Nessuno ti salverà: recensione dell’omaggio di Brian Duffield al cinema di fantascienza americano

Scopriamo insieme, senza alcuna indicazione sulla trama e senza spoiler, la chiave di lettura per il film di fantascienza di Disney+: Nessuno ti salverà

Nessuno ti salverà recensione dellomaggio di Brian Duffield al cinema di fantascienza americano

Una grande casa in mezzo al verde, in campagna. Una giovane donna che sembra poco più di una ragazzina uscita dritta dritta dagli anni ’50, anche se siamo ai giorni nostri. Un evidente richiamo a Signs di M. Night Shyamalan, di cui il film è infarcito di omaggi. Così come ci sono continui omaggi ai grandi classici della fantascienza americana anni ’50. Non a caso: l’impressione su Brynn e il suo stile di vita è voluta. Ci riporta in quell’epoca e in quell’atmosfera in un batter d’occhio e la mantiene per tutta la durata della narrazione.

Nessuno ti salverà, trama

Brynn Adams (la bravissima Kaytlin Dever di Justified e di quel gioiello che è Unbelievable) vive sola nella casa di famiglia, e sembra invisibile. Quando va in città per spedire i vestiti su misura che confeziona nessuno sembra vederla, nessuno risponde ai suoi cenni di saluto. E quando una notte, mentre dorme, viene svegliata da strani rumori, Brynn sa una sola cosa: è sola. Nessuno la salverà.

Nessuno ti salverà, recensione

Non è facile rendere efficace un film in cui nessuno dice una sola parola. Bisogna tenere alta l’attenzione. Bisogna mostrare, anziché spiegare tramite i dialoghi, e per farlo bisogna essere dei bravi sceneggiatori. Perché “parlare” attraverso le immagini anziché attraverso le parole è la prima cosa che ti insegnano in Sceneggiatura. La prima.

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Brian Duffield, classe 1985, già autore dei copioni di The Divergent Series: Insurgent Underwater e Love and Monsters, ha dimostrato di aver imparato la lezione a dovere.

Nessuno ti salverà, disponibile su Disney+, è una sfida. Una sfida per tenere viva l’attenzione dello spettatore senza dialoghi, ma anche una sfida per la volontà d’inserire quel mix di tensione e commedia - Brynn brandisce un ferro arricciacapelli come arma, solo per farvi un esempio - che caratterizza questo film. Se fosse un fumetto, sarebbe un’enciclopedia sci-fi che va da L’invasione degli ultracorpi a La guerra dei mondi passando per Alien e Ultimatum alla Terra.

La sfida di Duffield però è soprattutto quella lanciata al pubblico contemporaneo: una grande dichiarazione d’amore alla fantascienza si trasforma in un film totalmente distante dalle storie verbose, lunghe e dal ritmo frenetico che catturano oggi gli spettatori. Nessuno ti salverà ha quindi due chiavi di lettura: possiamo abbracciare e condividere quell’atto d’amore, divertendoci a riconoscere ogni citazione fra le centinaia presenti, oppure possiamo non comprendere l’intento e restare delusi da un film volutamente diverso da ciò che ci saremmo aspettati.

Questa è una storia in cui nessuno parla per 90 minuti, la persona in scena è quasi sempre una sola, eppure sappiamo tutto di lei. O almeno quanto basta. Tutto fila esattamente come deve: mentre la guardi correre via e pensi “Possibile che non abbia una bicicletta?”, eccola lì che pedala veloce sulla strada.

Siamo di fronte a un cocktail perfettamente equilibrato di ciò che ti aspetti succeda e ciò che ti prende alla sprovvista, anche se conosci tutti i classici di fantascienza dall’invenzione del cinema a oggi. Perché la storia personale di Brynn, raccontata attraverso semplici inquadrature della durata di pochi secondi, ti dimostra che ogni rilettura di un classico può dare il suo contributo originale. Anche quando fai un film che molti potrebbero considerare un esercizio di stile, per la sceneggiatura e per la recitazione - con prova ampiamente superata, per la cronaca.

Nessuno ti salverà: recensione dell’omaggio di Brian Duffield al cinema di fantascienza americano

Nessuno ti salverà è un film di fantascienza girato con tutti i cliché del survival horror che può essere interpretato solamente in due modi, come dicevamo prima. I fanatici della fantascienza e chi ha studiato Cinema lo prenderanno come un riuscito omaggio a un genere da sempre considerato “minore”, insieme proprio al genere horror, costruito appositamente per chi pensa che la metafora dell’invasione del nemico (comunista) con conseguente omologazione e privazione della libertà ne L’invasione degli ultracorpi fosse il prefetto specchio della società statunitense dell’epoca.

