Miss Peregrine - La Casa dei Ragazzi Speciali
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Il cinema degli emarginati, dei diversi e degli "speciali". Questa é stata per molto tempo la marca stilistica di Tim Burton, eccentrico regista californiano residente ormai da diversi in anni a Londra. Dopo la parentesi biografica di Big Eyes e il suo amato Frankenweenie, Burton prova a tornare alle atmosfere delle origini, quelle di Edward Mani di Forbice. E lo fa con Eva Green e Asa Butterfield, i due interpreti principali della nuova pellicola, tratta da un romanzo di Ransom Riggs.
Jacob, adolescente trascurato dai genitori e vittima di bullismo, lavora in un supermercato vicino a casa. Nella cittadina della Florida in cui vive, l'unica persona che sembra capirlo é il nonno, Abe, da molti ritenuto pazzo, forse perché ha sempre raccontato di aver conosciuto alcuni ragazzi dotati di poteri sovrumani. Quando Jacob trova Abe in fin di vita in circostanze misteriose, le ultime parole del nonno sono in realtà l'inizio di una ricerca che porterà Jacob dall'altra parte dell'Oceano…
Le premesse per un tipico film burtoniano ci sono tutte, fin dai primi minuti. C'é il protagonista adolescente che non riesce a comunicare con il mondo esterno, ci sono i genitori e i compagni di classe che o non lo capiscono o lo deridono, fino all'algida psicanalista che dovrebbe alleviare il dolore della perdita del nonno. La partenza di Jacob per il Galles coincide, nel film, con l'ingresso in un universo fantastico e gotico, un universo che abbiamo imparato a conoscere bene grazie a La sposa cadavere o Il mistero di Sleepy Hollow. Facciamo la conoscenza dell'affascinante Miss Peregrine, una misteriosa Eva Green in abito nero che fuma la pipa, oltre che dei "ragazzi speciali" che popolano la sua casa.
Se la prima metà del film funziona bene e ci offre un cocktail ben riuscito, anche se non particolarmente innovativo, di tutto l'immaginario burtoniano, nella seconda metà la pellicola subisce una brusca battuta d'arresto. La creatività e la freschezza del primo atto cedono il passo a un insieme male amalgamato di effetti speciali che sfiorano il grottesco, oltre che a un'inspiegabile scelta di mettere un po' in ombra il personaggio di Miss Peregrine a favore di uno sviluppo narrativo abbastanza prevedibile. Negli ultimi minuti e persino nel finale del film si avverte decisamente l'esigenza di tirare le fila del discorso in maniera frettolosa, a discapito di una trama che aveva tutte le caratteristiche, almeno all'inizio, per convincere.
Miss Peregrine parte con lo scatto felino di un centometrista per poi rallentare di colpo, come se avesse perso la motivazione per andare avanti, inserendo a metà strada un antagonista notevolmente stereotipato. Nemmeno Samuel L. Jackson riesce a salvare il film dallo sbadiglio, forse perché persino l'attore-feticcio di Tarantino rimane intrappolato in una caratterizzazione che ha del già visto. Bravo Asa Butterfield, che ricorderete per Hugo Cabret, giovane attore inglese particolarmente adatto a interpretare ruoli introspettivi e solitari, candidato ideale per i personaggi di Tim Burton.
Non mancano nomi di richiamo come quello di un irriconoscibile Rupert Everett o di Judi Dench in un cameo, oltre che di Terence Stamp nei panni di Abe. L'attore inglese tanto amato da Fellini é fra i punti di forza del film: un personaggio in puro stile burtoniano, capace di risollevare, almeno quando é presente, le sorti della pellicola.
Miss Peregrine non si rivela all'altezza della prima cinematografia di Tim Burton, dispiace dirlo. Ci sono comunque alcuni segnali che lasciano intuire un cambiamento di rotta da parte del regista degli outsider, che con le sue pellicole ha incantato una generazione e dato voce a personaggi davvero unici. A favore del film ci sono comunque le atmosfere della dimora di Miss Peregrine, dove i ragazzi speciali convivono in una comunità isolata dal mondo e dai suoi orrori. Gli spettatori più attenti noteranno la presenza di una vera chicca, cioé dello stesso Tim Burton che si aggira in una scena del film.
