Il film di Minecraft è tremendo, ma è davvero un problema?

Un film Minecraft è davvero una pessima operazione commerciale, ma probabilmente al suo pubblico non interessa. La recensione.

Il film di Minecraft è tremendo ma è davvero un problema

Già dal titolo, dalla sua vaghezza e apparente contraddizione, si poteva capire quasi tutto della pellicola che porta uno dei fenomeni videoludici più redditizi di questa era su grande schermo. Un film Minecraft recita il titolo: articolo indeterminato, con la speranza nemmeno troppo velata che sia un film capostipite, un apripista per un franchise. Perché non rivendicare di avere “il” film che porta questo universo videoludico e culturale in sala? D’altronde l’approssimazione sembra la cifra stilistica dell’intera operazione, almeno da una prospettiva cinematografica.

Il film di Minecraft è tremendo, ma è davvero un problema?

Vi voglio raccontare una breve scena secondo me rappresentativa dell’approccio con cui cinque - ripeto cinque - sceneggiatori (praticamente un writing room) hanno messo insieme questa storia. Natalie (Emma Myers) è preoccupata per il fratellino Henry (Sebastian Eugene Hansen) che non riesce a rintracciare. Chiama allora Dawn (Danielle Brooks), l’immobiliarista che le ha venduto la casa dove i due si sono di recente trasferiti. Dawn prende il cellulare dalle mani della ragazza, armeggia un po’ con lo schermo e le dice “trovato, Henry è alla miniera”. Non solo non ci viene spiegato come Dawn abbia capito la cosa (è una smanettona? Conosce tutti i città? Ha un potere divinatorio?) ma per l’intera iterazione lo schermo dello smartphone rimane inquadrato ed è spento.

Non si tratta di cercare il pelo nell’uovo in un film il cui punto è soprattutto l’escapismo. È che Minecraft, più che distrarre il nostro cervello, richiede di spegnerlo del tutto per non notare la grossolana fattura della sua storia. Prevedibilmente il film si apre con un lungo cappello introduttivo in cui Steve (Jack Black) ci spiega per filo e per segno come ha scoperto il mondo a cubi dove si è trasferito, chi sono i malvagi che vogliono distruggerlo e via dicendo. La pellicola però non fa il benché minimo tentativo di mascherare il suo bignami introduttivo per qualsiasi altra cosa, di renderlo più cinematografico, più sorprendente, meno libretto d'istruzioni per vecchi barbagianni che accompagnano la prole in sala. Di fatto inchiodandoci alla poltroncina senza darci nulla (ma davvero nulla) di cinematografico da vedere, mettendo il film in pausa fino all’avvio vero e proprio. Un po’ come quelle applicazioni che non rendono possibile saltare il tutorial introduttivo quando vengono scaricate. E di cinematografico, nel 101 minuti successivi, vedremo davvero pochissimo. 

Il film di Minecraft è tremendo, ma è davvero un problema?

Minecraft è appena vendibile, per nulla vedibile

Un film Minecraft non charisce nemmeno il motivo dietro la scelta di costruirci sopra una pellicola con attori in carne e ossa (gli arrotondati) in un contesto prettamente digitale. Perché non realizzare una pellicola animata, con cui sfruttare fino in fondo il potenziale di partenza, alla Lego Movie? Difficile dire quale valore aggiunto apportino le storyline dei personaggi di Jack Black e Jason Mamoa (riassumibili con “essere adulti fa schifo”) e i giovani protagonisti della storia. A voler dare al progetto più meriti di quelli che ha, si potrebbe dire che è persino sfiorato da una certa fascinazione per i presupposti narrativi dei manga e anime isekai, non a caso popolarissimi nella stessa demografica.

