La Casa
di
Roberto Vicario
La casa, film che ha consacrato definitivamente Sam Raimi tra i maestri dell'horror, é un film che, a detta di molti critici e addetti al settore, ha avuto all'interno del panorama del genere, che usa i demoni come deus ex machina dell'esperienza audio visiva, un ruolo molto più importante di quello che si può pensare.
Quello che il regista Fede Alvarez - molto giovane e all'esordio nel mondo Hollywodiano dopo un interessantissimo corto autoprodotto - é riuscito a realizzare, é un prodotto che pur seguendo il filo conduttore delle origini, da cui estrae il succo vitale dell'esperienza, riesce a ritagliarsi una personalità propria, concreta e tangibile dal primo sino all'ultimo fotogramma.
La storia ci racconta quindi di un gruppo di ragazzi (tre donne e due uomini) che decino di passare un week end all'interno di una casa nel bosco. Il tutto é organizzato per aiutare la ragazza più giovane ad uscire dal tunnel della droga, passando insieme a lei i primi giorni di totale astinenza. Tutto cambia quando in uno scantinato, addobbato con macabri gatti impaccati, i ragazzi trovano un libro che una volta letto evoca un demone da tempo sopito al suo interno. Proprio la ragazza più fragile é la prima ad essere posseduta e da questo punto inizieranno una serie di situazioni che degenereranno nella violenza sia psicologica che fisica più inaudita.
La strada scelta dal regista é infatti asciutta, diretta, che colpisce come un pugno nello stomaco. Dimenticatevi i contenuti semi comici della trilogia originale della casa, qui tutto é orchestrato ad arte per creare suspense e tensione con un susseguirsi di situazioni che metteranno a dura prova la tensione dello spettatore.
Il tutto é aiutato da una regia pressoché perfetta, che oltre ad una serie di inquadrature decisamente interessanti e un'ottima fotografia, ha la maestria di saper guidare passo a passo i movimenti e le espressioni degli attori, creando un contesto di assoluto impatto emotivo. Fede Alvarez é sopratutto bravo nel non cospargere di una morale eccessiva e ridondante la pellicola lasciando agli occhi e alla mente dello spettatore la libertà di interpretare quello che vuol dire il dolore che si auto infliggono i protagonisti della pellicola.
Proprio la violenza, esagerata e a tratti - forse - eccessiva, é un altro dei punti focali su cui si basa gran parte dell'esperienza. La presenza di sangue in quantità esagerata e il tipo di penitenze a cui si sottopongono i sopravvissuti sono di una cattiveria esagerata e - questo é bene sottolinearlo - potrebbe disturbare una certa fetta di pubblico. Ma anche in questo sta, se vogliamo, la forza della pellicola.
La casa é un film che si prende sul serio che abbandona l'ormai abusata tecnica delle citazioni - male moderno di molti horror/splatter - per costruire semplicemente un film in cui dei ragazzi si confrontato con un demone e devono lottare per non finire nelle fiamme della sofferenza, con buona pace della trilogia originale e di Sami Raimi e Bruce Campbell (che ha anche un piccolo cameo) che comunque hanno avallato il progetto, essendo produttori.
Certo, due chiari riferimenti alla trilogia originale ci saranno e lasciamo a voi il piacere di scoprirli, ma in linea di massima ci troviamo davanti ad un prodotto che può tranquillamente vivere di vita propria, senza dover per forza essere paragonato al prodotto originale.
In sostanza é un film che consigliamo a tutti gli amanti dell'horror, si avete letto bene, horror e non splatter! Fede Alvarez esordisce ad Hollywood e lo fa direttamente dalla porta principale. Seguendo il classico metro di giudizio utilizzato anche per gli altri film di cui abbiamo parlato, ci sentiamo di affidargli un bel 4 su 5. Voi l'avete visto? cosa ne pensate?
Quello che il regista Fede Alvarez - molto giovane e all'esordio nel mondo Hollywodiano dopo un interessantissimo corto autoprodotto - é riuscito a realizzare, é un prodotto che pur seguendo il filo conduttore delle origini, da cui estrae il succo vitale dell'esperienza, riesce a ritagliarsi una personalità propria, concreta e tangibile dal primo sino all'ultimo fotogramma.
La storia ci racconta quindi di un gruppo di ragazzi (tre donne e due uomini) che decino di passare un week end all'interno di una casa nel bosco. Il tutto é organizzato per aiutare la ragazza più giovane ad uscire dal tunnel della droga, passando insieme a lei i primi giorni di totale astinenza. Tutto cambia quando in uno scantinato, addobbato con macabri gatti impaccati, i ragazzi trovano un libro che una volta letto evoca un demone da tempo sopito al suo interno. Proprio la ragazza più fragile é la prima ad essere posseduta e da questo punto inizieranno una serie di situazioni che degenereranno nella violenza sia psicologica che fisica più inaudita.
La strada scelta dal regista é infatti asciutta, diretta, che colpisce come un pugno nello stomaco. Dimenticatevi i contenuti semi comici della trilogia originale della casa, qui tutto é orchestrato ad arte per creare suspense e tensione con un susseguirsi di situazioni che metteranno a dura prova la tensione dello spettatore.
Il tutto é aiutato da una regia pressoché perfetta, che oltre ad una serie di inquadrature decisamente interessanti e un'ottima fotografia, ha la maestria di saper guidare passo a passo i movimenti e le espressioni degli attori, creando un contesto di assoluto impatto emotivo. Fede Alvarez é sopratutto bravo nel non cospargere di una morale eccessiva e ridondante la pellicola lasciando agli occhi e alla mente dello spettatore la libertà di interpretare quello che vuol dire il dolore che si auto infliggono i protagonisti della pellicola.
Proprio la violenza, esagerata e a tratti - forse - eccessiva, é un altro dei punti focali su cui si basa gran parte dell'esperienza. La presenza di sangue in quantità esagerata e il tipo di penitenze a cui si sottopongono i sopravvissuti sono di una cattiveria esagerata e - questo é bene sottolinearlo - potrebbe disturbare una certa fetta di pubblico. Ma anche in questo sta, se vogliamo, la forza della pellicola.
La casa é un film che si prende sul serio che abbandona l'ormai abusata tecnica delle citazioni - male moderno di molti horror/splatter - per costruire semplicemente un film in cui dei ragazzi si confrontato con un demone e devono lottare per non finire nelle fiamme della sofferenza, con buona pace della trilogia originale e di Sami Raimi e Bruce Campbell (che ha anche un piccolo cameo) che comunque hanno avallato il progetto, essendo produttori.
Certo, due chiari riferimenti alla trilogia originale ci saranno e lasciamo a voi il piacere di scoprirli, ma in linea di massima ci troviamo davanti ad un prodotto che può tranquillamente vivere di vita propria, senza dover per forza essere paragonato al prodotto originale.
In sostanza é un film che consigliamo a tutti gli amanti dell'horror, si avete letto bene, horror e non splatter! Fede Alvarez esordisce ad Hollywood e lo fa direttamente dalla porta principale. Seguendo il classico metro di giudizio utilizzato anche per gli altri film di cui abbiamo parlato, ci sentiamo di affidargli un bel 4 su 5. Voi l'avete visto? cosa ne pensate?