La Befana vien di notte

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Paola è, all’apparenza, una ragazza come tante altre. Ama gli alunni della scuola elementare dove insegna, odia i bulli ed è adorata dal suo compagno che vuole sposarla a tutti i costi. Paola nasconde però un grande segreto: da mezzanotte alle sei del mattino si trasforma nella befana e lavora tutto l’anno per farsi trovare pronta al fatidico appuntamento del 6 gennaio, quando dovrà dispensare doni e carbone ai bambini. Quello di Paola (Paola Cortellesi) è un segreto che riesce a custodire da ben 500 anni, ma in un periodo storico dove cellulari e telecamere sono all’ordine del giorno, qualcosa sfugge al suo controllo, e presto si trova vittima di Mr. Johnny, il proprietario di una nota fabbrica di giocattoli, che la rapisce per prenderne il posto e diventare l’indiscusso idolo della infanzia 2.0.

Teaser Trailer

Anche se la pellicola è palesemente pensata per il pubblico più giovane, Soavi lancia un paio di stoccate importanti ad una modernità che vorrebbe mettere in secondo piano tradizioni e usanze che sopravvivono da secoli ed ecco quindi che la lotta tra Mr. Johnny e la Befana diventa la rappresentazione di uno scontro che vede proprio i bambini come vittime sacrificali di una industria che non si pone scrupoli a voler plagiare le loro giovani menti con materiali tossici, capaci di dare loro “dipendenza” (forse un rimando all’elettronica ormai sempre più ipnotizzante?). E ovviamente sono i bambini i veri protagonisti del film, dal momento che tutta la parte centrale della pellicola è dedicata alla loro azione di salvataggio della maestra/befana. Un’azione che prende a piene mani da prodotti “corali” dedicati al mondo dell’infanzia, da Stand By Me a Stranger Things, dove un gruppo eterogeneo e multietnico di giovanissimi unisce le proprie forze per il bene comune e per il raggiungimento del fine ultimo.

La Befana vien di notte

I riferimenti di cui sopra sono solo accennati, intendiamoci, perché se la serie Netflix e il capolavoro di Reiner sono prodotti pensati e realizzati per un pubblico adulto, lo stesso non si può dire per il lavoro di Soavi, che resta invece un prodotto che ha i giovanissimi come riferimento, giocando quindi sulla semplicità d’azione e di linguaggio. E da quel punto di vista, il film funziona ma sembra rimanere un po' indeciso sulla parte più comica e leggera della pellicola, che non consente alla verve comica della Cortellesi di emergere relegando le battute più riuscite di tutto il film a quelle che abbiamo visto nei trailer di presentazione. Soavi si dimostra invece perfettamente a proprio agio nella gestione delle scene ricche di effetti speciali e il film dispensa a piene mani sequenze dove la Cortellesi/befana sfreccia sulle splendide montagne dell’Alto Adige a cavallo della sua centenaria scopa. L’estrazione horror del regista milanese emerge in particolare nella scena dove i piccoli protagonisti vengono buttati in un compattatore (ricordando la celebre sequenza di Guerre Stellari), dove forse si lascia prendere un po' troppo la mano indugiando sui poveri ragazzini “pressati” in modo forse un po' troppo realistico.

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