Ma che Bella Sorpresa

di Roberto Vicario
Alessandro Genovesi é probabilmente uno dei registi più instancabili di questi ultimi anni. L'arrivo sul grande schermo di Ma Che Bella Sopresa, porta le sue statistiche a quattro lungometraggi diretti negli ultimi quattro anni. Questa volta prova a deliziare il palato del pubblico con una commedia degli equivoci che ha tra i suoi interpreti nomi molto importanti del panorama comico italiano tra cui Claudio Bisio e Renato Pozzetto. Sarà bastato?


L'equivoco prevedibile…
Ma che Bella Sorpresa affonda le sue radici in un'opera cinematografica già vista nel 2009 in Brasile e chiamata A Mulher Invisivel. Da questo film é stata poi tratta anche una serie TV premiata addirittura con un Emmy.

Ambientata a Napoli, la storia ci racconta di Guido (Claudio Bisio) professore di letteratura di origini nordiche, trapiantato a Napoli. La sua vita subisce un forte scossone nel momento in cui la sua fidanzata lo molla dopo 7 anni passati insieme, per andare con uno skipper belga molto più giovane di lui.

Da quel momento la sua vita scivola in una triste depressione, in parte mitigata da Paolo (Frank Matano) suo ex studente ora insegnante di educazione fisica e grande amico, che tenta di risollevarlo arrivando persino a chiamare i genitori. Tutto però cambia nel momento in Claudio incontra per la prima volta la sua nuova vicina di casa Silvia (Chiara Baschetti). Una donna bellissima e in grado di rasentare la perfezione sotto ogni singolo aspetto. Peccato che quello che Guido si immagina, non corrisponda poi alla realtà…


Come dicevamo in apertura, Ma che Bella Sorpresa é una commedia che cerca di reggersi costantemente sull'equivoco. Il meccanismo comico tra quello che percepisce Guido e quello che realmente vedono tutti quelli che gli stanno intorno, può anche essere sulla carta un ottimo strumento per fomentare l'interesse verso il pubblico.

Peccato però che Genovesi fa l'errore di svelare sin da subito il trucco, trasformando buona parte del film in un susseguirsi di scene che zoppicano fino all'arrivo dei titoli di coda. Tutto si regge sull'amore che si vede e quello che uno si immagina, con la pellicola che ha anche l'ardire di porre al pubblico domande interessanti, veicolate dal padre di Guido (un brillante Renato Pozzetto), ma che scadono nelle risposte più retoriche che si possano conoscere.

Al di là del remake del film brasiliano, tutto sembra avvicinarsi - troppo - anche a Benvenuti al Sud. Cambiano gli interpreti (neanche tutti vista la presenza di Bisio e della Lodovini) ma le dinamiche in molte situazioni sembrano quasi ripetersi, per una commedia all'italiana che sembra davvero sempre più in difficoltà che pare non riuscire a trovare la forza di reinventarsi.


La stessa spalla comica, questa volta impersonata da Frank Matano, entra ed esce dalla scena senza un vero e proprio nesso logico, cercando di portare quella vena di ilarità che però non sempre riesce a strappare sorrisi. Il cast nel complesso funziona e tra tutti spiccano le interpretazioni di un sempre ottimo Bisio, del già citato Renato Pozzetto e di una sorprendentemente incredibile Ornella Vanoni!

A piacerci in maniera particolare é stata invece la fotografia e la sceneggiatura. Le scelte fatte ci riportano alla memoria momenti di un cinema che non c'é più, tra citazioni che vanno nella direzione sia di De Sica che di De Filippo. Il tutto é inoltre avvalorato da una serie di scelte musicali che riportano in auge la canzone classica napoletana.

Tutto questo, messo assieme, trasforma Ma Che Bella Sorpresa in un prodotto che riesce quantomeno nell'intento di far respirare quella veracità tipica partenopea che non può far altro che addolcire il cuore dello spettatore, tanto da fargli chiudere qualche volta più di un occhio sulla fallace trama del film.


Tirando quindi le somme Ma che Bella Sorpresa é un film che sulla carta poteva anche funzionare, come hanno funzionato altri remake in passato (non citiamo per niente a caso Benvenuti al Sud). Purtroppo la sceneggiatura del film, decide di svelare troppo presto “il trucco” lasciando al regista e agli attori l'onere di portare avanti per troppo tempo una condizione che a lungo andare stanca perché mal supportata e raccontata. Un'occasione sprecata, visto soprattutto il contesto all'interno del quale la storia si sviluppa. Peccato.