Independence Day: Rigenerazione
Era il 1996 quando Independence Day usciva nei cinema di tutto il mondo. Il film diretto da Roland Emmerich raggiunse un successo al botteghino che vanta pochi rivali grazie ad effetti speciali mozzafiato, un'invasione aliena senza precedenti e persino la distruzione di alcuni edifici simbolici degli Stati Uniti. Non é un caso che il titolo del film si riferisse proprio al 4 luglio, festa nazionale americana per eccellenza, a sottolineare la forte componente patriottica della pellicola.
Vent'anni dopo, eccoci di nuovo alle prese con un'invasione aliena. Ritroviamo vecchi nemici e molti dei protagonisti del primo film, ma il mondo é cambiato. Se nel 1996 gli Stati Uniti erano la sola super-potenza a livello globale, anche nella lotta contro gli alieni, nel 2016 troviamo una sorta di alleanza planetaria che comprende necessariamente anche la Cina.
Non illudetevi, il perno del film sono ancora loro, gli americani, ma in questo secondo capitolo troviamo alcuni elementi di cambiamento. Il nuovo presidente degli Stati Uniti é una donna, americani e cinesi collaborano a difesa del pianeta e il mondo sembrerebbe più unito.
Dall'ultima volta che gli alieni hanno attaccato la Terra, l'umanità si é impossessata delle tecnologie all'avanguardia dei suoi invasori e ha sviluppato un sistema di difesa che dovrebbe garantire la nostra incolumità. Il governo degli Stati Uniti, oltre a sfruttare le potenti tecnologie extraterrestri, tiene prigionieri alcuni esemplari nemici per monitorarli. Ma a pochi giorni dalla celebrazione del ventennale di quel famoso 4 luglio 1996, ecco che la nave aliena atterrata in Sud Africa inizia a manifestare strani segni di attivita'…
Come spesso capita nei sequel arrivati a molti (forse troppi) anni di distanza dal primo film, la componente nostalgica gioca un ruolo importante, quasi fondamentale. Rivediamo David Levinson, alias Jeff Goldblum, nonché suo padre, il dottor Julius Levinson, interpretato ancora una volta da Judd Hirsch.
L'ex presidente Thomas Whitmore (Bill Pullman), la cui vita é cambiata in modo irreversibile dopo gli eventi del '96, viene assistito dalla figlia Patty (Maika Monroe). Con grande dispiacere del pubblico, Will Smith non é presente nel film, perciò la sua apparizione é unicamente sottoforma di ritratto commemorativo in un fugace cameo. Al suo posto c'é però il figlio Dylan (Jesse Usher), pilota dell'aeronautica, che lavora con Jake (Liam Hemsworth), fidanzato di Patty dal temperamento molto impulsivo.
Fra personaggi noti e altri da conoscere, il film non si discosta molto dai canoni del genere apocalittico, un genere che lo stesso Emmerich ha contribuito ad alimentare con pellicole dal sapore catastrofico. Il problema fondamentale é che, fra lo spettatore degli anni '90 e quello del 2016, ci sono alcune differenze non trascurabili. Come dimostrano i numerosi flop dei colossal americani durante l'estate appena trascorsa, sembra che il pubblico si sia stancato del solito tripudio di effetti speciali privi di contenuto.
Emmerich e soci provano in ogni modo ad aggiornare il film con spunti di contemporaneità, aggiungendo qua e là nella trama messaggi di pace e offrendoci la visione di nazionalità diverse in grado di collaborare, ma la pellicola non riesce ad uscire dal tracciato del suo genere.
Il film, nel complesso, regala due ore di intrattenimento puro all'insegna di effetti speciali e scontri all'ultimo sangue contro gli alieni. Emmerich conosce bene il mestiere e riesce a creare un buon mix di azione e sentimento, come nella migliore tradizione delle invasioni aliene.
Forse il problema siamo proprio noi spettatori, noi che sappiamo esattamente quando aspettarci il discorso del presidente o la marcia solenne, perché abbiamo visto troppi film catastrofici per riuscire a stupirci. Non possono mancare i soliti, inevitabili personaggi-macchietta, con il chiaro compito di allentare la tensione nei momenti più difficili, ancora una volta nel solco del film catastrofico.
