Immaculate, suor Sydney Sweeney è molto più ambiziosa del previsto: la recensione del film

Immaculate vuole essere più del film horror riempitivo che gioca la facile carta di una protagonista molto chiacchierata e avvenente e la fascinazione della blasfemia. La bella notizia è che, a tratti, riesce a esserlo.

Per certi versi Immaculate è proprio quello che sembrerebbe essere: un horror fatto con poco, che si gioca la carta sempreverde della blasfemia in campo religioso. Non è nemmeno il primo film che vediamo con questa stessa trama nel 2024. Anche Omen - L'origine del presagio si apriva con una giovane suora con passaporto statunitense, ingenua e illibata, che decide di trasferirsi in un remoto convento italiano per assistere donne bisognose. Seguono gravidanze indesiderate e che di divino hanno ben poco.

Succede lo stesso all’inizio di Immaculate. Suor Cecilia (Sydney Sweeney) arriva a Roma e viene bloccata alla dogana. Non ha biglietto di ritorno e la polizia doganale le chiede perché, così giovane, voglia chiudersi in convento. Un convento dedicato alla Madre Dolorosa, sperduto nella campagna virgiliana del Lazio, che dal 1632 si prende cura delle religiose vicine alla morte e al ricongiungimento con il loro Dio. Una vita pesante fisicamente e spiritualmente.

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Cecilia una risposta la dà e continuerà a darla nel corso del film, ma è irrilevante. La religione e la fede infatti non sono argomenti che interessano davvero a Immaculate. Come film, sfrutta un immaginario cinematografico classico del cattolicesimo, per poi indulgere nella sua distruzione blasfema e gore. Le suore sono truccate, mantengono il proprio nome quando prendono i voti, portano i capelli lunghi sotto il velo e vivono in una realtà quasi idilliaca, sempre ovviamente ignorando le giovani novizie che tentano di fuggire uccise nottetempo, le consorelle mascherate che spiano le nuove arrivate, l’occasionale suicidio con corpi che cadono nel vuoto (alla Omen, appunto).

Sydney Sweeney è un giovane donna molto sveglia, dentro e fuori Immaculate

Tuttavia Immaculate funziona molto bene, quantomeno a tratti. Questo perché una volta accertato che il suo obiettivo sia creare un’atmosfera blasfema e spaventare lo spettatore (non porsi grandi domande ed esplorarle attraverso l’orrorifico), lavora davvero bene per raggiungere il suo scopo.

Sul piatto il film mette parecchie scene molto violente, che hanno la meglio sulla voglia di risolverla facile con qualche jump scare. C’è molto sangue, ci sono denti cavati, unghie che si staccano, marchiature a fuoco, tentativi di affogamento e torture condotte nottetempo. In questo mare di violenza e abuso naviga la protagonista Cecilia, interpretata da una Sydney Sweeney che ricerca sempre attivamente e con successo il ruolo della scream queen.

Immaculate, suor Sydney Sweeney è molto più ambiziosa del previsto: la recensione del film

Verso la fine della pellicola c’è una scena molto lunga di un suo primo piano, quasi a darle la stessa possibilità che Mia Goth ha afferato al volo in Pearl di Ti West: quella di girare una scena iconica di disperazione e dolore che contorcono i lineamenti (ricordate quel grottesco urlo di Pearl “I am a star!”?). È il regalo che la protagonista e produttrice del film fa a sé stessa, mettendosi in mostra, dopo averci tenuto compagnia per 89 minuti solidi, compatti, in cui la sua dolce novizia si rivela obbediente e devota, delicata, ma anche arguta e per nulla desiderosa di abbandonarsi all’atmosfera mortifera del convento. Era da tempo che in un horror di questo tipo una protagonista non se ne uscita con un paio di tentativi di fuga credibili, scaltri, capaci di trarre in inganno per qualche secondo anche lo spettatore.

Immaculate è originale e punta a stupire, ma si rivela spesso frettoloso

Immaculate ha un paio di frecce narrative al proprio arco. Una è la storia dietro la misteriosa gravidanza che trasforma Cecilia in una sorta di seconda immacolata concezione. L’altra è la scena finale che pone fine al film. Una scelta forte, perché c’erano tanti e molti modi per addolcirla. Per esempio puntare su qualcosa di visivamente mostruoso che rendesse meno impressionante l’atto perpetuato e le modalità dello stesso.

A fronte della volontà di puntare su violenza, sangue e gore e di scegliere un finale forte, il film spesso dimostra scritto troppo frettolosamente. Oltre alla visione invero superficiale del funzionamento di gerarchie, rituali e sacramenti proprio del cattolicesimo, ci sono nozioni abbastanza importanti a cui semplicemente non si è pensato di dare risposta. In che epoca, di preciso, è ambientato il film? Il modello di valigia di Cecilia, la macchina del convento e il cellulare usato in una scena danno tre risposte molto differenti a questa domanda.

Immaculate, suor Sydney Sweeney è molto più ambiziosa del previsto: la recensione del film

Allo stesso modo la regia di Michael Mohan è attenta e ricercata, con un paio di passaggi di pregio (la prospettiva della portatrice di bara con una cinepresa a spalla che segue dal retro la cassa di legno in cui è finito uno dei personaggi), ma sin troppo appoggiata all’iconografia legata a questo genere di pellicole horror religiose, all’amena realtà rurale italiana. È come se, trovata la splendida location dove si è girato, la si sia voluta immortalare esattamente come da stereotipo, non lavorando a sufficienza per farne risaltare la specificità, per tirarne fuori la personalità.

Chi invece dimostra carattere sono le aggiunte italiane del cast, a cui Sweeney consente di brillare. Le suore di Sara Tabasco e Benedetta Porcaroli sono molto più che vittime sacrificali in attesa della prescelta del titolo, così come la consorella gelosa di Giulia Heathfield Di Renzi che accoglie Cecilia nel convento commentando: “sei una ragazza molto dolce…e lo intendo come un complimento”. Così come in Tutti tranne te, la commedia romantica più di successo del 2024 che Sweeney ha prodotto e recitato, l’attrice ha saputo trovare le persone giuste per il cast, dando loro spazio e modo di brillare.

Immaculate - La Prescelta

Durata: 89'

Nazione: Stati Uniti

7

Voto

Redazione

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Immaculate - La Prescelta

Immaculate e un horror a sfondo religioso che sfrutta la cornice cattolica in chiave puramente estetica e d’intrattenimento. È un piccolo progetto davvero curato, purtroppo un po' rovinato da un’alternanza di passaggi originali e ben pianificati a sviste della sceneggiatura, vaga e imprecisa. Nei duplici panni di produttrice e attrice Sydney Sweeney si conferma una star dal gran fiumo e dal talento in crescita, non solo come scream queen.