Mia Madre
di
Roberto Vicario
A distanza di 4 anni da Habemus Papam, Nanni Moretti torna nelle sale cinematografiche con Mia Madre. Un prodotto che per certi versi, gli permette di raggiungere l'equilibrio perfetto tra il dolce e l'amaro della vita, raccontandola nel modo più diretto possibile…
Margherita (Margherita Buy) é una donna che ha dedicato la sua vita al cinema. Regista affermata, é attualmente impegnata nel girare un film con una grossa star americana (John Turturro) sulla lotta operaia ai gironi nostri, all'interno di una fabbrica (se si pensano ai film di Moretti, non può non scappare un sorriso).
La sua carriera professionale entra in contrasto con quella personale, in cui il divorzio dal marito Vittorio (Enrico Ianniello) e i problemi con la figlia Livia (Beatrice Mancini) le portano non poche preoccupazioni. A questo poi si aggiunge la difficile situazione della madre Ada (Giulia Lazzarini), chiusa tra le mura di un ospedale e nonostante la lucidità ed il supporto di Giovanni (Nanni Moretti), fratello di Margherita, ormai prossima alla morte.
Il Moretti regista di Mia Madre, é stato più volte avvicinato a quello de La Stanza del Figlio. Dopo la visione di questa sua ultima opera, sono convinto che il paragone non può reggere. Ne La Stanza del Figlio si esplora il concetto del lutto, e gli stati d'animo che nascono nel momento in cui ci si rende conto di aver perso qualcuno e, come diceva una frase del film:”…perché il lutto, quando viene preso, produce un nuovo inizio.”
In Mia Madre Moretti racconta la morte, argomento ancora più complesso sotto alcuni punti di vista, e per farlo sceglie la strada più complessa, mettendola in contrasto con il racconto della vita degli altri personaggi, Margherita su tutti.
La pellicola del regista nato a Brunico é un film puro e diretto. Non si cercano artefici, ma si prova semplicemente a raccontare una storia attraverso i sentimenti. Un po come succedeva in Caro Diario, le scene si alternato in un viavai di emozioni che spaziano dalla risata sincera, quasi divertita, alla commozione.
Un esempio perfetto di come cinema drammatico e commedia, se ben bilanciati riescano a convivere perfettamente. Inoltre, Moretti ha la bravura di mettersi in disparte con un ruolo importante ma non da protagonista vero e proprio, lasciando sotto i rifletti una Margherita Buy in grado di offrirci una delle sue migliori interpretazioni.
La Margherita da lei interpretata offre una scala di grigi caratteriali che nel film vengono perfettamente trasmessi allo spettatore, e che minuto dopo minuto portano a galla una fragilità che é insita in ogni essere umano. A lei si affianca una magistrale recitazione del sempre più italiano John Turturro. Il suo ruolo é quello che riesce a strappare più di una risata e che dimostra, come se ce ne fosse davvero bisogno, come la genuinità e la spontaneità all'interno della recitazione tante volte siano le soluzioni migliori.
Non possiamo dimenticarci ovviamente del regista che, ancora una volta, dimostra tutta la sua sensibilità dietro la macchina da presa. Alcuni passaggi, l'inquadratura di certi dettagli e delle scene quasi oniriche, riescono a raccontare meglio di tante parole, quello che i personaggi cercano e vogliono trasmettere.
In tutto questo il film si arricchisce di un ritmo che nonostante l'importante quantità di dialoghi, riesce a mantenere un equilibrio più che mai piacevole, grazie alle già citate situazioni in cui si riesce a sorridere, o a salti temporali in grado di raccontare più nel dettaglio il carattere dei personaggi attraverso i ricordi.
Mia Madre é quindi un film che porta nuovamente alla ribalta un regista che nell'arco della sua carriera cinematografica - pur con alti e bassi - ha dimostrato di essere in grado di raccontare i sentimenti con una leggerezza e una sensibilità che pochi altri artisti nostrani possono vantare.
La bellezza di questo lungometraggio sta proprio nella sua totale sincerità. Il film non si sforza ne di far ridere, quanto di far piangere, chi sta guardando lo schermo. Non prova ad esasperare momenti, ma al contrario si limita a raccontarli nella maniera più chiara e semplice possibile. Perché in fondo la vita, se vogliamo ridurla ad un concetto abbastanza semplice, é proprio questo: una serie di intervalli che alternano gioia e malinconia. Esattamente come il cinema di Nanni Moretti.
