La Solita Commedia - Inferno
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La coppia Biggio-Mandelli, che già nei primi anni duemila avevamo conosciuto in diverse trasmissioni su MTV, ha ricevuto una vera e propria consacrazione tramite la serie tv “I Soliti Idioti", in onda proprio sul noto canale a sfondo musicale, impersonando personaggi di gag satiriche ed estremamente irriverenti. Il passo dal piccolo al grande schermo sembrava essere un passaggio piuttosto scontato, e difatti i due sono sbarcati nelle sale italiane con due film “I Soliti Idioti - Il Film” e “I 2 Soliti Idioti”, interamente dedicati agli sketch più celebri della serie tv. Dopo aver calcato il palco di Sanremo con la dissacrante “Vita d'inferno” la coppia é pronta a tornare nelle sale cinematografiche il prossimo 19 Marzo con “La Solita Commedia - Inferno”.
Corre l'anno 2015 e ed una grande confusione imperversa negli inferi. Il giudice infernale Minosse non riesce più a smistare in maniera efficiente i peccatori del nuovo millennio, caratterizzati da colpe sempre meno conformi ai canoni storici e sempre più volte alle interazioni con dinamiche della moderna società. Hacker, stalker e smartphone-dipendenti sono solo alcuni di questi, e chiaramente il povero Minosse non può far altro che rivolgersi a Lucifero e alle alte sfere paradisiache per risolvere il problema. La crisi “infernale” arriva quindi sulla scrivania di Dio, il quale per risolvere il problema decide di indire un consiglio di santi al fine di elaborare una soluzione. Urge trovare un rimedio per aggiornare e ristrutturare i gironi infernali, e chi meglio di Dante potrebbe tornare sulla terra al fine di catalogare i nuovi peccati? La decisione é dunque presa, il poeta toscano tornerà sulla terra per 24 ore, ed accompagnato da un giovane trentenne che di cognome fa Virgilio dovrà cercare di annotare i nuovi peccati al fine di rimodernare l'Inferno.
Lo stile de “La Solita Commedia - Inferno” ricalca quello utilizzato dalla coppia nei precedenti prodotti cinematografici, cercando di assolvere ad alcune delle problematiche segnalate più dalla critica che dal botteghino. Tra queste, la mancanza di una vera e propria linearità narrativa, che aveva reso “I Soliti Idioti - Il Film” e “I Due Soliti Idioti” una mera successione delle gag più famose della serie tv collegate da un lebile filo conduttore. Sotto questo punto di vista la nuova produzione di Biggio e Mandelli riesce a rinnovarsi solo parzialmente. La storia raccontata dal film risulta essere più corposa e strutturata, sicuramente legata ad una classica commedia rispetto ai precedenti lavori; d'altro canto però rimane nfluenzata da un elevato numero di gag che intaccano il lavoro fatto dal punto di vista narrativo, ma che potremmo considerare una firma della coppia.
Altra differenza sostanziale riscontrata in questo “restart” del duo é la presenza di un folto cast di attori principali, troveremo infatti un elevato numero di personaggi interpretati non solo da Biggio e Mandelli ma anche da Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierbon e Gianmarco Tognazzi. Proprio questa scelta risulta essere un netto punto di distacco da quanto elaborato dalla coppia precedentemente, contribuendo in maniera piuttosto forte all'arricchimento della narrazione, la quale di fatto può vantare un numero maggiore di personalità meglio caratterizzate. Il gioco voluto dagli sceneggiatori, Mandelli e Ferro, é quello di presentare i sei attori principali sotto le vesti di differenti personaggi, sfidando lo spettatore a riconoscere di volta in volta i singoli interpreti.
Il ritmo della pellicola, grazie alla sceneggiatura riesce a tenere lo spettatore su di giri per tutti i 95 minuti. Dal prologo iniziale fino alla conclusione della missione divina, infatti, vedremo su schermo un vertiginoso susseguirsi di sketch e battute che di fondo tengono sull'attenti lo spettatore, grazie anche un montaggio ben realizzato.
Il principale passo indietro, o meglio il principale passo (non fatto) in avanti, é proprio la gestione della tanto acclamata “irriverenza”, la quale di per sé si realizza in un elevato numero di turpiloqui, che non fanno altro che abbassare il livello di comicità della pellicola, e anzi fanno riflettere su come forse questi possano risultare la via più semplice di comicità per la conquista del botteghino. Non abbiamo quindi per nulla apprezzato questo aspetto che ha contaminato diverse situazioni paradossali che avrebbero comunque strappato diverse risate.