Non siamo nuovi a operazioni di questo genere, ovvero il film tratto da in gioco da tavolo o da un videogioco più o meno 3D che arriva a tre dimensioni su grande schermo come live action. L’ultima in ordine di tempo è stata quella del film di Borderlanrds e ancora Dungeon&Dragons, passando per Warcraft, Gran Turismo, Rampage, Mortal Kombat e persino Battleship. Operazioni che vi abbiamo puntualmente raccontato qui su Gamesurf, data la natura della testata. Nella maggior parte dei casi, più che un onore, è stato un sacrificio volontario a Hunger Games (”I volunteer as a tribute”) data la trascuratezza con cui Hollywood tratta questi potenziali franchise, rivelando un certo disprezzo di fondo verso il pubblico a cui sono rivolti.

Per livello d'impegno raggiunto - meno del minimo sindacale per far finta che a qualcuno importi qualcosa del fatto che questo film sia tutto sommato vedibile - A Minecraft Movie si avvicina ai record negativi di questo filone, anche se probabilmente Pixels rimane imbattibile in questo senso. Quello che davvero urta in questo prodotto (definizione ancor più calzante di film), più che i continui e talvolta imbarazzanti buchi di trama o passaggi privi di logica, è come si limiti a buttar giù un elenco citazionistico di personaggi, nomi, luoghi, senza sfruttare appieno il potenziale fornito dal videogioco stesso.

Il film di Minecraft è tremendo, ma è davvero un problema?

Parliamo di un’idea di partenza che permette infinita creatività: una griglia, degli elementi fondamentali, combinazioni imprevedibili da parte dell’utilizzatore. Infinite possibilità di combinazione da cui si può ottenere una spada, dei secchi o uno sparacrocchette. Il cinema sarebbe in teoria il media ideale per sfruttare appieno il potere immaginifico dell’idea che ha reso Minecraft una hit mondiale. A nessuno però importa di farlo ed è questo che mette più malinconia addosso. Vedere un pugno di creativi che sappiamo essere talentuosi (Jack Black sui film per ragazzi negli ultimi vent’anni ha fatto ottime cose, Jared Hess è il regista di Napoleon Dynamite) che non sono messi nella posizione di esaltare ciò che il progetto dovrebbe raccontare e celebrare. O perché non gliene importa, o perché il gioco non vale la candela.

Invece la pellicola sembra scritta con un generatore automatico di personaggi random, sulla falsariga di un altra proprietà del produttore Legendary, ovvero Il signore degli anelli. Sarà che è stato girato in Nuova Zelanda, saprà appunto lo zampino di Legendary, ma è impossibile non notare come la trama, quando indecisa sul da farsi, dia molte "Frodo vibes" (e sto citando lo stesso film).

Per quanto rirguarda la regia, bisogna aspettare una mezz'ora prima di vedere un fotogramma la cui composizione "videoludica" è interessante (quella del tunnel in cui s'infila Mamoa visto in prospettiva frontale, alla Super Mario). I momenti in cui il film sembra concentrarsi e mettere a fuoco quel che fa sono quelli legati ai product placement ed è l'ennesimo tassello mortificante di un quadro già desolato. La ripresa dinamica per inquadrare il marchio delle scarpe indossate da Jason Mamoa. Per non parlare della sfrontatezza con cui viene ribadito, per ben due volte, il modello della Jeep con cui un personaggio ne investe un altro, dettaglio che ridefinisce il concetto di "mercenario" su grande schermo. 

Il film di Minecraft è tremendo, ma è davvero un problema?

 

Minecraft (provvisorio)

Rating: TBA

Durata: 0'

Nazione:

3

Voto

Redazione

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Minecraft (provvisorio)

In teoria Un film Minecraft è un rigore a porta vuota: esce in un periodo dell’anno senza blockbuster all’orizzonte e dovrebbe portare in sala un pubblico che per demografica e interessi di solito nemmeno va al cinema. La crisi creativa delle major però è qui ben rappresentata dalla completa mancanza di volontà nel rendere questa autocelebrazione interessante in quanto film in sé, magari persino in grado d'intrattenere chi non ha un interesse pregresso nel titolo videoludico a cui la pellicola davvero non fa giustizia. 

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