Into the Storm
Avvicinarsi ad un “disaster movie” non é mai troppo semplice, soprattutto quando ci si deve trovare a valutare, nel loro complesso, tutta una serie di elementi importanti che ne disegnano il profilo come ad esempio la trama, la spettacolarità delle scene in computer grafica e, non ultimo per importanza, un buon cast pronto ad amalgamare il tutto sotto la guida di un sapiente regista.
Con “Into the Storm”, il buon Steven Quale (per chi non lo conoscesse, l'uomo dietro la macchina da presa in Final Destination 5) cerca di portare sul grande schermo l'impeto e la furia di cui é capace Madre Natura, sotto forma di terribili tornado pronti a spazzar via ogni cosa si trovino loro di fronte. Sarà stato in grado di eliminare ogni nostra perplessità? Vediamolo insieme.
Attenzione, previsto forte vento e raffiche di pioggia
La trama del film si sviluppa in una piccola cittadina americana chiamata Silverton, dove un nutrito gruppo di ragazzi é in procinto di diplomarsi. Come spesso si vede negli USA, questo traguardo non solo segna un passaggio importante in termini di istruzione ma determina per ogni ragazzo e ragazza una tappa fondamentale dell'adolescenza che di solito porta con sé firme colorite sull'annuario, un classico ballo di fine anno e, perché no, condizioni inaspettate pronte a farti comprendere il senso della vita.
Il caso vuole, o sarebbe più corretto dire il regista, che la “condizione inaspettata” si manifesti in un modo oseremmo dire dirompente, visto che un gruppo di tornado impazziti é pronto a devastare la piccola cittadina come fosse un modellino in scala. In questo contesto oltremodo “burrascoso”, l'abile Quale inserisce i personaggi della sua storia, presentandoli a piccole dosi nei primi venti minuti così da non sovraccaricare lo spettatore di informazioni inutili alla fruizione del film.
Vediamo quindi entrare in scena Richard Armitage (nel film Gary Morris) che al posto di imbracciare spada e scudo di quercia si trova perfettamente preparato nel vestire i panni di un semplice insegnante, padre di due figli e fulcro fondamentale in cui gireranno intorno gli eventi del film, nonché gli altri attori, rispettivamente un gruppo di studenti pronti a lasciare filmati amatoriali ai posteri, meteorologi cacciatori di tornado e youtuber apparentemente fuori di testa. I personaggi riescono ad essere amalgamati senza difficoltà grazie all'ottima sceneggiatura di John Swetnam, in un interessante susseguirsi di azioni pronte ad esplodere dal momento in cui viene avvistato il primo tornado.
La natura é capace di grandi spettacoli per gli occhi
Da quel momento in poi, il film diventa decisamente più dinamico, ed inscena una perfetta catena di eventi in grado di tenere il livello di suspense molto alto, grazie alle scelte registiche nel separare volutamente i personaggi per approfondire di più la loro storia così da tenere, conseguentemente, più alto il tiro nei confronti del pubblico. Lasciandovi quindi da parte elementi della trama fondamentali, é doveroso tenere un occhio di riguardo a tutto il lavoro dietro agli effetti speciali, realizzati sorprendentemente senza esagerare (strano, ma vero) o almeno senza inscenare quegli esempi di distruzione ingiustificata solo per dimostrare il classico “ehy, questo é un disaster movie!”.
Chiaramente ogni evento naturale é curato in ogni sua componente, la formazione dei tornado sembra seguire una logica meschina nel comparire nei momenti meno opportuni, in un alternarsi di mordi e fuggi che riesce a rapire completamente l'interesse dello spettatore, ricreando una lieve sensazione di disagio ed ansia che va via via crescendo a seconda della comparsa di nuovi elementi di distruzione, coadiuvato da un egregio lavoro in sala di regia per la composizione della colonna sonora, affidata ad una vecchia conoscenza del regista, ovvero Brian Tyler. Il pathos costruito dietro al susseguirsi della storia é una delle cose più riuscite del film, ed ammettiamo che Quale ci sembra molto più “maturato” dall'ultimo lavoro cinematico legato al genere dei disaster movie.
Quindi non tutti i tornado vengono per nuocere
Quale non é stato solo bravo a realizzare un copione funzionale in quasi tutti i suoi aspetti. La storia intorno ai personaggi é perfettamente bilanciata e non va ad approfondire relazioni inutili amorose stile “frasi baci perugina”, formalizzando una storia bilanciata senza troppe pretese, in cui vengono annullati quegli eccessivi fronzoli di patriottismo legati al sogno americano che finiscono per rovinare un prodotto con moralismi qualunquisti, visti e rivisti.