Jacob, adolescente trascurato dai genitori e vittima di bullismo, lavora in un supermercato vicino a casa. Nella cittadina della Florida in cui vive, l'unica persona che sembra capirlo é il nonno, Abe, da molti ritenuto pazzo, forse perché ha sempre raccontato di aver conosciuto alcuni ragazzi dotati di poteri sovrumani. Quando Jacob trova Abe in fin di vita in circostanze misteriose, le ultime parole del nonno sono in realtà l'inizio di una ricerca che porterà Jacob dall'altra parte dell'Oceano…
Le premesse per un tipico film burtoniano ci sono tutte, fin dai primi minuti. C'é il protagonista adolescente che non riesce a comunicare con il mondo esterno, ci sono i genitori e i compagni di classe che o non lo capiscono o lo deridono, fino all'algida psicanalista che dovrebbe alleviare il dolore della perdita del nonno. La partenza di Jacob per il Galles coincide, nel film, con l'ingresso in un universo fantastico e gotico, un universo che abbiamo imparato a conoscere bene grazie a La sposa cadavere o Il mistero di Sleepy Hollow. Facciamo la conoscenza dell'affascinante Miss Peregrine, una misteriosa Eva Green in abito nero che fuma la pipa, oltre che dei "ragazzi speciali" che popolano la sua casa.
Se la prima metà del film funziona bene e ci offre un cocktail ben riuscito, anche se non particolarmente innovativo, di tutto l'immaginario burtoniano, nella seconda metà la pellicola subisce una brusca battuta d'arresto. La creatività e la freschezza del primo atto cedono il passo a un insieme male amalgamato di effetti speciali che sfiorano il grottesco, oltre che a un'inspiegabile scelta di mettere un po' in ombra il personaggio di Miss Peregrine a favore di uno sviluppo narrativo abbastanza prevedibile. Negli ultimi minuti e persino nel finale del film si avverte decisamente l'esigenza di tirare le fila del discorso in maniera frettolosa, a discapito di una trama che aveva tutte le caratteristiche, almeno all'inizio, per convincere.
Miss Peregrine parte con lo scatto felino di un centometrista per poi rallentare di colpo, come se avesse perso la motivazione per andare avanti, inserendo a metà strada un antagonista notevolmente stereotipato. Nemmeno Samuel L. Jackson riesce a salvare il film dallo sbadiglio, forse perché persino l'attore-feticcio di Tarantino rimane intrappolato in una caratterizzazione che ha del già visto. Bravo Asa Butterfield, che ricorderete per Hugo Cabret, giovane attore inglese particolarmente adatto a interpretare ruoli introspettivi e solitari, candidato ideale per i personaggi di Tim Burton.
Non mancano nomi di richiamo come quello di un irriconoscibile Rupert Everett o di Judi Dench in un cameo, oltre che di Terence Stamp nei panni di Abe. L'attore inglese tanto amato da Fellini é fra i punti di forza del film: un personaggio in puro stile burtoniano, capace di risollevare, almeno quando é presente, le sorti della pellicola.
Miss Peregrine non si rivela all'altezza della prima cinematografia di Tim Burton, dispiace dirlo. Ci sono comunque alcuni segnali che lasciano intuire un cambiamento di rotta da parte del regista degli outsider, che con le sue pellicole ha incantato una generazione e dato voce a personaggi davvero unici. A favore del film ci sono comunque le atmosfere della dimora di Miss Peregrine, dove i ragazzi speciali convivono in una comunità isolata dal mondo e dai suoi orrori. Gli spettatori più attenti noteranno la presenza di una vera chicca, cioé dello stesso Tim Burton che si aggira in una scena del film.