007: Spectre
di
Roberto Vicario
L'attesa é finita. 007: Spectre arriverà nelle sale la prossima settimana, e i fan della spia con licenza di uccidere non vedono l'ora di ammirare l'atto finale di una quadrilogia che, per la prima volta nella storia della saga, ha visto più capitoli collegarsi tra di loro.
Una poker cinematografico con un compito difficilissimo: ricostruire la figura di James Bond in chiave moderna, togliendo quella patina creata da attori del calibro di Roger Moore e Sean Connery, e poi egregiamente portata avanti da Pierce Brosnan.
Ma cosa dobbiamo aspettarci dal ventiquattresimo capitolo della saga? Scopriamolo insieme all'interno della nostra recensione. Avete preparato smoking e vodka martini? Bene allora proseguiamo.
Spectre ci racconterà l'atto finale della lotta tra James Bond (Daniel Craig) e la celeberrima organizzazione segreta chiamata Spectre, comandata da uno strepitoso Christoph Waltz. Nel frattempo il nuovo M (Ralph Fiennes) dovrà lottare a tutti i costi con il governo britannico (e non solo!) per far sopravvivere i servizi segreti e soprattutto il programma 00.
Come sempre Bond sarà appoggiato da un gruppo di persone come Q (Ben Whishaw) e Miss Moneypenny (Naomie Harris), nonostante un MI6 sempre più pericolante dopo i fatti accaduti in Skyfall. Non mancheranno nemmeno le Bond Girl con la presenza della sempre affascinante Monica Bellucci e una agguerrita Lea Seydoux, di cui non vi sveliamo volutamente nulla.
Nelle circa due ore e mezza di film vedremo, come al solito, il giusto mix di inseguimenti, scazzottate, combattimenti e sparatorie. Elementi piuttosto classici della serie che, soprattutto nella prima ora e mezza, saranno supportati da un intreccio ben costruito da Mendes ed estremamente interessante. Una sorta di preludio che sembra aprire le porte ad un finale scoppiettate, ma che purtroppo, nell'ultima ora, manca di coraggio lasciando un po di amaro in bocca per una realizzazione fin troppo scolastica e quasi scontata.
Spectre però non manca di molti elementi positivi, che visti in quadro più ampio ci fanno capire ancora di più il lavoro fatto sul personaggio di Bond. In maniera più marcata rispetto a Skyfall entreremo ancora di più nella “normalità” del mito, rivelandone le sue umane debolezze e scavando nel suo passato come mai prima d'ora. Tanti tasselli di un puzzle che ci permetteranno di avere una visione più chiara di un personaggio che si adatta ai tempi che corrono, perdendo un po' del fascino dei primi tempi ma risultando decisamente più credibile nostante la spettacolarità delle azioni compiute su schermo. Non bisogna sottovalutare poi un elemento ricorrente per tutta la durata della pellicola: la morte. Gli sceneggiatori e Mendes sfruttano questo argomento così difficile per collegare tutti i passaggi delle quattro pellicole, facendo ripercorre a Bond quasi ogni singola perdita che ha costellato la sua lotta con la Spectre e facendo tornare sempre a galla il nome di Vesper Lynd, personaggio visto in Casino Royale interpretato da Eva Green, e probabilmente primo, vero, grande amore della spia. Non a caso il film inizia proprio in Messico, durante la parata del Dia de los Muertos.
Bisogna anche sottolineare i meriti del regista di Reading. Mendes gioca con il passato di 007 in maniera sublime, aggiungendo passaggi iconici e momenti ben scalfiti nella memoria di qualsiasi fan della spia inglese. Situazioni con quel tipico humor “bondiano” e scene d'azione che richiamano altri momenti cruciali e indelebili della spia, condite da un tocco di surrealismo che trova il suo apice nel personaggio di Dave Bautista e da una serie di oggetti che ovviamente non vi sveliamo.
Insomma, non possiamo certo dire che Spectre verrà ricordato come il capitolo più memorabile della saga, ma piuttosto - a fronte anche di quello che vi abbiamo descritto - come un film chiave nell'evoluzione e nella definizione del personaggio e di quello che potrebbe rappresentare il futuro di questo longevissimo brand. Spectre segna in maniera indelebile l'icona di un personaggio in grado di segnare più di un'epoca in un modo tanto diretto quanto pericoloso. Un breccia di fragilità, umanità e “sentimentalismo” che scorta in parte all'interno di Skyfall qui sboccia definitivamente.
Non sappiamo quale sarà il futuro del personaggio, ma quello di cui siamo convinti é che chiunque arriverà dopo Craig dovrà fare un lavoro incredibile per rendere valida la sua interpretazione, perché volente o nolente l'attore di Chester, insieme agli sceneggiatori Neal Purvis e Robert Wade, e in buona parte anche Paul Haggis, hanno costruito un personaggio che pur facendo discutere, rimarrà impresso nella memoria di qualsiasi fan.
Tirando le somme possiamo quindi tranquillamente affermare che, nonostante un vistoso calo di ritmo nella seconda parte della pellicola, Spectre é un tassello che qualsiasi buon appassionato del personaggio non può permettersi di perdere. Per tutti gli altri si tratta semplicemente di un più che discreto film d'azione, senza infamia e senza lode.
