Maestro, recensione: perché consiglierò il film di Bradley Cooper a mia madre
Dopo il successo del suo esordio al fianco di Lady Gaga, Bradley Cooper torna alla regia con un biopic musicale ambizioso, ma non completamente riuscito. La recensione di Maestro.
Maestro è un film che guarderò con mia madre appena sarà disponibile su Netflix. Non è una valutazione positiva o negativa, ma piuttosto un'indicazione precisa dei pregi e dei limiti del secondo lungometraggio diretto dall'attore Bradley Cooper.
Sono ragionevolmente sicura che mia madre amerà questo film per una serie di qualità che Bradley Cooper esprime come regista. Il suo cinema è di facile fruizione, rassicurante e in grado di trasmettere momenti potenti e potenzialmente controversi con un tono che assomiglia a un abbraccio o a una carezza. È rassicurante, anche quando forse non dovrebbe esserlo. Gli statunitensi usano un termine molto indicativo: "crowd-pleaser," che descrive coloro che sono in grado di far provare piacere al pubblico in sala, offrendo una visione appagante. Questa capacità è molto ricercata a Hollywood, soprattutto in un momento in cui è necessario un marketing sfrenato per creare un evento che attiri le persone al cinema, non solo un buon film.
Il problema, se possiamo chiamarlo così, è che Bradley Cooper sembra non voler abbracciare appieno la natura popolare e pop del suo modo di raccontare storie, cercando piuttosto un'autorialità stilistica che non si sposa bene con la sostanza del suo lavoro, rendendo la sua voce meno riconoscibile e carismatica.
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La trama e la storia vera dietro a Maestro
Bradley Cooper, con un naso un po' accentuato che ha scatenato molte polemiche (considerato un dettaglio caricaturale delle radici ebraiche del personaggio, secondo alcuni), interpreta Leonard Bernstein, uno dei compositori e direttori d'orchestra più famosi del XX secolo. Bernstein è stato il primo statunitense a raggiungere il gotha della musica classica, un Olimpo riservato in gran parte a figure europee o asiatiche.
Maestro non si concentra principalmente sulla sua vasta produzione musicale, sui suoi traguardi storici o sul suo genio musicale. Come in Priscilla di Sofia Coppola, un lungometraggio dedicato all'ex moglie di Elvis Presley, la musica è in secondo piano. Il vero fulcro narrativo di Maestro è la storia d'amore tra Leonard Bernstein e la moglie Felicia Montealegre (Carey Mulligan). Un legame che dura per tutta la vita di lei, rimpianta da lui, ormai vedovo, all'inizio del film.
La relazione tra il giovane Leonard e Felicia si basa su una bugia implicita che il compositore vuole nascondere al mondo, di cui lei è silenziosamente consapevole: lui è attratto dagli uomini.
Maestro non indaga sul perché il direttore d'orchestra abbia deciso di nascondere la sua sessualità, né spiega il percorso che lo ha portato anni dopo, dopo la notorietà, a rivelarsi pubblicamente, mettendo a rischio il suo rapporto con la moglie. Si concentra invece su come i due protagonisti continuino a mediare la loro relazione amorosa, senza mai allontanarsi completamente, fino alla morte di lei.
Cosa funziona e cosa no in Maestro
Maestro è una storia che, in un'ottica speranzosa e ottimista, appartiene a un'epoca passata. Leonard Bernstein oggi potrebbe vivere apertamente le sue relazioni senza compromettere la sua carriera. La domanda che mi sono posto durante la visione è la seguente: il grande amore tra Leonard e Felicia avrebbe senso o motivo d'esistere oggi?
È l'unico interrogativo che consentirebbe al film di connettersi con la contemporaneità, ma Cooper costruisce il film su vecchi quesiti e dà risposte già sentite, ignorando l'interrogativo più ovvio e interessante. Per questo motivo e per la sua capacità di incantare il pubblico, Maestro sembra un film di 10 o 20 anni fa, anche a causa dell'approccio efficace ma un po' affettato con cui prepara e incornicia i momenti di tensione e affetto. Passaggi intensi che probabilmente porteranno sia Cooper che Mulligan a una nomination agli Oscar. Lui è molto bravo e somigliante al compositore, ma lei lo supera di una spanna per bravura.
Cooper dovrebbe forse rinunciare a dividere le sue energie tra recitazione e regia, soprattutto quando il tallone d'Achille del suo film è che crea scene memorabili e potenti, ma fatica a esplorare i suoi protagonisti.
Voto
Redazione
Maestro, recensione: perché consiglierò il film di Bradley Cooper a mia madre
Entrando in sala con la trama che ho descritto, ne uscirete sapendo poco o nulla di più su Leonard Bernstein, che Cooper, come attore, omaggia, ma senza mai metterlo in gioco o guardarlo profondamente. La lunga scena in cui Leonard dirige un potente concerto in chiesa e quella in cui lui e Felicia prendono parte al musical che lui ha scritto sono gioiellini registici in un film che sembra dimenticare di raccontare qualcosa, rimanendo in ultima analisi uno sfoggio di bravura recitativa e registica senza una storia che lo renda memorabile.