Gli alti e bassi della vita…
Margherita (Margherita Buy) é una donna che ha dedicato la sua vita al cinema. Regista affermata, é attualmente impegnata nel girare un film con una grossa star americana (John Turturro) sulla lotta operaia ai gironi nostri, all'interno di una fabbrica (se si pensano ai film di Moretti, non può non scappare un sorriso).
La sua carriera professionale entra in contrasto con quella personale, in cui il divorzio dal marito Vittorio (Enrico Ianniello) e i problemi con la figlia Livia (Beatrice Mancini) le portano non poche preoccupazioni. A questo poi si aggiunge la difficile situazione della madre Ada (Giulia Lazzarini), chiusa tra le mura di un ospedale e nonostante la lucidità ed il supporto di Giovanni (Nanni Moretti), fratello di Margherita, ormai prossima alla morte.
Il Moretti regista di Mia Madre, é stato più volte avvicinato a quello de La Stanza del Figlio. Dopo la visione di questa sua ultima opera, sono convinto che il paragone non può reggere. Ne La Stanza del Figlio si esplora il concetto del lutto, e gli stati d'animo che nascono nel momento in cui ci si rende conto di aver perso qualcuno e, come diceva una frase del film:”…perché il lutto, quando viene preso, produce un nuovo inizio.”
In Mia Madre Moretti racconta la morte, argomento ancora più complesso sotto alcuni punti di vista, e per farlo sceglie la strada più complessa, mettendola in contrasto con il racconto della vita degli altri personaggi, Margherita su tutti.
La pellicola del regista nato a Brunico é un film puro e diretto. Non si cercano artefici, ma si prova semplicemente a raccontare una storia attraverso i sentimenti. Un po come succedeva in Caro Diario, le scene si alternato in un viavai di emozioni che spaziano dalla risata sincera, quasi divertita, alla commozione.
Un esempio perfetto di come cinema drammatico e commedia, se ben bilanciati riescano a convivere perfettamente. Inoltre, Moretti ha la bravura di mettersi in disparte con un ruolo importante ma non da protagonista vero e proprio, lasciando sotto i rifletti una Margherita Buy in grado di offrirci una delle sue migliori interpretazioni.
La pellicola del regista romano é un film puro e diretto.
La Margherita da lei interpretata offre una scala di grigi caratteriali che nel film vengono perfettamente trasmessi allo spettatore, e che minuto dopo minuto portano a galla una fragilità che é insita in ogni essere umano. A lei si affianca una magistrale recitazione del sempre più italiano John Turturro. Il suo ruolo é quello che riesce a strappare più di una risata e che dimostra, come se ce ne fosse davvero bisogno, come la genuinità e la spontaneità all'interno della recitazione tante volte siano le soluzioni migliori.
Non possiamo dimenticarci ovviamente del regista che, ancora una volta, dimostra tutta la sua sensibilità dietro la macchina da presa. Alcuni passaggi, l'inquadratura di certi dettagli e delle scene quasi oniriche, riescono a raccontare meglio di tante parole, quello che i personaggi cercano e vogliono trasmettere.
In tutto questo il film si arricchisce di un ritmo che nonostante l'importante quantità di dialoghi, riesce a mantenere un equilibrio più che mai piacevole, grazie alle già citate situazioni in cui si riesce a sorridere, o a salti temporali in grado di raccontare più nel dettaglio il carattere dei personaggi attraverso i ricordi.
Mia Madre é quindi un film che porta nuovamente alla ribalta un regista che nell'arco della sua carriera cinematografica - pur con alti e bassi - ha dimostrato di essere in grado di raccontare i sentimenti con una leggerezza e una sensibilità che pochi altri artisti nostrani possono vantare.
La bellezza di questo lungometraggio sta proprio nella sua totale sincerità. Il film non si sforza ne di far ridere, quanto di far piangere, chi sta guardando lo schermo. Non prova ad esasperare momenti, ma al contrario si limita a raccontarli nella maniera più chiara e semplice possibile. Perché in fondo la vita, se vogliamo ridurla ad un concetto abbastanza semplice, é proprio questo: una serie di intervalli che alternano gioia e malinconia. Esattamente come il cinema di Nanni Moretti.