Una poker cinematografico con un compito difficilissimo: ricostruire la figura di James Bond in chiave moderna, togliendo quella patina creata da attori del calibro di Roger Moore e Sean Connery, e poi egregiamente portata avanti da Pierce Brosnan.
Ma cosa dobbiamo aspettarci dal ventiquattresimo capitolo della saga? Scopriamolo insieme all'interno della nostra recensione. Avete preparato smoking e vodka martini? Bene allora proseguiamo.
L'umanità del mito
Spectre ci racconterà l'atto finale della lotta tra James Bond (Daniel Craig) e la celeberrima organizzazione segreta chiamata Spectre, comandata da uno strepitoso Christoph Waltz. Nel frattempo il nuovo M (Ralph Fiennes) dovrà lottare a tutti i costi con il governo britannico (e non solo!) per far sopravvivere i servizi segreti e soprattutto il programma 00.
In maniera più marcata rispetto a Skyfall entreremo ancora di più nella “normalità” del mito
Come sempre Bond sarà appoggiato da un gruppo di persone come Q (Ben Whishaw) e Miss Moneypenny (Naomie Harris), nonostante un MI6 sempre più pericolante dopo i fatti accaduti in Skyfall. Non mancheranno nemmeno le Bond Girl con la presenza della sempre affascinante Monica Bellucci e una agguerrita Lea Seydoux, di cui non vi sveliamo volutamente nulla.
Nelle circa due ore e mezza di film vedremo, come al solito, il giusto mix di inseguimenti, scazzottate, combattimenti e sparatorie. Elementi piuttosto classici della serie che, soprattutto nella prima ora e mezza, saranno supportati da un intreccio ben costruito da Mendes ed estremamente interessante. Una sorta di preludio che sembra aprire le porte ad un finale scoppiettate, ma che purtroppo, nell'ultima ora, manca di coraggio lasciando un po di amaro in bocca per una realizzazione fin troppo scolastica e quasi scontata.
Spectre però non manca di molti elementi positivi, che visti in quadro più ampio ci fanno capire ancora di più il lavoro fatto sul personaggio di Bond. In maniera più marcata rispetto a Skyfall entreremo ancora di più nella “normalità” del mito, rivelandone le sue umane debolezze e scavando nel suo passato come mai prima d'ora. Tanti tasselli di un puzzle che ci permetteranno di avere una visione più chiara di un personaggio che si adatta ai tempi che corrono, perdendo un po' del fascino dei primi tempi ma risultando decisamente più credibile nostante la spettacolarità delle azioni compiute su schermo. Non bisogna sottovalutare poi un elemento ricorrente per tutta la durata della pellicola: la morte. Gli sceneggiatori e Mendes sfruttano questo argomento così difficile per collegare tutti i passaggi delle quattro pellicole, facendo ripercorre a Bond quasi ogni singola perdita che ha costellato la sua lotta con la Spectre e facendo tornare sempre a galla il nome di Vesper Lynd, personaggio visto in Casino Royale interpretato da Eva Green, e probabilmente primo, vero, grande amore della spia. Non a caso il film inizia proprio in Messico, durante la parata del Dia de los Muertos.
Bisogna anche sottolineare i meriti del regista di Reading. Mendes gioca con il passato di 007 in maniera sublime, aggiungendo passaggi iconici e momenti ben scalfiti nella memoria di qualsiasi fan della spia inglese. Situazioni con quel tipico humor “bondiano” e scene d'azione che richiamano altri momenti cruciali e indelebili della spia, condite da un tocco di surrealismo che trova il suo apice nel personaggio di Dave Bautista e da una serie di oggetti che ovviamente non vi sveliamo.
Insomma, non possiamo certo dire che Spectre verrà ricordato come il capitolo più memorabile della saga, ma piuttosto - a fronte anche di quello che vi abbiamo descritto - come un film chiave nell'evoluzione e nella definizione del personaggio e di quello che potrebbe rappresentare il futuro di questo longevissimo brand. Spectre segna in maniera indelebile l'icona di un personaggio in grado di segnare più di un'epoca in un modo tanto diretto quanto pericoloso. Un breccia di fragilità, umanità e “sentimentalismo” che scorta in parte all'interno di Skyfall qui sboccia definitivamente.
Non sappiamo quale sarà il futuro del personaggio, ma quello di cui siamo convinti é che chiunque arriverà dopo Craig dovrà fare un lavoro incredibile per rendere valida la sua interpretazione, perché volente o nolente l'attore di Chester, insieme agli sceneggiatori Neal Purvis e Robert Wade, e in buona parte anche Paul Haggis, hanno costruito un personaggio che pur facendo discutere, rimarrà impresso nella memoria di qualsiasi fan.
Tirando le somme possiamo quindi tranquillamente affermare che, nonostante un vistoso calo di ritmo nella seconda parte della pellicola, Spectre é un tassello che qualsiasi buon appassionato del personaggio non può permettersi di perdere. Per tutti gli altri si tratta semplicemente di un più che discreto film d'azione, senza infamia e senza lode.