LEGO Ninjago Il film

Il ciclo di opere cinematografiche legate al mondo dei mattoncini LEGO guadagna un nuovo capitolo da aggiungere al brand, questa volta pronto a invitarci all’interno di un mondo popolato da intrepidi adolescenti ninja e cattivi esuberanti quanto narcisisti.

La città di Ninjago viene attaccata sistematicamente da Lord Garmadon, un vecchio tiranno a quattro braccia pronto a conquistare qualsivoglia città per diventarne il dittatore. Ogni volta, per fortuna, viene fermato da un gruppo di sei mitici ninja, ognuno con una storia alle spalle da presentare dall’inizio alla fine dell’avventura.

Quello che regge sulle proprie spalle il focus della storia è Lloyd, o per meglio dire il Ninja Verde, il quale vive un rapporto conflittuale con il mondo che lo circonda. D’altronde, come biasimarlo. Quest’ultimo è infatti il figlio di Garmadon e convive suo malgrado con il giudizio dell’intera cittadina, che lo vede come una sorta di pecora nera solamente da disprezzare.

Lo scontro definitivo (o quasi) con il suo cattivo padre condannerà la città di Ninjago, ma porterà anche il gruppo di ninja a intraprendere un viaggio di formazione alla ricerca di sé stessi. È infatti il viaggio di formazione, con le sue diverse tappe, a fare in modo che lo spettatore in sala viva un’esperienza ormai ridondante nei film legati al brand. Si parla di famiglia, di fiducia, ma anche di quella fantasia irrefrenabile che qualunque bambino prova giocando con le costruzioni LEGO.

Come già visto in LEGO Movie, lo scontro/incontro tra mondo reale e mondo di fantasia permette agli autori di spaziare senza particolari freni inibitori, inscenando lo spettacolo perfetto utile a divertire con una semplicità disarmante senza particolari pretese.

Se il conflitto genitoriale si avvertiva, prendendo l’esempio della prima pellicola, soltanto nel momento in cui il padre decideva di deporre le armi lasciando che il figlio esprimesse sé stesso, oggi invece accade paradossalmente il contrario. È quindi Lloyd, da apprendista ninja, a trovare il proprio cammino insegnando al proprio padre come essere più presente nella sua vita.

Parliamo quindi di momenti toccanti e riflessivi, che cercano allo stesso tempo di stuzzicare la fantasia degli spettatori più piccoli con una fusione di generi, apparentemente diversi, che nel mondo LEGO acquistano credibilità e originalità. Dal lato adulto della barricata, invece, si avvertono tante tematiche interessanti da sviscerare: come non parlare del rapporto dei ninja con i loro mech, che vanno quasi a rispecchiare l’ossessione moderna che i giovani hanno nei confronti della tecnologia, oppure come ignorare il fatto che il Maestro Wu (Jackie Chan al doppiaggio) inviti i suoi allievi a guardarsi dentro, cercando di intravedere in loro stessi un potere meglio identificato dalla fiducia nelle proprie capacità.

Insomma, in questo fuoco di intenti ci sono moltissime scintille da cogliere, sinonimo che i creatori alle spalle del progetto hanno avuto l’attenzione di focalizzarsi sul prodotto a 360°, realizzando dunque un lungometraggio rivolto a un pubblico di tutte le età.

Come visto nei prodotti antecedenti alla storia di Ninjago, la tecnologia degli effetti speciali gestita da Animal Logic ha lavorato molto prima di renderizzare i famosi mattoncini in CGI, fattore che ha reso molto più credibili tutte le animazioni che appaiono su schermo. Lo spettacolo per gli occhi è innegabile, come lo è ogni tassello di questo mondo fantastico che spazia da una città piena di vita a una foresta densa di mille pericoli.

Tutto è così verosimile da farti apprezzare appieno la resa finale dell’opera, ed è sicuramente un pregio sottolinearlo, soprattutto in un periodo dove le tecnologie visive viaggiano alla velocità della luce ricreando spettacoli visivi aldilà del realismo.