Il Segreto dei suoi Occhi

di Roberto Vicario
Spesso Hollywood non é sinonimo di storie originali. Non é raro, infatti, che il mercato cinematografico più conosciuto e prolifico al mondo attinga anche da pellicole che hanno avuto successo in altri paesi, realizzandone dei veri e propri remake in versione statunitense. Riuscendo anche nell'ingrato compito di peggiorarli ("Uomini che odiano le donne" vi dice niente?). Una pratica usata, abbastanza spesso, anche nel nostro paese. Vi basti pensare a Benvenuti al Sud (giusto per citare un prodotto discretamente recente e di successo) che rappresenta il remake in salsa nostrana di Benvenuti al Nord, pellicola d'incredibile successo in Francia.

Anche Il segreto dei Suoi Occhi rientra all'interno di questa casistica. Si tratta infatti del remake del film argentino El Secreto de sus Ojos, thriller profondo, apprezzato dalla critica tanto da vincere il premio Oscar nel 2010 come miglior film straniero.

Come sarà andato andato questo remake? proviamo a spiegarvelo nella nostra recensione.



Remake che convince a metà…



Le storie di Jess (Julia Roberts), investigatrice del procuratore generale, dell'investigatore dell'FBI Ray (Chiwetel Eijofr) e della vice procuratrice distrettuale Claire (Nicole Kidman), pur vivendo di alti e bassi umani pienamente comprensibili, ha permesso ai tre di creare un solido rapporto personale ed emotivo che sovrastava quello lavorativo.

Gli equilibri verranno però rotti quando, rispondendo alla chiamata di un omicidio, Ray scoprirà che il cadavere che é stato trovato in un cassonetto dela spazzatura nei pressi di una moschea che lui stesso avrebbe dovuto sorvegliare, é quello della figlia di Jess. Questo evento porterà alla rottura totale degli equilibri tra questi personaggi. A distanza di tredici anni dall'accaduto, tuttavia, Ray riaprirà il caso irrisolto, grazie ad una serie di nuovi elementi legati all'omicidio che potrebbero portarlo alla cattura dell'efferato killer.



Nel lavoro svolto da Hollywood e dal regista e sceneggiatore Bily Ray, molti degli elementi che hanno reso famoso il prodotto originale argentino, cambiano o sono modificati. Personaggi che di sesso differente, un finale "alternativo" rispetto a quello del prodotto originale e qualche altro piccolo dettaglio che ovviamente non vi sveliamo.

La più grossa mancanza di questo trailer é però quell'importanza che veniva data agli sguardi dei vari personaggi, ma soprattutto quella sensazione di forte cambiamento e di clima politico/culturale che si intrecciava in maniera perfetta con la trama della pellicola originale. In questa versione statunitense si cerca di traslare tutto il discorso sociale e politico dietro al disastro dell'11 settembre, non riuscendo però ad essere efficace e genuino come quello degli anni '70 argentini.

In linea generale dobbiamo comunque sottolineare che non ci troviamo davanti ad un brutto film. Il segreto dei Suoi Occhi, sfruttando anche un cast che ci é sembrato decisamente valido e ben amalgamato, risulta un thriller psicologico e sociale molto particolare, con una storia differente da quella originale argentina (a sua volta tratta da un libro), ma comunque - sfruttando un ritmo mai troppo blando - valida e d'intrattenimento. Alcuni momenti, inoltre, ci hanno davvero convinto grazie a scene d'impatto di un certo peso.



Il confronto rispetto all'originale spagnolo viene però perso nel momento in cui viene a mancare quella sorta di collegamento emotivo che Campanella (regista della versione argentina) era riuscito invece a creare con il suo prodotto originale. Tutto sembra più distaccato e freddo, e le stesse sensazioni ed emozioni dei vari personaggi che si vedono sullo schermo, ma non si percepiscono pienamente.

Insomma, questa versione a stelle e strisce de Il Segreto dei Suoi Occhi é un prodotto che pur perdendo il confronto con la versione originale, risulta un thriller interessante e piacevole. Una piccola perla grezza per tutti gli amanti del genere che non mancheranno sicuramente di apprezzarlo per certi aspetti, ma anche di notarne degli altri che dimostrano una gestione troppo schematica, precisa e poco emotiva da parte del regista. Proprio questo limite narrativo, sommato a quello politico e culturale profondamente cambiato tra le due pellicole, sono i due elementi cardine che fanno, a conti fatti, perdere il confronto tra questa versione e quella originale. Se vi capita buttategli un occhio, altrimenti se siete amanti del thriller originali e piuttosto validi, provate a recuperare la versione argentina.