La Quinta Onda

di Elisa Giudici
Avete peccato d'ingenuità se avete pensato anche solo per un momento che la fine del ciclo che ha sdoganato la lettura del filone young adult tra gli adulti e decretato il suo successo al cinema, Hunger Games, avrebbe fermato la rincorsa al suo epigono.
Altra annata, altra trilogia apocalittica, stavolta scritta con un certo successo da Rick Yancey. L'adattamento cinematografico di questo nuovo mondo in rovina poggiato sulle spalle di un'adolescente si apre con La Quinta Onda, il primo capitolo della saga, progetto affidato all'esordiente regista J Blakeson.

Cassie (Chlo Grace Moretz) é un'ordinaria adolescente americana, di quelle che presenziano alle feste alcoliche del vicinato e sono segretamente innamorate del quarterback della squadra di football locale, salvo poi essere tanto giudiziosa da limitarsi a reggere il bicchiere di alcol in mano e da rincasare in tempo per dare il bacio della buonanotte al padre e all'amatissimo fratellino.



Stavolta a far crollare la civiltà ci pensa una silente astronave aliena modello District 9, che dapprima si limita ad apparire nei cieli, poi tenta di indebolire il genere umano attraverso "onde", attacchi volti a disgregare le comunità e uccidere quante più persone possibili. La quinta onda si mormora sarà quella decisiva, che sancirà l'inizio dell'invasione vera propria, lo scontro finale.
Mentre l'esercito recluta a forza i giovanissimi sopravvissuti per addestrarli in vista dell'attacco, Cassie tenta disperatamente di riunirsi con il fratellino finito in uno delle suddette basi militari, ma la strada é irta di pericoli, tra umani al soldo dell'invasore, violenza gratuita e la difficoltà di reperire cibo e riparo. Ad aiutarla interviene a sorpresa un giovane di nome Evan (Alex Roe), mentre il suo fratellino viene preso sotto l'ala protettiva della squadra con cui si sta allenando.

Non é un caso che il primo termine di paragone tirato in ballo per questo film sia proprio Hunger Games, ma a ben vedere é un paragone che quest'ultimo non si merita. Sin dai suoi ignoti esordi quella saga si curò di portare su schermo un best-seller con attori in grado di donare tridimensionalità ai suoi personaggi e registi poco noti, forse, ma capaci di dare un'impronta personale (amata o odiata, sicuramente non banale) al mondo distopico in questione.

La Quinta Onda invece si limita a indulgere nel sogno di replicare il medesimo successo senza adoperarsi perché diventi realtà. Si tratta di una produzione pigra, che sostituisce giovani di talento a un gruppo di bellocci appena un po' spettinati dall'invasione aliena, guidati da un regista anonimo a cui viene messo in mano un progetto senza possibilità di riuscita.

Parte dei propri difetti poi il lungometraggio li eredita dalla fonte originale, proponendoci ora lo stanco stereotipo dell'adolescente che finisce per sfidare involontariamente il nemico dell'umanità, ora un doppio triangolo amoroso carpiato che corona nell'esposizione canonica di un addominale ormai ampiamente sdoganato nei timidi amori adolescenziali, limitandoci a soprassedere sulla prevedibilità dell'intero impianto narrativo, finale apertissimo compreso.