Into the Storm, chiaramente, non é un prodotto perfetto, alcune scene ci hanno lasciato con un grosso punto interrogativo sulla testa, ma dobbiamo ammettere che, nel complesso, tutta la pellicola sembra funzionare a dovere, realizzando un ottimo spettacolo per gli occhi, una storia semplice su cui fare affidamento ed un intercalare della trama ben ritmato e per nulla noioso.
Con “Into the Storm”, il buon Steven Quale (per chi non lo conoscesse, l'uomo dietro la macchina da presa in Final Destination 5) cerca di portare sul grande schermo l'impeto e la furia di cui é capace Madre Natura, sotto forma di terribili tornado pronti a spazzar via ogni cosa si trovino loro di fronte. Sarà stato in grado di eliminare ogni nostra perplessità? Vediamolo insieme.
Attenzione, previsto forte vento e raffiche di pioggia
La trama del film si sviluppa in una piccola cittadina americana chiamata Silverton, dove un nutrito gruppo di ragazzi é in procinto di diplomarsi. Come spesso si vede negli USA, questo traguardo non solo segna un passaggio importante in termini di istruzione ma determina per ogni ragazzo e ragazza una tappa fondamentale dell'adolescenza che di solito porta con sé firme colorite sull'annuario, un classico ballo di fine anno e, perché no, condizioni inaspettate pronte a farti comprendere il senso della vita.
Il caso vuole, o sarebbe più corretto dire il regista, che la “condizione inaspettata” si manifesti in un modo oseremmo dire dirompente, visto che un gruppo di tornado impazziti é pronto a devastare la piccola cittadina come fosse un modellino in scala. In questo contesto oltremodo “burrascoso”, l'abile Quale inserisce i personaggi della sua storia, presentandoli a piccole dosi nei primi venti minuti così da non sovraccaricare lo spettatore di informazioni inutili alla fruizione del film.
Vediamo quindi entrare in scena Richard Armitage (nel film Gary Morris) che al posto di imbracciare spada e scudo di quercia si trova perfettamente preparato nel vestire i panni di un semplice insegnante, padre di due figli e fulcro fondamentale in cui gireranno intorno gli eventi del film, nonché gli altri attori, rispettivamente un gruppo di studenti pronti a lasciare filmati amatoriali ai posteri, meteorologi cacciatori di tornado e youtuber apparentemente fuori di testa. I personaggi riescono ad essere amalgamati senza difficoltà grazie all'ottima sceneggiatura di John Swetnam, in un interessante susseguirsi di azioni pronte ad esplodere dal momento in cui viene avvistato il primo tornado.
La natura é capace di grandi spettacoli per gli occhi
Da quel momento in poi, il film diventa decisamente più dinamico, ed inscena una perfetta catena di eventi in grado di tenere il livello di suspense molto alto, grazie alle scelte registiche nel separare volutamente i personaggi per approfondire di più la loro storia così da tenere, conseguentemente, più alto il tiro nei confronti del pubblico. Lasciandovi quindi da parte elementi della trama fondamentali, é doveroso tenere un occhio di riguardo a tutto il lavoro dietro agli effetti speciali, realizzati sorprendentemente senza esagerare (strano, ma vero) o almeno senza inscenare quegli esempi di distruzione ingiustificata solo per dimostrare il classico “ehy, questo é un disaster movie!”.
Chiaramente ogni evento naturale é curato in ogni sua componente, la formazione dei tornado sembra seguire una logica meschina nel comparire nei momenti meno opportuni, in un alternarsi di mordi e fuggi che riesce a rapire completamente l'interesse dello spettatore, ricreando una lieve sensazione di disagio ed ansia che va via via crescendo a seconda della comparsa di nuovi elementi di distruzione, coadiuvato da un egregio lavoro in sala di regia per la composizione della colonna sonora, affidata ad una vecchia conoscenza del regista, ovvero Brian Tyler. Il pathos costruito dietro al susseguirsi della storia é una delle cose più riuscite del film, ed ammettiamo che Quale ci sembra molto più “maturato” dall'ultimo lavoro cinematico legato al genere dei disaster movie.
Quindi non tutti i tornado vengono per nuocere
Quale non é stato solo bravo a realizzare un copione funzionale in quasi tutti i suoi aspetti. La storia intorno ai personaggi é perfettamente bilanciata e non va ad approfondire relazioni inutili amorose stile “frasi baci perugina”, formalizzando una storia bilanciata senza troppe pretese, in cui vengono annullati quegli eccessivi fronzoli di patriottismo legati al sogno americano che finiscono per rovinare un prodotto con moralismi qualunquisti, visti e rivisti.
Into the Storm, chiaramente, non é un prodotto perfetto, alcune scene ci hanno lasciato con un grosso punto interrogativo sulla testa, ma dobbiamo ammettere che, nel complesso, tutta la pellicola sembra funzionare a dovere, realizzando un ottimo spettacolo per gli occhi, una storia semplice su cui fare affidamento ed un intercalare della trama ben ritmato e per nulla noioso.