Mad Heidi: la recensione del film trash di Prime Video ambientato in una Svizzera distopica
Un film parodistico, satirico ma anche pieno di splatter e trash: ecco meriti e difetti di Mad Heidi, il film di Prime Video su una Svizzera distopica.
Prima ancora che una voce ci racconti come Mad Heidi, disponibile su Prime Video, sia un film indipendente realizzato grazie ai fondi raccolti dai fan - addetti ai lavori inclusi - c’è qualcosa che colpisce moltissimo. Il film è Vietato ai minori di 18 anni. Entro 60 secondi capiamo perché, con una scena molto violenta orchestrata da gente con armi e uniformi che rimandano inequivocabilmente al Nazismo.
La trama di Mad Heidi
In un futuro distopico, una Svizzera dittatoriale che fonda tutto su un formaggio coi buchi (ogni riferimento ai luoghi comuni è voluto) e un evidente richiamo alla Germania degli anni ’30, Heidi (Alice Lucy, Junction 9) e Peter (Kel Matsena, Doctors), cresciuti insieme, sono ormai adulti e si amano alla follia. Nonno Alpöhi (David Schofield, Il gladiatore) - con tanto di benda da pirata su un occhio e dialoghi con l’immancabile San Bernardo - mette in guardia la nipote su ciò che i giovani uomini vogliono, e la prega di stare attenta. Quando torna a casa inseguita dai soldati, il Nonno accoglie i nemici guidati dal Comandante Knorr (Max Rüdlinger, Olga) lo riconoscono come il leader di una rivoluzione fallita e lo attaccano, dando fuoco alla casa.
Heidi viene portata via, per essere offerta al Presidente Meili (Casper Van Dien, Il mistero di Sleepy Hollow) - dittatore del Paese e proprietario della fabbrica di formaggio coi buchi. In viaggio verso il castello Heidi incontra un’altra prigioniera, Klara, e poi la Signorina Rottweiler (Katja Kolm, Licht), che la fa rinchiudere in prigione insieme ad altre ragazze. E inizia a elaborare il suo piano di fuga e vendetta, cercando di coinvolgere la nuova amica Klara (Almar G. Sato, Letters to Paul Morrissey), decisamente più debole di lei… Almeno all’inizio.
La Svizzera di Mad Heidi tra formaggio, splatter e splendidi paesaggi
Cioccolato, oro, orologi, banche, coltellini svizzeri e soprattutto formaggio. Tutti i cliché sulla Svizzera sono presenti in ogni sequenza che riguardi il Presidente Meili, e in molte altre. Conditi da cameriere seminude e caricature dei dittatori più famosi di sempre.
Il Comandante Knorr - i nomi sono un altro mezzo satirico - ci mostra come “la fonduta” sia diventata uno strumento di tortura, come l’intolleranza al lattosio sia un crimine da denunciare, come il cioccolato sia anche un’arma letale e come gli identikit siano disegni fatti da bambini piccoli: tutto, nella Svizzera di Mad Heidi, è portato all’eccesso.
I richiami al celebre cartone animato si fondono con uno stile alla Iron Sky estremizzato in chiave parodistica e una marea di citazioni cinematografiche e televisive, da Apocalypse Now a The Handmaid’s Tale, da Starship Troopers (in cui recitava Van Dien) a Il fuggitivo, da Kill Bill a Frankenstein.
C’è tanto, tanto splatter. C’è lo scienziato nazista di turno, che crea il Supersoldato Svizzero tramite un formaggio con una quantità spropositata di lattosio. C’è il trionfo del trash, ma anche il kitsch non scherza. Purtroppo, l’intento satirico, sebbene ben comprensibile nella metafora dei nostri tempi, si lascia conquistare da un po’ troppo autocompiacimento, inserendo un certo numero di sequenze che allungano troppo il brodo.
La noia, incredibile ma vero, riesce a fare capolino fra uno squartamento e una testa che esplode. Il che non è esattamente un merito, soprattutto visti gli splendidi paesaggi proposti da molte sequenze del film.
Politicamente scorretti, ma non fino in fondo
La scelta di inserire un attore afroamericano e un’attrice di origini asiatiche in due dei ruoli più conosciuti della storia di Heidi fa un po’ il verso al politicamente corretto che impera a Hollywood, ma - e questo è molto importante - senza sminuire questi attori. Gli autori sono politicamente scorretti in modo corretto, insomma. Anche in tante altre questioni. Il tutto in una storia in cui il sessismo è il vero Male imperante, quello con la “m” maiuscola, tanto che il Presidente stabilisce che la Svizzera sia la Padrepatria e c’è una specie di Fata Turchina chiamata a proteggere la Madrepatria.
Non ci sono limiti alle cattiverie sulle donne, ma neanche all’esasperazione dei cliché culturali sulla Svizzera.
Una sequenza in stile Colosseo ci ricorda che, oltre a Van Dien, l’unico volto noto al grande pubblico è quello di David Schofield nei panni di Nonno Alpöhi. L’attore, oltre ad aver recitato ne Il gladiatore, film parodiato nella sequenza dell’arena, ha fatto parte del cast di film molto importanti, dal cult Un lupo mannaro americano a Londra a L’ora più buia, da Operazione Valchiria a L’ultimo dei Mohicani.
Un attore con una carriera strepitosa recita accanto a un volto noto e a un cast di debuttanti o poco più. Casper Van Dien si diverte - e si vede - a recitare in un film che gli permette di pronunciare frasi che mai nella sua carriera aveva neanche sognato di poter dire. Purtroppo, la volontà di decostruire il politicamente corretto si perde, anch’essa, nell’eccessiva durata del film. O, almeno, a quella che sembra una durata eccessiva, perché in effetti Mad Heidi è lungo solo 1 ora e 32 minuti, quindi c’è un evidente problema di ritmo.
Peccato, perché l’idea alla base del film, avrebbe meritato una sceneggiatura più focalizzata sulla satira sociale, anziché sulla parodia di tante pellicole precedenti.