Kingsman: Secret Service

di Andrea Cleri
Da un film di Matthew Vaughn é solito aspettarsi molta violenza, ironia ed un'atmosfera quasi cartoonesca; se a tutto questo poi si aggiunge l'aplomb e l'eleganza britannica dell'attore premio Oscar Colin Firth, cosa potrebbe mai uscirne?

Un ritorno in grande stile, quello di Vaughn, che a tre anni da X-men – L'inizio, si rimette dietro la macchina da presa per regalarci uno spy movie insolito e divertente, tratto dall'omonimo comic book di Mark Millar, che strizza l'occhio ai vecchi 007 interpretati da Roger Moore.



Un progetto importante per il regista di Kick Ass, che per Kingsman ha rinunciato al più sicuro (e probabilmente più semplice), X-Men Giorni di un futuro passato. Ed é lo stesso Vaughn che definisce questa sua scelta, come una delle più pazzesche della sua carriera, ammettendo però che un film come Kingsman riflette maggiormente la sua personalità. E dopo averlo visto, non possiamo che essere concordi.

La Kingsman é un'agenzia segreta britannica che da decenni protegge il mondo da ogni tipo di minaccia. Dopo l'uccisione di Lancillotto (Jack Davenport), l'agenzia ha la necessità di trovare un nuovo membro per l'organizzazione, imponendo ad ogni agente di proporre un candidato ideale. Harry Hart/Galahad (Colin Firth), quindi, si rivolge a Gary "Eggsy" Unwin (Taron Egerton), figlio di un suo vecchio compagno di battaglia che in passato sacrificò la propria vita per salvare quella di Harry.



Eggsy si troverà così ad affrontare molte prove per guadagnarsi il tanto desiderato posto e per allontanarsi definitivamente da quella che é stata la sua vita fino a quel momento.
Ma durante l'addestramento, un eccentrico miliardario Richard Valentine (Samuel L. Jackson) minaccia l'umanità, usando come mezzo la tecnologia oggigiorno a noi tanto cara. Una minaccia che solo gli agenti Kingsman possono fermare.

L'impronta del regista é chiara fin dai titoli di testa, distanziandosi dai cliché del genere grazie ad un curioso mix di humour e violenza quasi surreale. La sensazione é quella di ritrovarsi tra un cartoon e lo splatter di un film di Tarantino. Il tutto condito con scelte di effetti speciali davvero azzeccate e a tratti esilaranti. La colonna sonora é sicuramente una delle punte di diamante della pellicola: ne fanno parte Iggy Azalea, Dire Straits, Lynyrd Skynyrd e, per finire, i Take That, arrivati alla loro terza collaborazione con Vaughn. Brillanti anche i dialoghi, che lasciano spazio alle numerose citazioni di altre pellicole quali My Fair Lady o Shining.

Ma a rendere Kingsman il capolavoro di Vaughn é soprattutto la scelta di un cast stellare.
Partendo dal succitato Colin Firth che interpreta magnificamente la figura dell'aristocratico gentleman inglese, in grado di stupire anche quando costretto a tirare fuori la sua anima da James Bond. A testimonianza della sua nuova vena da uomo d'azione é assolutamente da vedere e gustare la scena del combattimento in chiesa, perfettamente realizzata anche grazie alla scelta perfetta di "Free Bird" come accompagnamento musicale.



Anche il giovane Taron Egerton riesce a conquistare il pubblico con una buona performance, calandosi perfettamente, prima, nel ruolo di giovane problematico proveniente da un ambiente completamente opposto a quello in cui si troverà appena arrivato alla Kingsman.
Arriviamo ai cattivi, con un Samuel L. Jackson straordinario e completamente fuori di testa, che caratterizza il suo personaggio andando volutamente sopra le righe, ma che vede far svanire tutta la sua credibilità a causa di un difetto di pronuncia molto spiccato. Accanto a lui troviamo Gazelle (Sofia Boutella) assistente personale di Valentine, dotata di affilate protesi agli arti inferiori che le danno un bel vantaggio in combattimento.

Fanno parte del cast anche Michael Caine (Artù), il capo dei Kingsman, e Mark Strong (Merlino), l'addestratore di agenti. Una particolarità facilmente apprezzabile é il cameo di Mark Hamill, che é presente anche nel comic book.