungibili con impressionanti livelli di dettaglio e la sensazione di poter per esempio contare le foglie di un albero.
Discorso identico per le panoramiche e le inquadrature in campo largo, enfatizzando ulteriormente la ricca scenografia anche nelle transizioni notturne. In tal senso si percepisce profondità di campo anche con illuminazione minima, mentre l’HDR-10 favorisce la dinamica delle luci e la brillantezza cromatica, avvicinando alle riprese native.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie - Come si sente
Audio Dolby Digital Plus 7.1 canali (1024 kbps) italiano di dignitosa resa per un ascolto Home Theater che restituisce più di un momento gradevole tra effetti, dialoghi e passaggi musicali. Qualche buon ingaggio del subwoofer, ma nel complesso si ha il desiderio di una maggiore presenza scenica per l'intera opera, soprattutto se l'ascolto avviene attraverso un verso impianto Home Theater.
Per salire ulteriormente di quota occorre passare all'originale Dolby TrueHD con oggetti ATMOS (24 bit) 7.1.4 ma solo per il disco UHD, sul BD-50 con la versione 2K Full HD c'è invece il DTS-HD Master Audio 7.1 canali. In ATMOS si è circondati da una sorta di bolla sonora, con un profluvio di elementi sonori anche dai diffusori posteriori, dando maggior sostegno a partire dalle composizioni musicali di John Paesano e caricando l'enfasi degli eventi.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie - Extra
Come extra un making of con interessanti informazioni sulla produzione, addestramento del cast, scenografie e computer grafica (23'). Inoltre scene eliminate o estese con commento opzionale di Wes Ball (32'). Sottotitoli in italiano. L'edizione statunitense in più offre una seconda versione del film con un montaggio “raw” non definitivo e commento opzionale dei creativi.
Durata: 145'
Nazione: Stati Uniti
Voto
Redazione
Il regno del pianeta delle scimmie
Visivamente affascinante sia per la parte artistica che per il risultato tecnico di cui si fregia questa edizione 4K HDR-10, l'audio Dolby Digital Plus 7.1 canali favorisce lo spettacolo se l'ascolto avviene tramite impianto Home Theater ma non può competere con l'inglese. In originale si può infatti scegliere tra Dolby TrueHD/ATMOS 7.1.4 per il 4K e DTS-HD Master Audio 7.1 in 2K, esaltando in misura più netta e coinvolgente l'intero comparto audio. Extra interessanti, peccato l'assenza della seconda versione "raw" inclusa nell'edizione USA.