La Teoria del Tutto
Durante la 32esima edizione del Torino Film Festival abbiamo avuto l'opportunità di vedere in anteprima il nuovo film di James Marsh (Man on Wire - Un Uomo tra le Torri), La Teoria del Tutto, il biopic su Stephen Hawking basato sulle memorie di Jane Hawking “Travelling to Infinity: My Life with Stephen”. Armati di fazzoletti e pronti alle lacrime, abbiamo preso posto in sala. Volete sapere se abbiamo pianto? Non vi resta che arrivare in fondo a questo articolo, e scoprire cosa ne pensiamo del film.
Prima di cominciare, é d'obbligo fare una premessa. Se pensate di andare a vedere un documentario, rimarrete delusi. Questo non é un documentario. O almeno, non di quelli che vi aspettereste su uno scienziato. Essendo tratto dalle memorie di Jane Hawking, parla della storia d'amore tra il famoso scienziato e la studiosa di poesia iberica. Interpretarlo diversamente porterebbe a giudicare il film “troppo convenzionale” travisando invece il vero messaggio della pellicola, un messaggio che racconta dell'unione di due menti, di un amore inizialmente senza confini e dei sacrifici compiuti in suo nome.
vimager1, 2, 4
In questo, James Marsh riesce egregiamente a raccontare la gioia, la passione e la sofferenza legate a questi due amanti sfortunati. Il protagonista di questa biopic non é solo Stephen Hawking e il suo incredibile genio, ma lo é il rapporto tra Stephen e Jane Wilde, sua prima moglie. Non per nulla il sottotitolo alla pellicola é “La straordinaria storia di Jane e Stephen Hawking”. Perciò non ci butteremo esclusivamente sul lato scientifico della sua vita - certamente trattato all'interno del film - ma piuttosto sul lato umano di questa leggenda della fisica, forse il meno conosciuto da tutti.
Quasi timidamente - come a volerli spiare da una finestra - seguiamo le vicende di due giovani studenti di Cambridge. Tra i due c'é immediata alchimia. Potrebbero essere come tutti gli altri, ma non lo sono: la mente brillante di lui lo porterà a fare scoperte incredibili, ma (forse) solo grazie al sostegno di lei. Stephen e Jane non erano pronti a quello che la vita aveva in serbo per loro, erano solo un ragazzo e una ragazza, follemente innamorati. Dopo la diagnosi della malattia - si suppone SLA o una forma simile - che sentenziava a Stephen due soli anni di vita, il loro rapporto si trasforma ed invece che crollare, evolve e si fortifica, mostrando quanto potente e puro possa essere l'amore.
Stephen é la mente, ma il cuore é Jane, il motore dietro questa strana macchina composta da ruote, tubi, paura ma anche tanta gioia. Sì perché i due anni passano, ma Stephen é ancora lì, a studiare, a scoprire, ad amare. Si dedica alla scienza ma anche alla famiglia, sostenuta con incredibile forza da Jane. Si sono sposati, hanno avuto dei bambini... e il film scorre piano come un fiume, mostrandoci il bello e il brutto delle loro vite, intrecciate e rese ormai quasi simbiotiche dalla malattia. Immancabile una sana dose di humour inglese che anche nelle situazioni più tragiche riesce a strappare un sorriso. “La Teoria del Tutto” é questo, una porta su un mondo inesplorato, fatto di scienza certo, ma soprattutto sentimenti, emozioni e sguardi. Parole non dette, parole espresse da un gesto, parole che hanno il suono di un sintetizzatore vocale. A raccontare tutto questo troviamo due fantastici interpreti, Eddie Redmayne e Felicity Jones.
Per questa interpretazione gli é stato conferito il premio Maserati come Miglior Attore Rivelazione e quasi quasi sentiamo puzza di Oscar. Eddie Redmayne si é dato un bel daffare e ha lavorato mesi sui muscoli del suo viso per riuscire ad isolarne alcuni e permettere alle sue sopracciglia di parlare al posto suo. Questo Stephen Hawking praticamente perfetto é affiancato da Felicity Jones, bravissima nel ruolo di donna forte e determinata, ma allo stesso tempo fragile e insicura. Nel cast incontriamo anche David Thewlis (Harry Potter Saga) e Charlie Cox (Stardust) che non mancano di farci vedere la loro bravura, anche se in ruoli minori. I veri protagonisti però rimangono Stephen e Jane: una fotografia e riprese che mettono in risalto il volto e si soffermano molto su di esso, permetteranno un'intensa immersione nelle emozioni che vivranno i due coniugi.
Tornando alla tinta tipicamente british della pellicola, non possiamo non sorridere di fronte ai riferimenti alla cultura britannica (penso tutti conosciate Doctor Who... beh, anche Stephen Hawking a quanto pare). Ciò che spicca, oltre alla genialità che contraddistingue questo famoso personaggio, é anche il suo forte senso dell'umorismo. In sala spesso sono scoppiate risate fragorose, per questa o quella battuta, e sapranno cogliervi di sorpresa.
Il tutto é accompagnato da una bellissima colonna sonora, grazie alla musica di J hann J hannsson: delicata ma con vari crescendo in grado di toccare le corde giuste.
In conclusione, La Teoria del Tutto esplora la vita di un uomo in modi che in pochi hanno avuto il privilegio di vedere e poche sono le stonature presenti all'interno del film. Rimarrete affascinati, sarete divertiti, e nonostante tutto ci sarà sempre quel retrogusto amaro, perché la vita non regala sempre rose, anzi. Ma, citando proprio un grande scienziato: “per quanto la vita possa sembrare difficile, ci sarà sempre qualcosa che potrete fare e in cui avere successo”.