La Solita Commedia - Inferno ci ha lasciato con l'amaro in bocca, in quanto si presenta fondamentalmente come una grossa occasione sprecata. Biggio e Mandelli forti dell'umorismo dissacrante che li ha da sempre definiti, non sono forse riusciti a dosare al meglio la componente colorita ed irriverente, segnando in maniera negativa la pellicola. Detto ciò, non sono di certo mancate le risate scatenate dalla rodata coppia, ma l'appuntamento con il “salto di qualità” sembra essere rimandato.
Inferno 2.0
Corre l'anno 2015 e ed una grande confusione imperversa negli inferi. Il giudice infernale Minosse non riesce più a smistare in maniera efficiente i peccatori del nuovo millennio, caratterizzati da colpe sempre meno conformi ai canoni storici e sempre più volte alle interazioni con dinamiche della moderna società. Hacker, stalker e smartphone-dipendenti sono solo alcuni di questi, e chiaramente il povero Minosse non può far altro che rivolgersi a Lucifero e alle alte sfere paradisiache per risolvere il problema. La crisi “infernale” arriva quindi sulla scrivania di Dio, il quale per risolvere il problema decide di indire un consiglio di santi al fine di elaborare una soluzione. Urge trovare un rimedio per aggiornare e ristrutturare i gironi infernali, e chi meglio di Dante potrebbe tornare sulla terra al fine di catalogare i nuovi peccati? La decisione é dunque presa, il poeta toscano tornerà sulla terra per 24 ore, ed accompagnato da un giovane trentenne che di cognome fa Virgilio dovrà cercare di annotare i nuovi peccati al fine di rimodernare l'Inferno.
Poetici idioti o patetici idioti?
Lo stile de “La Solita Commedia - Inferno” ricalca quello utilizzato dalla coppia nei precedenti prodotti cinematografici, cercando di assolvere ad alcune delle problematiche segnalate più dalla critica che dal botteghino. Tra queste, la mancanza di una vera e propria linearità narrativa, che aveva reso “I Soliti Idioti - Il Film” e “I Due Soliti Idioti” una mera successione delle gag più famose della serie tv collegate da un lebile filo conduttore. Sotto questo punto di vista la nuova produzione di Biggio e Mandelli riesce a rinnovarsi solo parzialmente. La storia raccontata dal film risulta essere più corposa e strutturata, sicuramente legata ad una classica commedia rispetto ai precedenti lavori; d'altro canto però rimane nfluenzata da un elevato numero di gag che intaccano il lavoro fatto dal punto di vista narrativo, ma che potremmo considerare una firma della coppia.
Altra differenza sostanziale riscontrata in questo “restart” del duo é la presenza di un folto cast di attori principali, troveremo infatti un elevato numero di personaggi interpretati non solo da Biggio e Mandelli ma anche da Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierbon e Gianmarco Tognazzi. Proprio questa scelta risulta essere un netto punto di distacco da quanto elaborato dalla coppia precedentemente, contribuendo in maniera piuttosto forte all'arricchimento della narrazione, la quale di fatto può vantare un numero maggiore di personalità meglio caratterizzate. Il gioco voluto dagli sceneggiatori, Mandelli e Ferro, é quello di presentare i sei attori principali sotto le vesti di differenti personaggi, sfidando lo spettatore a riconoscere di volta in volta i singoli interpreti.
Il ritmo della pellicola, grazie alla sceneggiatura riesce a tenere lo spettatore su di giri per tutti i 95 minuti. Dal prologo iniziale fino alla conclusione della missione divina, infatti, vedremo su schermo un vertiginoso susseguirsi di sketch e battute che di fondo tengono sull'attenti lo spettatore, grazie anche un montaggio ben realizzato.
Il principale passo indietro, o meglio il principale passo (non fatto) in avanti, é proprio la gestione della tanto acclamata “irriverenza”, la quale di per sé si realizza in un elevato numero di turpiloqui, che non fanno altro che abbassare il livello di comicità della pellicola, e anzi fanno riflettere su come forse questi possano risultare la via più semplice di comicità per la conquista del botteghino. Non abbiamo quindi per nulla apprezzato questo aspetto che ha contaminato diverse situazioni paradossali che avrebbero comunque strappato diverse risate.
La Solita Commedia - Inferno ci ha lasciato con l'amaro in bocca, in quanto si presenta fondamentalmente come una grossa occasione sprecata. Biggio e Mandelli forti dell'umorismo dissacrante che li ha da sempre definiti, non sono forse riusciti a dosare al meglio la componente colorita ed irriverente, segnando in maniera negativa la pellicola. Detto ciò, non sono di certo mancate le risate scatenate dalla rodata coppia, ma l'appuntamento con il “salto di qualità” sembra essere rimandato.