Irrational Man

Tra i registi più prolifici di Hollywood, Woody Allen non smette mai di stupire con una produzione che ha dell'incredibile. Se consideriamo non solo i film che lo vedono nella veste di regista, sceneggiatore e principale interprete, ma anche quelli in cui “si limita” a stare dietro la macchina da presa, Allen ha diretto un numero vertiginoso di pellicole. E sembra che uno dei modi per dimostrare la sua versatilità sia proprio quello di non essere presente in tutti suoi film. Operazione che, negli ultimi anni, sta facendo sempre più spesso. Se pensiamo a Magic in the Moonlight o Blue Jasmine, giusto per citare due titoli recenti, notiamo che a prevalere sono i suoi interpreti, piuttosto che lo stesso Allen. L'apice di questa tendenza lo ha raggiunto con Match Point, inquietante thriller che ha svelato a tutti un Woody Allen davvero inaspettato.

In realtà, ad uno sguardo più attento, lo stile del regista newyorchese segna in modo inconfondibile anche le pellicole alle quali non partecipa come attore, forse per un'insistente ricorrenza di tematiche ormai ben note al suo pubblico. Fra i temi che sembrano assillarlo maggiormente, la filosofia ricopre da sempre un ruolo centrale. Sarà forse per questo motivo che con Irrational Man si é divertito a mostrarne le contraddizioni e i limiti.



Alla sua seconda collaborazione con Allen, Emma Stone é già stata etichettata da molti come la nuova musa del regista, ma sembra che all'attrice questa definizione stia un po' stretta. Conosciuta da gran parte del pubblico per il ruolo di Gwen Stacy in The Amazing Spider-Man, l'attrice americana sta dimostrando, anche grazie a Woody Allen, le sue capacità di interprete.
Qui la troviamo nei panni di Jill, studentessa modello con una vita tranquilla ma una forte attrazione per le personalità sregolate e problematiche. L'incontro con una di queste personalità instabili avviene quando l'inquieto Abe Lucas, professore di filosofia con un passato da attivista sociale, approda nel college di Braylin, cittadina di villeggiatura sulla East Cost.
La filosofia é in gran parte masturbazione mentale.


E se c'era qualcuno adatto a impersonare un professore di filosofia all'apice della depressione e della crisi esistenziale, questo qualcuno era Joaquin Phoenix, che per il film é ingrassato di ben 15 chili per calarsi meglio nei panni del filosofo-alcolizzato.
La coppia Stone-Phoenix funziona molto bene, grazie a un buon bilanciamento fra gli elementi ironici e quelli più drammatici. Irrational Man si regge sul delicato equilibrio fra giallo psicologico e commedia, fra sentimenti e dramma, riuscendo a portare alla luce interessanti interrogativi sulla morale umana. Una vera e propria lezione di filosofia nascosta fra le righe del film, non tanto nelle citazioni celebri di filosofi e scrittori fatte da Abe, quanto nella riflessione sulle conseguenze delle nostre azioni.



Il nuovo film di Woody Allen sembra quasi un'indagine sui limiti morali dell'essere umano e sulle motivazioni, o meglio, le giustificazioni, che lo spingono ad agire in modo sbagliato.
Abe, che non riesce a provare più piacere per la vita, si butta in una relazione con la collega Rita (Parker Posey), la quale non trova il coraggio di separarsi dal marito e iniziare una nuova vita con le proprie forze. Intanto, però, l'amicizia con la brillante Jill rischia di trasformarsi in qualcosa di più, anche se la ragazza é fidanzata con Roy (Jamie Blackley), che sembra accorgersi fin da subito del fascino esercitato da Abe su Jill. La svolta avviene quando Jill e Abe ascoltano per caso una conversazione al ristorante, rimanendone un po' troppo coinvolti.

Fin dall'inizio, il film mostra apertamente i limiti della parola e della riflessione filosofica, entrambe spesso utilizzate come vestito appariscente per coprire la mancanza di un vero contenuto di fondo. Pur avendo la testa piena di nozioni e concetti saccheggiati da saggi e articoli, sembra dirci Allen, non é detto che si possa agire in maniera corretta, soprattutto a livello etico.
In uno dei suoi rari momenti di lucidità, lo stesso Abe ricorda ai suoi studenti un concetto già presente in Io e Annie, cioé che la filosofia altro non sarebbe se non “masturbazione mentale”. Più che un attacco in piena regola a questa disciplina, quello di Allen é anzi un invito a usare con cautela i concetti teorici, che senza un risvolto pratico coerente si rivelano nuvole di fumo.

E' evidente solo l'inutilità di certe elucubrazioni mentali, ma anche il loro essere armi a doppio taglio, che se usate da persone intelligenti ma immorali diventano il pretesto per compiere qualsiasi azione.
Appena raggiunto il traguardo degli 80 anni, Woody Allen é più attivo e polemico che mai, o forse é semplicemente in linea con il proprio percorso artistico e umano.
Anche se il film lascia senza risposta, specialmente nel finale, alcune domande sulle ulteriori conseguenze degli eventi, nel complesso troviamo Allen decisamente in forma, se ci passate il termine. Se la collaborazione con Emma Stone continuerà a dare i suoi frutti come con le ultime due pellicole, le premesse per i prossimi film sono ottime.

Irrational Man
L'amicizia fra Jill e Abe rischia di sfociare in qualcosa di più.


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