Tartarughe Ninja
di
Roberto Vicario
Le Tartarughe Ninja sono senza dubbio uno dei franchise più conosciuti all'interno della cultura pop. Il fumetto nato nel 1984 dalle fervide menti di Kevin Eastman e Peter Laird, tra gli anni '80 e '90 ha vissuto il suo picco massimo di popolarità. Fumetti, cartoni animati e persino film in live action (vi ricordate Tartarughe Ninja alla riscossa diretto da Steve Barron, girato con attori in carne ed ossa?) hanno letteralmente invaso il mondo, diventando un vero e proprio fenomeno della cultura pop.
A cavallo degli anni 2000 si é quindi cercato di riportare in auge questo brand con nuovi prodotti televisivi ed il film in CG chiamato TMNT. Purtroppo non tutto é andato come si sperava, e per le tartarughe il tutto poteva essere considerato come il definitivo pensionamento.
Ed invece ecco arrivare colui che riesce a far parlare di se costantemente, che viene bistrattato dalla critica e dai fan, ma che alla fine regala sempre nuova linfa vitale a brand storici, soprattutto in termini di incassi. Stiamo ovviamente parlando di Michael Bay (qui in veste di produttore), al quale é stato affidato il remake del primo film dedicato alle quattro tartarughe, chiamato per l'occasione semplicemente Tartarughe Ninja. Operazione riuscita anche in questo caso? Scopriamolo.
Cowabunga!!!
Diciamolo senza alcun tipo di timore, finita la proiezione del film abbiamo avuto pensieri contrastanti. Da una parte, analizzando la pellicola in maniera lucida, non abbiamo potuto non notare una trama molto fragile e banale, supportata da un cast altalenante che alternava ottime performance come quella di Will Arnett e Whoopy Goldberg ad altre decisamente meno incisive come quella di Megan Fox in versione April O'Neil.
A fare da contraltare a queste sensazioni ci ha pensato però il lato, in parte fanciullesco, del ragazzo che con questi personaggi ci é cresciuto, vivendo ogni singola fase - positiva e negativa - di queste quattro simpatiche tartarughe con la passione per la pizza e le arti marziali.
Ecco, proprio sotto questo aspetto il film di Liebesman e Bay, secondo noi, riesce a fare breccia nello spettatore. Il film é tutto quello che ci si potrebbe aspettare pensando ai quattro eroi, al maestro Splinter, ad April ed ovviamente al cattivo Shredder.
Un lungometraggio che a dispetto di altri prodotti sui generis non punta al “polpettone” lungo, tedioso e prego di dialoghi, ma decide di spingere l'acceleratore sull'azione con poco parlato e tante, tantissime azioni dinamiche in cui i nostri eroi si scontrano con il famosissimo Clan del Piede. A fare da intermezzo a queste situazioni ci sono poi un discreto numero di battute che fanno riferimento alla cultura pop, affidate principalmente a Michelangelo (lo zuzzurullone del gruppo) e al sempre simpatico Will Arnett qui nei panni di Vern Fenwick.
In questa escalation di inseguimenti, combattimenti e chi più ne ha più ne metta, non mancano ovviamente situazioni più “tranquille” in cui si cerca di dare un senso alla storia, ma sono momenti in netta minoranza rispetto a quello che molti, magari pensando all'ultimo Transformers, si possono aspettare.
Questa miscela, rende il film un prodotto trasversale, in grado di assere apprezzato sia da chi é cresciuto con i quattro eroi col guscio, quanto dalle nuove leve (magari molto giovani) che hanno un background sicuramente meno ampio dei fan d'annata.
Ovviamente non si può parlare di Tartarughe Ninja senza spendere qualche parola su quello che é il look adottato per i vari personaggi all'interno di questo remake. Pur consci che le questioni estetiche contemplano moltissimo il gusto personale, dobbiamo ammettere che le scelte adottate per riprodurre le quattro testuggini umanoidi ci hanno convinto. Muscolose, ingombranti e decisamente d'impatto, e con il giusto carisma dettato dal carattere del singolo elemento. Meno convincente invece l'aspetto di Shredder, con la sua “armatura” decisamente troppo arzigogolata ed ingombrante. Inoltre, l'ottimo utilizzo della computer grafica ci restituisce personaggi ultra dettagliati e decisamente più credibili di quelli in costume visti negli anni '90 (anche se rimarranno sempre nei nostri cuori).
A suggellare queste "sensazioni" ci pensa una durata del film limitata a 101 minuti, scelta intelligente a fronte soprattutto delle preferenze di regia e di script fatte in sede di pre produzione e produzione.
Insomma, Tartarughe Ninja non é certamente un film perfetto, anzi. Tuttavia, in tempi come questi in cui anche i classici di intrattenimento cercano a tutti i costi profondità e filosofia, senza però riuscirci e trasformandosi così in grossi fallimenti, la pellicola di Liebesman punta sulla semplicità, sulla spettacolarità e sulla valorizzazione visiva dei quattro protagonisti.
Scelta che secondo noi é estremamente azzeccata, e come dimostrano gli incassi worldwide della pellicola (siamo attualmente a 300 milioni, con un sequel già annunciato) pare sia stata ben accolta anche dal pubblico.