E, sì, abbiamo pianto.
Una prospettiva insolita
Prima di cominciare, é d'obbligo fare una premessa. Se pensate di andare a vedere un documentario, rimarrete delusi. Questo non é un documentario. O almeno, non di quelli che vi aspettereste su uno scienziato. Essendo tratto dalle memorie di Jane Hawking, parla della storia d'amore tra il famoso scienziato e la studiosa di poesia iberica. Interpretarlo diversamente porterebbe a giudicare il film “troppo convenzionale” travisando invece il vero messaggio della pellicola, un messaggio che racconta dell'unione di due menti, di un amore inizialmente senza confini e dei sacrifici compiuti in suo nome.
vimager1, 2, 4
In questo, James Marsh riesce egregiamente a raccontare la gioia, la passione e la sofferenza legate a questi due amanti sfortunati. Il protagonista di questa biopic non é solo Stephen Hawking e il suo incredibile genio, ma lo é il rapporto tra Stephen e Jane Wilde, sua prima moglie. Non per nulla il sottotitolo alla pellicola é “La straordinaria storia di Jane e Stephen Hawking”. Perciò non ci butteremo esclusivamente sul lato scientifico della sua vita - certamente trattato all'interno del film - ma piuttosto sul lato umano di questa leggenda della fisica, forse il meno conosciuto da tutti.
Quasi timidamente - come a volerli spiare da una finestra - seguiamo le vicende di due giovani studenti di Cambridge. Tra i due c'é immediata alchimia. Potrebbero essere come tutti gli altri, ma non lo sono: la mente brillante di lui lo porterà a fare scoperte incredibili, ma (forse) solo grazie al sostegno di lei. Stephen e Jane non erano pronti a quello che la vita aveva in serbo per loro, erano solo un ragazzo e una ragazza, follemente innamorati. Dopo la diagnosi della malattia - si suppone SLA o una forma simile - che sentenziava a Stephen due soli anni di vita, il loro rapporto si trasforma ed invece che crollare, evolve e si fortifica, mostrando quanto potente e puro possa essere l'amore.
Stephen é la mente, ma il cuore é Jane, il motore dietro questa strana macchina composta da ruote, tubi, paura ma anche tanta gioia. Sì perché i due anni passano, ma Stephen é ancora lì, a studiare, a scoprire, ad amare. Si dedica alla scienza ma anche alla famiglia, sostenuta con incredibile forza da Jane. Si sono sposati, hanno avuto dei bambini... e il film scorre piano come un fiume, mostrandoci il bello e il brutto delle loro vite, intrecciate e rese ormai quasi simbiotiche dalla malattia. Immancabile una sana dose di humour inglese che anche nelle situazioni più tragiche riesce a strappare un sorriso. “La Teoria del Tutto” é questo, una porta su un mondo inesplorato, fatto di scienza certo, ma soprattutto sentimenti, emozioni e sguardi. Parole non dette, parole espresse da un gesto, parole che hanno il suono di un sintetizzatore vocale. A raccontare tutto questo troviamo due fantastici interpreti, Eddie Redmayne e Felicity Jones.
Un trasformista d'eccezione
Per questa interpretazione gli é stato conferito il premio Maserati come Miglior Attore Rivelazione e quasi quasi sentiamo puzza di Oscar. Eddie Redmayne si é dato un bel daffare e ha lavorato mesi sui muscoli del suo viso per riuscire ad isolarne alcuni e permettere alle sue sopracciglia di parlare al posto suo. Questo Stephen Hawking praticamente perfetto é affiancato da Felicity Jones, bravissima nel ruolo di donna forte e determinata, ma allo stesso tempo fragile e insicura. Nel cast incontriamo anche David Thewlis (Harry Potter Saga) e Charlie Cox (Stardust) che non mancano di farci vedere la loro bravura, anche se in ruoli minori. I veri protagonisti però rimangono Stephen e Jane: una fotografia e riprese che mettono in risalto il volto e si soffermano molto su di esso, permetteranno un'intensa immersione nelle emozioni che vivranno i due coniugi.
Tornando alla tinta tipicamente british della pellicola, non possiamo non sorridere di fronte ai riferimenti alla cultura britannica (penso tutti conosciate Doctor Who... beh, anche Stephen Hawking a quanto pare). Ciò che spicca, oltre alla genialità che contraddistingue questo famoso personaggio, é anche il suo forte senso dell'umorismo. In sala spesso sono scoppiate risate fragorose, per questa o quella battuta, e sapranno cogliervi di sorpresa.
Il tutto é accompagnato da una bellissima colonna sonora, grazie alla musica di J hann J hannsson: delicata ma con vari crescendo in grado di toccare le corde giuste.
Verso l'infinito e oltre!
In conclusione, La Teoria del Tutto esplora la vita di un uomo in modi che in pochi hanno avuto il privilegio di vedere e poche sono le stonature presenti all'interno del film. Rimarrete affascinati, sarete divertiti, e nonostante tutto ci sarà sempre quel retrogusto amaro, perché la vita non regala sempre rose, anzi. Ma, citando proprio un grande scienziato: “per quanto la vita possa sembrare difficile, ci sarà sempre qualcosa che potrete fare e in cui avere successo”.
E, sì, abbiamo pianto.