Kingsman: Il Cerchio d'oro

Matthew Vaughn e la sua combriccola di agenti segreti tornano in azione per farci rivivere quelle stesse atmosfere che resero, sorprendentemente, Kingsman: Secret Service una delle pellicole più divertenti, esplosive ed irriverenti degli ultimi anni, trovando un'accoglienza positiva sia da critica sia dal pubblico.

A distanza di due anni, il regista inglese, già apprezzato per Kick-Ass e responsabile del primo reboot degli X-Men, torna a dirigere un nuovo episodio del cinefumetto basato sul comic book creato da Dave Gibbons e Mark Miller.

E lo fa in grande stile richiamando agli ordini, in primo luogo, i volti noti del primo film.

Infatti fanno parte del cast: il non più esordiente Taron Egerton, protagonista del prossimo nuovo adattamento cinematografico di Robin Hood, nei panni di Gary "Eggsy" Unwin, Mark Strong nel ruolo del sempre fidato Merlino, e, infine, il redivivo Harry Hart/Galahad, interpretato da Colin Firth, ma il come faccia a risultare ancora vivo lo lasciamo scoprire a voi...piccolo indizio: "farfalle"!

Il numerosissimo parco di attori si compone delle new entry Halle Berry, Channing Tatum, Pedro Pascal e Jeff Bridges, agenti segreti della controparte americana dei Kingsman.

E per finire, l'antagonista incarnata dalla bellissima Julianne Moore, signora della droga e bizzarra amante di cani robot e hamburger umani.

 Ma ripartiamo da dove eravamo rimasti. Il primo capitolo si concludeva con Harry/Galahad (Colin Firth) ucciso dall'eccentrico nemico miliardario Valentine ed Eggsy (Taron Egerton) che, dopo aver salvato l'umanità facendo esplodere una buona quantità di teste in uno spettacolo pirotecnico degno del miglior capodanno cinese, si intratteneva intimamente con la principessa di Svezia.

Ed è proprio da qui che riprende la storia. Eggsy e la principessa Tilde portano avanti la loro storia d'amore, mentre il ragazzo prova in tutti i modi a fare buona impressione ai genitori della sua amata. L'agenzia segreta Kingsman, con il suo nuovo capo Artù (Michael Gambon), cerca di rimettere insieme i pezzi dopo le varie perdite subite.

Nel frattempo, in un luogo sperduto del mondo, Poppy (Julianne Moore) e la sua organizzazione "Il Cerchio d'Oro" hanno in mente un piano per distruggere i nostri amati agenti segreti e minacciare l'intera umanità.

Gli agenti Kingsman, in difficoltà, dovranno chiedere l'aiuto dei cugini "oltreoceano", gli Statesman.

 Kingsman - Il Cerchio d'Oro si conferma un concentrato puro di azione, violenza e humour, caratteristiche sopra le righe alle quali Vaughn ci ha ormai abituati da tempo.

Anche in questo seguito il regista usa tutti i mezzi a sua disposizione per raccontare una spy-story moderna, tralasciando stavolta la tecnologia per puntare direttamente all’elemento portante della società odierna:  le sostanze illecite. Narrando a modo suo il legame che unisce produttori e distributori di droga a coloro che ne fanno uso, Vaughn non si lascia scappare l'opportunità di criticare il Potere; in questo specifico caso, un Presidente degli Stati Uniti particolarmente opportunista interpretato da Bruce Greenwood, accusato di usare la disgrazia imminente per avere un proprio tornaconto.

La mano di Matthew Vaughn continua a vedersi in ogni inquadratura, dal combattimento a bordo dell’automobile durante la sequenza iniziale, alla solita scazzottata al bar, dall'irriverenza delle battute alle ormai immancabili sparatorie a tempo di musica. Però questa volta non osa così tanto e il tutto lascia allo spettatore uno strano sapore di "già visto".

Il cast molto numeroso, inoltre, non giova al film come ci si sarebbe aspettato a giudicarlo sulla carta.

Nel dettaglio, i veterani Egerton e Firth si ritrovano poco al centro dell'attenzione e forse per questo risultano meno ispirati.

Alcune delle new entry precedentemente elencate vengono utilizzate poco o male, facendo finire nel mirino anche il personaggio della Moore che risulta così poco caratterizzato: oltre alla sua innegabile follia e l'effetto malinconia dovuto al suo esilio forzato, non traspare molto di più. É innegabile a questo punto un parallelo tra Valentine, il cattivo interpretato con notevole successo da Samuel L. Jackson nel primo film, ed il più recente antagonista di questo sequel, nel quale non spicca né lascia nella memoria momenti di particolare intensità.

Una menzione particolare va a Mark Strong e Pedro Pascal: il primo, finalmente, trova il suo spazio e riesce a lasciare un'impronta significativa negli eventi narrati, mentre l'attore cileno, dopo aver trovato la sua dimensione sul piccolo schermo grazie alle serie TV Game Of Thrones e Narcos, sembra aver intrapreso una carriera promettente anche nel cinema.

Senza ombra di dubbio, tuttavia, la punta di diamante dell'intera opera è la guest star che mai ci saremmo aspettati: un Elton John preso in ostaggio della malvagia Poppy, che ci sorprende con il suo personaggio scurrile, rabbioso, e che a tempo debito si rivelerà anche un abile lottatore.

Imperdibile la sparatoria a ritmo di Wednes...ehm, Saturday Night's Alright (For Fighting).