Il consiglio é quello di vedere il nuovo Independence Day senza troppe aspettative, se non quelle di trascorrere del tempo in compagnia di alieni megalomani e di esplosioni, con la consapevolezza che servirà qualcosa di davvero innovativo per ridare un po' di smalto a questo genere cinematografico.
Vent'anni dopo, eccoci di nuovo alle prese con un'invasione aliena. Ritroviamo vecchi nemici e molti dei protagonisti del primo film, ma il mondo é cambiato. Se nel 1996 gli Stati Uniti erano la sola super-potenza a livello globale, anche nella lotta contro gli alieni, nel 2016 troviamo una sorta di alleanza planetaria che comprende necessariamente anche la Cina.
Non illudetevi, il perno del film sono ancora loro, gli americani, ma in questo secondo capitolo troviamo alcuni elementi di cambiamento. Il nuovo presidente degli Stati Uniti é una donna, americani e cinesi collaborano a difesa del pianeta e il mondo sembrerebbe più unito.
Dall'ultima volta che gli alieni hanno attaccato la Terra, l'umanità si é impossessata delle tecnologie all'avanguardia dei suoi invasori e ha sviluppato un sistema di difesa che dovrebbe garantire la nostra incolumità. Il governo degli Stati Uniti, oltre a sfruttare le potenti tecnologie extraterrestri, tiene prigionieri alcuni esemplari nemici per monitorarli. Ma a pochi giorni dalla celebrazione del ventennale di quel famoso 4 luglio 1996, ecco che la nave aliena atterrata in Sud Africa inizia a manifestare strani segni di attivita'…
Come spesso capita nei sequel arrivati a molti (forse troppi) anni di distanza dal primo film, la componente nostalgica gioca un ruolo importante, quasi fondamentale. Rivediamo David Levinson, alias Jeff Goldblum, nonché suo padre, il dottor Julius Levinson, interpretato ancora una volta da Judd Hirsch.
L'ex presidente Thomas Whitmore (Bill Pullman), la cui vita é cambiata in modo irreversibile dopo gli eventi del '96, viene assistito dalla figlia Patty (Maika Monroe). Con grande dispiacere del pubblico, Will Smith non é presente nel film, perciò la sua apparizione é unicamente sottoforma di ritratto commemorativo in un fugace cameo. Al suo posto c'é però il figlio Dylan (Jesse Usher), pilota dell'aeronautica, che lavora con Jake (Liam Hemsworth), fidanzato di Patty dal temperamento molto impulsivo.
Fra personaggi noti e altri da conoscere, il film non si discosta molto dai canoni del genere apocalittico, un genere che lo stesso Emmerich ha contribuito ad alimentare con pellicole dal sapore catastrofico. Il problema fondamentale é che, fra lo spettatore degli anni '90 e quello del 2016, ci sono alcune differenze non trascurabili. Come dimostrano i numerosi flop dei colossal americani durante l'estate appena trascorsa, sembra che il pubblico si sia stancato del solito tripudio di effetti speciali privi di contenuto.
Emmerich e soci provano in ogni modo ad aggiornare il film con spunti di contemporaneità, aggiungendo qua e là nella trama messaggi di pace e offrendoci la visione di nazionalità diverse in grado di collaborare, ma la pellicola non riesce ad uscire dal tracciato del suo genere.
Il film, nel complesso, regala due ore di intrattenimento puro all'insegna di effetti speciali e scontri all'ultimo sangue contro gli alieni. Emmerich conosce bene il mestiere e riesce a creare un buon mix di azione e sentimento, come nella migliore tradizione delle invasioni aliene.
Forse il problema siamo proprio noi spettatori, noi che sappiamo esattamente quando aspettarci il discorso del presidente o la marcia solenne, perché abbiamo visto troppi film catastrofici per riuscire a stupirci. Non possono mancare i soliti, inevitabili personaggi-macchietta, con il chiaro compito di allentare la tensione nei momenti più difficili, ancora una volta nel solco del film catastrofico.
Il consiglio é quello di vedere il nuovo Independence Day senza troppe aspettative, se non quelle di trascorrere del tempo in compagnia di alieni megalomani e di esplosioni, con la consapevolezza che servirà qualcosa di davvero innovativo per ridare un po' di smalto a questo genere cinematografico.