La coda del diavolo: su Sky il thriller con Luca Argentero

Un impianto classico arricchito da denuncia e attualità

di Chiara Poli

Domenico de Feudis (Il legame) firma la regia, mentre Nicola Ravera (La belva) e Gabriele Scarfone (La svolta) curano la sceneggiatura dell’adattamento dal romanzo di Maurizio Maggi.

La coda del diavolo arriva su Sky e NOW dal 25 novembre con protagonisti Luca Argentero (Mangia prega ama) e Cristiana Dell’Anna (Patrizia in Gomorra - La serie).

La trama de La coda del diavolo


Sante Moras (Luca Argentero), un ex poliziotto ora guardia carceraria, si trova improvvisamente al centro di una complicata vicenda criminale. L’omicidio di una giovane ragazza scomparsa scatena una catena di eventi che porteranno Sante ad essere ingiustamente accusato di un omicidio commesso nel carcere in cui lavora. Costretto alla fuga, Sante dovrà cercare di dimostrare la propria innocenza e scoprire la verità nascosta dietro i fatti. Aiutato da una giornalista coraggiosa, Fabiana Lai (Cristiana Dell’Anna), Sante si troverà a dover affrontare una rete di corruzione e violenza che minaccia tante vite innocenti.

In lotta contro il tempo, ma non solo


Devi farti rispettare.

L’unica regola necessaria per sopravvivere per un agente carcerario è questa. Lo spiega Sante a un collega inesperto, appena entrato in quel mondo di uomini dello Stato sottopagati in mezzo a gente che non ha alcun rispetto per la loro divisa.

La storia di Luca Argentero e quella del criminale che conosciamo all’inizio del film - e che dimostra quanto poco la polizia sia temuta dai criminali - si intrecciano.

La struttura narrativa de La coda del diavolo richiama le classiche storia in cui i poliziotti (o altri rappresentanti delle forze dell’ordine) ingiustamente accusati, braccati dai loro stessi colleghi, si trovano soli dall’altra parte della barricata. E devono fare tutto da sé, al limite con l’aiuto di qualcuno che incontrano lungo il cammino, per dimostrare la propria innocenza.

Il pregio de La coda del diavolo è di andare oltre uno schema estremamente classico - e per questo già visto molte volte. Dietro alla storia di Sante e della sua fuga da una giustizia cieca che si accontenta della spiegazione più semplice senza fare ulteriori approfondimenti c’è anche altro.

C’è la denuncia di un sistema corrotto, in cui lo scarso riconoscimento del lavoro di chi è al servizio dello Stato costringe anche gli uomini più dediti alla causa a chiudere un occhio - o due - di tanto in tanto per arrotondare lo stipendio. O per evitare di avere a che fare con organizzazioni criminali molto più grandi di loro, ma soprattutto del sistema di giustizia che servono.

Le tematiche del film


Il tema della condizione carceraria, così come quello dei lavoratori sotto organico e sottoposti a turni massacranti, fanno da sfondo a un buon thriller in cui azione e denuncia si alternano efficacemente.

Il tema della redenzione, del riscatto di un uomo emarginato, la contrapposizione fra le apparenze e la realtà si affiancano a un viaggio nell’orrore della crudeltà che, come quasi sempre accade, non ha che uno scopo: accumulare denaro.

Ambientato in una Sardegna invernale, fredda e desolata e ben lontana dall’immagine turistica consueta, La coda del diavolo esalta la bravura del cast.

Luca Argentero, inutile girarci intorno, è uno dei nostri attori più validi e non delude nemmeno in questa occasione. Oltre a Cristiana Dell’Anna, che lo affianca nel ruolo di una giornalista impegnata a fare il lavoro che normalmente spetterebbe alla polizia - ma che certi investigatori si guardano bene dal fare - ci sono tanti altri bravi interpreti.

Francesco Acquaroli è il commissario Tommaso Lago, Geno Diana è Brosu e Riccardo Lai interpreta Ettore.

Girato in inverno in Gallura, fra Olbia e Tempio Pausania, il film diretto dall’assistente alla regia di Paolo Sorrentino ne La grande bellezza è un film teso, cupo, che esplora tematiche tanto scottanti quanto attuali nell’Italia di oggi.