Mad Max: Fury Road

di Roberto Vicario
Adrenalina pura. Pugni in faccia e nello stomaco. Ansia totale. Questi sono solo alcuni degli stati d'animo che un qualsiasi spettatore potrebbe percepire una volta uscito dalla sala dopo la visione di Mad Max: Fury Road. George Miller ce l'ha fatta. A 70 anni suonati, e con tre capitoli dedicati al grande Max sulle sue spalle, riprende in mano il franchise, gestisce in mezzo a mille difficoltà un budget da 150 milioni di dollari, e non contento confeziona quello che può tranquillamente essere definito uno dei migliori action movie di sempre.



Delirio e devastazione su 4 ruote



Vorremmo davvero passare ore a raccontarvi tutta la bellezza di questo Mad Max: Fury Road. Un'opera frenetica, visionaria, eccessiva e totalmente distante da quello che un comune mortale può anche solo lontanamente immaginare dai trailer (anch'essi bellissimi!).

Ma partiamo dalle basi: la trama. Mad Max é ambientato in un futuro distopico post apocalittico in cui svariati disastri naturali hanno modificato la terra e le persone che la abitano. Max Rockatansky (Tom Hardy) é un ex poliziotto che ha perso la sua famiglia. Nelle Wasteland, Max incontra in maniera molto rocambolesca, l'Imperatrice Furiosa (Charlize Theron), una donna guerriera che sta scappando da Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne), leader di un gruppo che si fa chiamare Figli della Guerra.

La banda sta dando la caccia a Furiosa intenta a portare in salvo le cinque mogli di Immortant Joe. Una di queste é incinta e potrebbe rappresentare il futuro del regno del supremo leader dandogli un figlio sano. Inizialmente distanti, Max e Furiosa capiranno che per sopravvivere alla follia, dovranno collaborare.
Miller ci regala 120 minuti di caos totale. Un caos che però risulta estremamente scientifico.


Questo incipit servirà al regista per portare sul grande schermo uno degli inseguimenti più lunghi ed entusiasmanti che il cinema hollywoodiano abbia mai partorito. Pochi minuti di spiegazione iniziale, in cui si inquadrano i personaggi e il movente, e poi via al furioso inseguimento nel deserto.

Miller ci regala 120 minuti di caos totale. Un caos che però risulta estremamente scientifico. Tutto é calcolato in maniera sapiente e calibrata. Ogni singola scena d'azione, ogni combattimento ogni stacco di inquadratura ci racconta la storia attraverso volti, gesti e parole degli eroi e degli anti eroi.

Con il primo Mad Max Miller aveva praticamente inventato il genere post apocalittico moderno, a distanza di quasi 40 anni, riprende in mano il suo pargolo, lo modella secondo necessità e virtù dell'era moderna (leggasi major ed incassi) e offre al pubblico uno spettacolo che tramortisce lo spettatore al primo impatto, ma già a distanza di dieci minuti dalla visione, gli lascia quella sensazione di esaltazione che solamente i grandi film di genere sono in grado di regalare.



Si, perché in Mad Max: Fury Road c'é davvero tutto: sangue, violenza, personaggi assurdi e mezzi di trasporto che raramente troverete all'interno di altri film - non possiamo non citare il mezzo con tamburi e un chitarrista che suona la “marcia di guerra” -.

Pur essendo slegato dalla precedente trilogia, il regista di Brisbane ha comunque voluto rendere omaggio ai fan della vecchia trilogia, inserendo elementi che i più attenti non faranno fatica a riconoscere come ad esempio la V8 Interceptor Ford Falcon XB GT Coupé (qui con una colorazione diversa, ma perfettamente riconoscibile) e attori reinventati come Hugh Keats-Byrne che qui interpreta Immortan Joe ma che in passato aveva regalato il volto anche a Leader Toecutter.

A questi omaggi si affiancano poi le interpretazioni degli attori coinvolti. A spiccare é ovviamente la Furiosa interpretata da una sontuosa Charlize Theron. Poco truccata, cattiva, rasata e fiera portatrice dell'emancipazione femminile. A lei si affiancano il Max di Tom Hardy che a differenza di quello che si potrebbe immaginare, fa quasi da spalla alla Theron. Si, perché Miller ribalta il punto di vista e mette in risalto la donna contro un vero e proprio universo maschile. Iconica, tra le tante, la scena dell'autocisterna controllata da un manipolo di donne (più Max) inseguita da una vera e propria mandria di uomini.



Ovviamente il tutto é amalgamato da una regia incredibilmente curata. Nella concitazione dell'inseguimento la mano sapiente del regista australiano riesce ad indugiare sui dettagli in grado di raccontarci e mostrarci elementi sull'universo da lui creato. Un universo distorto e assurdo in cui trovano spazio elementi della cultura norrena, scienza, religione e molto altro. Tutto con quel piglio e quel miscuglio che quasi ricorda i “B-movie di qualit”, qui però, sapientemente miscelati.

George Miller, senza aggiungere troppo ad un film che di parole ne ha davvero pochissimo bisogno, ci regala un film incredibile, una vera e propria ubriacatura cinematografica che ci fa uscire tramortiti ma con il sorriso stampato sulla faccia dalla sala…e desiderosi di tornarci dentro subito una seconda volta.

Mad Max: Fury Road, come successo in passato per molte altre pellicole - anche di genere differente - diventa un instant classic, in grado di ridefinire o comunque alzare gli standard di un genere. Probabilmente il miglior film d'azione degli ultimi 10/15 anni e senza ombra di dubbio la prova concreta che anche da budget milionari e da blockbuster possono nascere film in grado di stupire.

Citando una frase del film:”What a lovely day!”.