Se siete fan delle quattro tartarughe, andate tranquillamente a vedere questo film al cinema, passerete un'ora e mezza di puro intrattenimento in grado anche di strapparvi anche qualche risata. Ancora una volta, nonostante tutto, Bay ha fatto centro. Un nuovo franchise é rinato.
A cavallo degli anni 2000 si é quindi cercato di riportare in auge questo brand con nuovi prodotti televisivi ed il film in CG chiamato TMNT. Purtroppo non tutto é andato come si sperava, e per le tartarughe il tutto poteva essere considerato come il definitivo pensionamento.
Ed invece ecco arrivare colui che riesce a far parlare di se costantemente, che viene bistrattato dalla critica e dai fan, ma che alla fine regala sempre nuova linfa vitale a brand storici, soprattutto in termini di incassi. Stiamo ovviamente parlando di Michael Bay (qui in veste di produttore), al quale é stato affidato il remake del primo film dedicato alle quattro tartarughe, chiamato per l'occasione semplicemente Tartarughe Ninja. Operazione riuscita anche in questo caso? Scopriamolo.
Cowabunga!!!
Diciamolo senza alcun tipo di timore, finita la proiezione del film abbiamo avuto pensieri contrastanti. Da una parte, analizzando la pellicola in maniera lucida, non abbiamo potuto non notare una trama molto fragile e banale, supportata da un cast altalenante che alternava ottime performance come quella di Will Arnett e Whoopy Goldberg ad altre decisamente meno incisive come quella di Megan Fox in versione April O'Neil.
A fare da contraltare a queste sensazioni ci ha pensato però il lato, in parte fanciullesco, del ragazzo che con questi personaggi ci é cresciuto, vivendo ogni singola fase - positiva e negativa - di queste quattro simpatiche tartarughe con la passione per la pizza e le arti marziali.
Ecco, proprio sotto questo aspetto il film di Liebesman e Bay, secondo noi, riesce a fare breccia nello spettatore. Il film é tutto quello che ci si potrebbe aspettare pensando ai quattro eroi, al maestro Splinter, ad April ed ovviamente al cattivo Shredder.
Un lungometraggio che a dispetto di altri prodotti sui generis non punta al “polpettone” lungo, tedioso e prego di dialoghi, ma decide di spingere l'acceleratore sull'azione con poco parlato e tante, tantissime azioni dinamiche in cui i nostri eroi si scontrano con il famosissimo Clan del Piede. A fare da intermezzo a queste situazioni ci sono poi un discreto numero di battute che fanno riferimento alla cultura pop, affidate principalmente a Michelangelo (lo zuzzurullone del gruppo) e al sempre simpatico Will Arnett qui nei panni di Vern Fenwick.
In questa escalation di inseguimenti, combattimenti e chi più ne ha più ne metta, non mancano ovviamente situazioni più “tranquille” in cui si cerca di dare un senso alla storia, ma sono momenti in netta minoranza rispetto a quello che molti, magari pensando all'ultimo Transformers, si possono aspettare.
Questa miscela, rende il film un prodotto trasversale, in grado di assere apprezzato sia da chi é cresciuto con i quattro eroi col guscio, quanto dalle nuove leve (magari molto giovani) che hanno un background sicuramente meno ampio dei fan d'annata.
Ovviamente non si può parlare di Tartarughe Ninja senza spendere qualche parola su quello che é il look adottato per i vari personaggi all'interno di questo remake. Pur consci che le questioni estetiche contemplano moltissimo il gusto personale, dobbiamo ammettere che le scelte adottate per riprodurre le quattro testuggini umanoidi ci hanno convinto. Muscolose, ingombranti e decisamente d'impatto, e con il giusto carisma dettato dal carattere del singolo elemento. Meno convincente invece l'aspetto di Shredder, con la sua “armatura” decisamente troppo arzigogolata ed ingombrante. Inoltre, l'ottimo utilizzo della computer grafica ci restituisce personaggi ultra dettagliati e decisamente più credibili di quelli in costume visti negli anni '90 (anche se rimarranno sempre nei nostri cuori).
A suggellare queste "sensazioni" ci pensa una durata del film limitata a 101 minuti, scelta intelligente a fronte soprattutto delle preferenze di regia e di script fatte in sede di pre produzione e produzione.
Insomma, Tartarughe Ninja non é certamente un film perfetto, anzi. Tuttavia, in tempi come questi in cui anche i classici di intrattenimento cercano a tutti i costi profondità e filosofia, senza però riuscirci e trasformandosi così in grossi fallimenti, la pellicola di Liebesman punta sulla semplicità, sulla spettacolarità e sulla valorizzazione visiva dei quattro protagonisti.
Scelta che secondo noi é estremamente azzeccata, e come dimostrano gli incassi worldwide della pellicola (siamo attualmente a 300 milioni, con un sequel già annunciato) pare sia stata ben accolta anche dal pubblico.
Se siete fan delle quattro tartarughe, andate tranquillamente a vedere questo film al cinema, passerete un'ora e mezza di puro intrattenimento in grado anche di strapparvi anche qualche risata. Ancora una volta, nonostante tutto, Bay ha fatto centro. Un nuovo franchise é rinato.