L'estate Addosso

di Roberto Vicario
Gabriele Muccino, dopo averci raccontato i tormenti nel rapporto tra un padre malato e la propria figlia, torna a parlarci di ragazzi giovani, smarriti, alla ricerca del proprio percorso. L'estate Addosso ripercorre quanto fatto da altri film del regista romano come ad esempio Come Te Nessuno Mai, ma con una formula differente, e uno stile ibrido tra prodotto tipicamente nostrano e film americano.



Un'estate per trovare il proprio percorso



Marco (Brando Pacitto) é un ragazzo che si é appena diplomato ad una scuola internazionale. Un ragazzo smarrito e che non riesce ancora a trovare il suo posto nel mondo. A settembre dovrà scegliere il suo percorso universitario e i dubbi nella sua testa sono più delle certezze. Tutto cambia nel momento in cui il suo amico "Vulcano" (Guglielmo Poggi) gli offre la possibilità di passare qualche giorno di vacanza a San Francisco a casa di due suoi amici gay, Matt (Taylor) e Paul (Joseph Haro). C'é però un grosso problema, Marco scopre che insieme a lui viaggerà Maria (Matilda Lutz) una ragazza bigotta ed estremamente imposta che a scuola non ha mai nemmeno calcolato. Questo sarà solo l'inizio di un'avventura che porterà i ragazzi a vivere un'estate davvero indimenticabile dall'altra parte dell'oceano, e forse a trovare anche se stessi e il loro posto nel mondo.

L'estate Addosso ci riporta quindi ad un Muccino che si rivolge ai giovani, che cerca nelle immagini e nei dialoghi tra questi quattro ragazzi una chiave di lettura per arrivare alle inquietudini di un'età in cui bisogna iniziare davvero a gettare le basi per il proprio futuro, scoprendo in alcuni casi quanto sia difficile trovare il proprio ruolo, lo spazio che si é sempre cercato o provare a rincorrere i proprio sogni.

Marco e Matilda sono esattamente quella tipologia di ragazzi a cui Muccino cerca di parlare. Partendo da due punti differenti i ragazzi incroceranno le proprie vite, vivranno delle esperienze che il regista romano centellina in maniera sapiente arricchendole con una variabile omosessuale e a tratti quasi trasgressiva (quasi a voler sottolineare l'assoluta infondatezza di chi lo addita come misogino) data dalla presenza di Matt e Paul, sullo sfondo di una città aperta come San Francisco.



In questo senso il film potrebbe anche funzionare grazie a delle trovate, come quella di una presenza massiccia di dialoghi in lingua originale, che potrebbero far discutere, ma che dimostrano il respiro ormai fortemente internazionale di questo regista. Perché L'estate Addosso é un film che si divide tra l'essere un prodotto della nostra cinematografia di formazione e il classico teen movie americano. Un misto che in parte funziona, ma che in troppe occasioni viene sporcato da una serie di dialoghi che stonano e che portano a confondere lo spettatore stesso, non più in grado di capire se sta guardando un prodotto destinato al pubblico adulto oppure un'opera prettamente orientata agli spettatori più giovani.

Gran parte di questo problema emerge perché la prorompente vena “drammatica” di Muccino viene a galla fin troppo spesso e riesce ad appesantire alcuni momenti, che stonano con altri che in maniera opposta risultano fin troppo leggeri e quasi “comici”. Bisogna invece dare atto al regista di essere un vero maestro nella gestione dei personaggi. Se sotto un aspetto puramente emotivo ed emozionale il personaggio meglio riuscito é sicuramente quello di Maria (in grado davvero di trasmettere un vero e proprio cambiamento, e non solo di mentalità), tutti i ragazzi vengono comunque diretti in maniera perfetta. Si muovono con una precisione che Muccino é in grado di gestire perfettamente come visto ne L'ultimo Bacio, ad esempio, e la camera si trova sempre al posto giusto e con i movimenti giusti, indugiando dove c'é bisogno di indugiare o seguendo i vari protagonisti che si spostano freneticamente da una location all'altra.

In sostanza non possiamo dire che L'estate Addosso sia un brutto film, anzi. Tuttavia rimaniamo perplessi davanti a quello che a tutti gli effetti é un film che non sembra avere una vera identità, che non si riesce a capire a che pubblico vuole parlare, e questo non é sicuramente un problema da poco.