La Casa – Il risveglio del male: recensione del reboot
Ammettendo un pronostico al ribasso, il quinto installment del franchise merita invece la visione
Dopo aver trascorso lungo tempo in viaggio per lavoro, sentendosi più smarrita del solito a causa di un inaspettato evento la giovane Beth (Lily Sullivan) va a trovare la sorella maggiore Ellie (Alyssa Sutherland) a Los Angeles in una notte buia e tempestosa, in cerca di una parola di conforto. Ellie dal canto suo vive un momento di grande difficoltà, rimasta sola ad accudire i tre figli in un appartamento all'interno di un antico palazzo prossimo alla demolizione, senza sapere dove trasferirsi.
La loro riunione verrà interrotta quando Danny (Morgan Davies), il maschio della famiglia, in seguito a una violenta scossa di terremoto rinviene in un sotterraneo un inquietante libro e dei dischi in vinile su cui è inciso anche un misterioso rituale. Finirà suo malgrado per evocare la presenza ultraterrena di un demone, desideroso di fare scempio dei presenti nel palazzo.
La Casa: il risveglio del male, horror tra passato e presente
Diverso Necronomicon, diversa ambientazione, ancestrali paure. Un reboot di tutto rispetto quello messo insieme da Lee Cronin (suo il dignitoso horror Hole – L'abisso, 2019), che Evil Dead Rise lo ha diretto oltre che scriverlo per intero. Film che fila via veloce senza momenti di stanca mantenendo una buona tensione di fondo, qualche efficace jump scare caricando a molla il granguignol che impazza sempre più nella seconda parte, man mano che gli assalti del male si fanno sempre più raccapriccianti.
Cronin è palesemente devoto ammiratore del genere e non di meno rispettoso del lavoro di Raimi, con la risultante di una sceneggiatura che facendo propria l'dea da cui tutto ebbe inizio in quel lontano 1981, ne elabora un'efficace quanto personale visione d'insieme.
Racconto in cui si incontrano i più importanti simboli del franchise, con una pasta narrativa che non perde la connessione col passato pur reinventandosi positivamente. I grandi aficionado soprattutto della prima trilogia, che magari hanno proseguito l'avventura di Evil Dead con l'adattamento televisivo, rischieranno di sentirsi orfani della presenza maggiormente ironica di Bruce Campbell, icona assoluta della saga di cui è presente cameo sotto forma di voce (ovviamente ascoltabile nella versione originale).
Un altro libro tutto da sfogliare
Un simpatico appunto sul Book of the Dead: anche se le pagine del “nuovo” libro dei morti (rilegato in pelle umana, scritto col sangue e in questo caso con una speciale chiusura composta da affilatissime ossa o denti) non vengono sfogliate e mostrate integralmente, in tutte quelle inquadrate (e sono tante) non si scorgono altro che demoniache rappresentazioni.
Ciò lascia presumere non vi sia testo, al contrario del libro di Raimi: in tal caso par lecito domandarsi da dove provengano le parole che compongono il rito ascoltato nel disco Nr. 2. Peraltro un diverso Necronomicon che non manca di sorprendere per la macabra fantasia dei disegni, anche qui totalmente rispettoso del passato pur offrendo una fresca rivisitazione.
Altro appunto sul make-up della “creatura finale” che forse meritava maggiore attenzione, certo aumentando budget (circa 20 milioni di dollari) e tempo, comunque più credibile di quell'ammasso informemente vagante nel malriuscito sovietico The Superdeep (2020).
Pensato inizialmente per il rilascio unico su piattaforma streaming HBO Max, La Casa – Il risveglio del male ha beneficiato della nuova politica di distribuzione theatrical della major, aprendo e chiudendo sul logo Warner accompagnato da un piccolo quanto suggestivo effetto sonoro, evocativo di carne in putrefazione. Consigliato.