La fantascienza da sempre incarna paure, timori e preoccupazioni dell’uomo. Da Metropolis di Fritz Lang a 2001: Odissea nello Spazio, il terrore della perdita dell’individualità e del sopravvento delle macchine nel controllo della vita umana non ha mai smesso di essere uno dei temi centrali del genere. Oggi, Nessuno ti salverà interpreta la paura della solitudine, dell’isolamento sociale, del giudizio altrui scaturito dall’abitudine di giudicare ogni notizia ed evento sui social, della totale mancanza di comunicazione: la pandemia, i social network, la gente al ristorante seduta allo stesso tavolo che anziché parlarsi scorre lo schermo dello smartphone. Nessuno ti salverà è tutto questo, con l’aggiunta di una storia personale condita dal senso di colpa, da una solitudine forzata - il rifiuto della società non è come non avere accesso alla tecnologia di oggi, restando isolati? - e dalla volontà di raccontarci come non solo nel cinema, ma anche nelle nostre vite, la solitudine sia sempre accompagnata dalla sofferenza. Qui c’è tanto Spielberg, c’è tanto Stephen King, ci sono Shyamalan e Rod Serling.

Nessuno ti salverà: recensione dell’omaggio di Brian Duffield al cinema di fantascienza americano

Siamo ai confini di una realtà fatta di gente che cammina nei parchi guardando un cellulare: siamo dove i pensieri si affidano ancora a carta e penna, siamo di fronte all’ineluttabilità di un destino di solitudine e di senso di colpa,  siamo in compagnia di un hobby che tiene legati a un’infanzia che manca, che non si vuole dimenticare, che ha determinato il corso di tante vite in un racconto che può finire in un modo solo.

Magari con tre parole per chiedere perdono, in quell’angolo della nostra mente in cui rifugiarsi per trovare conforto, coraggio, determinazione. Voglia di ricominciare a vivere e impossibilità di farlo. Forse perché è giusto così.

La conclusione del film colma i buchi nella storia, mostrandoci ciò che ancora ci manca per sapere tutto.

Non può che finire in un modo, la vita di chi commette un errore imperdonabile. E non importa chi porta quel finale. Non importa da dove venga. Conta solo che, finalmente, si affronti la colpa e si ottenga l’unico perdono che può fare la differenza: il nostro. Perché il Giudizio Universale, a volte, è davvero universale… Arriva dall’alto, ma viene da dentro. Dal nostro cuore e dalla nostra mente. In fondo, lo sappiamo: nelle sfide della vita, nessuno ti salverà. Devi salvarti da solo.

Nessuno ti salverà

Rating: TBA

Durata: 90'

Nazione: USA

7.5

Voto

Redazione

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Nessuno ti salverà

Nessuno ti salverà, il film di fantascienza con un’eccezionale Kaytlin Dever disponibile su Disney+, ha due chiavi di lettura. Possiamo comprendere la sfida lanciata dall’autore Brian Duffield allo spettatore moderno, con un film totalmente distante dalle aspettative. Oppure possiamo considerare un grande omaggio alla fantascienza classica statunitense, in particolare quella degli anni ’50, come un mero esercizio di stile.

Per me, che mangio pane e cinema da sempre e che scegliendo la Scuola di Cinema ne ho fatto un lavoro, la risposta è scontata: il gioco infinito delle citazioni è divertente, appagante per i fan del genere sci-fi, con una prova diversa dal solito e un film decisamente fuori dal coro.

La capacità di inserire momenti di commedia che stemperano la tensione, ma anche di costruirla a dovere, dimostra che Duffield sa come si scrive un film, conosce e ama profondamente la fantascienza, e ha avuto il coraggio di realizzare un film insolito, diverso dalle produzioni mainstream, che intrattiene mentre diverte e fa riflettere.

Come L’invasione degli ultracorpi esprimeva il timore della società statunitense dell’epoca rappresentato dall’invasore comunista, allo stesso modo Nessuno ti salverà è chiara metafora dell’isolamento sociale, della solitudine e del giudizio superficiale che affliggono la società contemporanea. Non solo negli Stati Uniti.

Questo film è un grande atto d’amore e di coraggio, ridurlo a un mero esercizio stilistico, vanificando il grande lavoro che c’è dietro, significherebbe perdersi una chicca che parla d’amore per il cinema a chi ama il cinema.

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