My Hero Academia: You’re Next tecnicamente picchia duro, ma la trama non è all'altezza: la recensione del film

Il quarto lungometraggio tratto da My Hero Academia presenta una side quest che impressiona solo sul fronte animato, a causa di una narrazione un po’ claudicante. La recensione.

di Elisa Giudici

La scena più memorabile My Hero Academia: You’re Next la infila nel primo tempo: davanti a un panorama di grattacieli distrutti e popolazione impaurita il cattivo di turno, che si proclamerà di lì a poco Dark Might, descrive il Giappone come “un paese in rovina, protetto da eroi incapaci”. Il protagonista Izuku Midoriyae i suoi compagni della classe 1A sono tutti lì ad ascoltare ma nessuno ribatte o replica. Il fatto è che Dark Might, per quanto sia il più stereotipato dei cattivi affetti da spiegonite acuta (ovvero dalla sindrome di dover spiegare ad alta voce ogni singolo passaggio del suo malvagio piano) centra davvero il punto.

You’re Next ha una chicca in più per il pubblico italiano, ma la storia zoppica

Ambientato dopo l’arco narrativo della guerra Fronte di Liberazione (la sesta stagione dell’anime), in un punto della trama ufficiale che a molti fan è sembrato forzato e forzoso (ma come, non si stanno per scatenare da un momento all’altro eventi ben più gravi?) My Hero Academia: You’re Next spreca così un passaggio eccezionale, gravido di pathos, rivolgendo subito dopo la sua attenzione altrove. In un certo senso, non ha proprio la possibilità di raccogliere questo guanto di sfida che si lancia da solo. Un po’ perché appunto, è stretto tra due archi narrativi ufficiali e non può far succedere nulla che ne turbi le dinamiche già stabilite e canoniche, un po’ perché i film animati legati a questo manga/anime hanno già stabilito una consuetudine rodata. Si presenta un villain, un gran numero di personaggi si danno battaglia, Deku e i suoi amici e compagni più forti se le danno di santa ragione con il cattivo e i suoi scagnozzi nello scontro finale. È lo shounen secondo le regole di Shounen Jump, bellezza.

Lo sceneggiatore del film è Ysuke Kuroda, un veterano del mondo dell’animazione che ha lavorato sin dalle prime stagioni all’anime tratto dal manga di Khei Horikoshi. La familiarità con l’universo narrativo degli eroi e degli allievi della UA è tale che riesce a infilare persino alcuni personaggi originali azzeccati: su tutti Giulio, un maggiordomo motociclista che si rivela molto più interessante del fantoccio solitamente utilizzato in questo genere di film filler/stand alone per dare il via alla storia. Giulio anzi funziona così bene che le iterazioni con Baku sono pregevoli e non dispiace troppo vederlo passare più tempo con lui che con Bakugo e Todoroki.

Per il pubblico italiano poi c’è una chicca in più, ovvero il fatto che Dark Might e gli scagnozzi che si porta dietro fanno parte di una famiglia Gorrini, con un’immagine stereotipata ma comunque divertente della malavita italo(americana) e con attacchi quali il Torino Smash. C’è qualche reminescenza da Tutor Hitman Reborn! nel modo di raccontare la criminalità organizzata italiana al pari di qualcosa di fittizio e leggendario quanto gli unicorni e gli dei norreni.

Un bel spunto iniziale viene vanificato da scelte narrative banali

You’re Next parte da un bello spunto iniziale; un villain che ricalca per aspetto e potenza All Might e mette sul piatto la promessa populista di risollevare il Giappone. Nel sviluppare la sua trama spunta l’intera lista dei passaggi immancabili per un film tratto da una hit di Shounen Jump incentrata sui combattimenti e le battaglie, il che lo rende sicuramente esaltante per il suo pubblico di riferimento. Seppur le dinamiche di My Hero Academia siano così universali nel mondo dei manga da combattimento da renderlo facilmente fruibile, non è il punto di partenza migliore per approcciarsi alla serie, non a questo punto della storia, non quanto i film che l’hanno preceduto.

Pur concentrandosi su quanti la storia di Deku la conoscono già, questo film risulta in più punti farraginoso e poco fluido. Ci sono parecchi momenti in cui gli eroi, letteralmente, stanno fermi lasciando parlare il cattivo, quasi il Quirk che rallenta il tempo che possiede un personaggio fosse sempre attivo sulla sceneggiatura. Sennò, semplicemente, l’azione non potrebbe proseguire come pianificato perché sarebbe troppo facile bloccare i cattivi, metterli in una situazione si stallo.

Il cast poi è così vasto e corale che tutti hanno troppo poco spazio per brillare. Molti personaggi timbrano il cartellino, appaiono e scompaiono, senza aver fatto granché. Senza citare uno sviluppo davvero molto, molto, molto prevedibile e un po’ banale, che vanifica lo spunto stuzzicante di partenza.

You’re Next ha un’animazione davvero eccelente

Dove invece My Hero Academia: You’re Next si dimostra solidissimo è sul comparto tecnico. L’animazione è davvero di alto livello, sempre fluida, dinamica, coadiuvata da una regia che sa creare il momento di pathos del grande scontro finale, restituendo la potenza del pugno, del calcio, dell’attacco finale e disperato di Deku e degli altri allo stremo delle forze. Tensai Okamura ha preso il posto di Kenji Nagasaki (regista dei lungometraggi precedenti) e dimostra di sapere il fatto suo, specie negli scontro tra Deku e Dark Might. Toho ci ha messo il budget giusto per far muovere il film sempre a livello da lungometraggio per il grande schermo, con animazioni di altissima qualità dall’inizio alla fine**, senza scivoloni e senza scorciatoie.** Questa componente balza all’occhio ed è apprezzabile sopratutto su grande schermo, palese destinazione primaria e naturale di questo titolo.