Io e Lei
di
Roberto Vicario
Il cinema moderno ha trattato in molte forme la sfera dell'omosessualità. Sono diversi i registi e gli attori che si sono cimentati nel raccontare (o denunciare) persone che hanno semplicemente deciso di amare persone diverse da quelle che la società reputa “normali”. Ogni regista ha messo il suo tocco personale, da film drammatici di Ferzan Ozpetek a quelli più particolari e forti come La Vita di Adele.
In questo contesto si inserisce anche Io e Lei di Maria Sole Tognazzi con protagoniste Margherita Buy e Sabrina Ferilli. Un film che per certi versi si stacca dalla massa, sfruttando un'angolatura e una storia che trasforma la pellicola in una pura e semplice storia da tutti i giorni. Ma entriamo più nel dettaglio.
La trama di Io e Lei ci racconta una classica storia d'amore. Da una parte c'é Federica (Margherita Buy) una donna di mezza età cresciuta in un contesto borghese, persona dall'animo un po represso, estremamente insicura, tanto da accorgersi “tardi” della sua omosessualità. Dall'altra abbiamo invece Marina (Sabrina Ferilli), una donna cresciuta invece in modo più spartano, con una fallimentare carriera cinematografia alle spalle e ora reinventata commerciante, ma con una famiglia che l'ha sempre supportata e tantissima voglia di tornare a fare quello che le piace.
Le due si innamorano, ma mentre Marina é fermamente convinta del suo amore verso Federica, la compagna vive con un po più di paura questa relazione, alternando fasi di pura vergogna ad altre in cui sembra persino vacillare il suo amore e le sue certezze sull'essere omosessuale.
Il film della Tognazzi, é un prodotto intelligente e coraggioso, dobbiamo dargliene atto. A differenza di altri film di genere, Io e Lei non gioca sui classici cliché a cui la cinematografica ci ha abituato, ma punta tutto sulla commedia (portata avanti da una straripante Ferilli) semplice, fatta di quei racconti e meccanismi quotidiani che qualsiasi coppia può vivere.
Proprio questo é uno dei punti di forza che costantemente emerge durante la visione: la quotidianità. Senza andare a cercare concetti e storie arzigogolate, i vari passaggi delle pellicola ci mostrano scene che potrebbero accadere nella vita di chiunque, dando ovviamente una versione particolare del tutto grazie ai contrasti caratteriali delle due protagoniste, e al fatto di avere un'età decisamente più adulta se confrontate con le protagoniste di altre storie simili.
Ci troviamo così davanti ad una vera e propria commedia gay, in cui senza pregiudizi di qualsiasi tipo si racconta con coraggio e il sorriso sulle labbra una condizione umana che é ancora lontana dal trovare una posizione credibile all'interno di una società troppo chiusa mentalmente. Inoltre, la bravura della Tognazzi é stata quella di non andare a cercare lo “scandalo” a tutti i costi, scegliendo in maniera intelligente, di lasciare praticamente quasi fuori del tutto dalla sceneggiatura la parte più intima del rapporto.
A rafforzare il concetto di commedia, ci pensano alcuni passaggi in cui si nota in maniera piuttosto netta che nei momenti in cui il film vira sul drammatico, l'efficacia delle immagini tende ad essere meno valida rispetto ai momenti più leggeri. Un difetto fortunatamente contenuto nell'arco della visione, ma che dimostra in maniera ancora più forte e netta come il film sia indirizzato in una dimensione piuttosto precisa, tanto che l'uscire da questa direzione gli fa perdere un po di forza.
Non possiamo ovviamente non citare gli attori che hanno, con ruoli più marginali, contribuito a dare efficacia al contesto narrativo, su tutti uno splendido Ennio Fantastichini. In sostanza Maria Sole Tognazzi si é rivelata preparata nel realizzare un film che può arrivare a chiunque senza disdegnare passaggi e citazioni come quelli a I Ragazzi Stanno Bene con Julianne Moore piuttosto che quello a Il vizietto (film diretto da Molinaro su soggetto di Poiret di cui il padre, Ugo Tognazzi, fu protagonista quarant'anni fa).
Io e Lei si é quindi dimostrata una commedia fresca, divertente che nonostante qualche calo drammatico non proprio perfetto, riesce per tutta la durata del film a raccontare senza pregiudizi una storia in cui alla fine, quello che conta, non sono le persone, non sono i problemi, ma l'amore, indipendentemente dalla forma con cui questo si manifesta. Amore, che ha due nomi su tutti Margherita Buy e Sabrina Ferilli, due personaggi che difficilmente dimenticherete nel breve periodo e che con il sorriso di una e le insicurezze dell'altra ci dimostrano che in fondo, esulando da qualsiasi tipo di pensiero, paura o vergogna, quello che conta é essere sempre se stessi…
In questo contesto si inserisce anche Io e Lei di Maria Sole Tognazzi con protagoniste Margherita Buy e Sabrina Ferilli. Un film che per certi versi si stacca dalla massa, sfruttando un'angolatura e una storia che trasforma la pellicola in una pura e semplice storia da tutti i giorni. Ma entriamo più nel dettaglio.
L'amore sincero, senza filtri.
La trama di Io e Lei ci racconta una classica storia d'amore. Da una parte c'é Federica (Margherita Buy) una donna di mezza età cresciuta in un contesto borghese, persona dall'animo un po represso, estremamente insicura, tanto da accorgersi “tardi” della sua omosessualità. Dall'altra abbiamo invece Marina (Sabrina Ferilli), una donna cresciuta invece in modo più spartano, con una fallimentare carriera cinematografia alle spalle e ora reinventata commerciante, ma con una famiglia che l'ha sempre supportata e tantissima voglia di tornare a fare quello che le piace.
Le due si innamorano, ma mentre Marina é fermamente convinta del suo amore verso Federica, la compagna vive con un po più di paura questa relazione, alternando fasi di pura vergogna ad altre in cui sembra persino vacillare il suo amore e le sue certezze sull'essere omosessuale.
Il film della Tognazzi, é un prodotto intelligente e coraggioso, dobbiamo dargliene atto. A differenza di altri film di genere, Io e Lei non gioca sui classici cliché a cui la cinematografica ci ha abituato, ma punta tutto sulla commedia (portata avanti da una straripante Ferilli) semplice, fatta di quei racconti e meccanismi quotidiani che qualsiasi coppia può vivere.
Proprio questo é uno dei punti di forza che costantemente emerge durante la visione: la quotidianità. Senza andare a cercare concetti e storie arzigogolate, i vari passaggi delle pellicola ci mostrano scene che potrebbero accadere nella vita di chiunque, dando ovviamente una versione particolare del tutto grazie ai contrasti caratteriali delle due protagoniste, e al fatto di avere un'età decisamente più adulta se confrontate con le protagoniste di altre storie simili.
Ci troviamo così davanti ad una vera e propria commedia gay, in cui senza pregiudizi di qualsiasi tipo si racconta con coraggio e il sorriso sulle labbra una condizione umana che é ancora lontana dal trovare una posizione credibile all'interno di una società troppo chiusa mentalmente. Inoltre, la bravura della Tognazzi é stata quella di non andare a cercare lo “scandalo” a tutti i costi, scegliendo in maniera intelligente, di lasciare praticamente quasi fuori del tutto dalla sceneggiatura la parte più intima del rapporto.
Io e Lei non gioca sui classici cliché a cui la cinematografia ci ha abituato, ma punta tutto sulla commedia.
A rafforzare il concetto di commedia, ci pensano alcuni passaggi in cui si nota in maniera piuttosto netta che nei momenti in cui il film vira sul drammatico, l'efficacia delle immagini tende ad essere meno valida rispetto ai momenti più leggeri. Un difetto fortunatamente contenuto nell'arco della visione, ma che dimostra in maniera ancora più forte e netta come il film sia indirizzato in una dimensione piuttosto precisa, tanto che l'uscire da questa direzione gli fa perdere un po di forza.
Non possiamo ovviamente non citare gli attori che hanno, con ruoli più marginali, contribuito a dare efficacia al contesto narrativo, su tutti uno splendido Ennio Fantastichini. In sostanza Maria Sole Tognazzi si é rivelata preparata nel realizzare un film che può arrivare a chiunque senza disdegnare passaggi e citazioni come quelli a I Ragazzi Stanno Bene con Julianne Moore piuttosto che quello a Il vizietto (film diretto da Molinaro su soggetto di Poiret di cui il padre, Ugo Tognazzi, fu protagonista quarant'anni fa).
Io e Lei si é quindi dimostrata una commedia fresca, divertente che nonostante qualche calo drammatico non proprio perfetto, riesce per tutta la durata del film a raccontare senza pregiudizi una storia in cui alla fine, quello che conta, non sono le persone, non sono i problemi, ma l'amore, indipendentemente dalla forma con cui questo si manifesta. Amore, che ha due nomi su tutti Margherita Buy e Sabrina Ferilli, due personaggi che difficilmente dimenticherete nel breve periodo e che con il sorriso di una e le insicurezze dell'altra ci dimostrano che in fondo, esulando da qualsiasi tipo di pensiero, paura o vergogna, quello che conta é essere sempre se stessi…