New York Academy
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Correva l'anno 1980 quando usciva nei cinema Fame, conosciuto in Italia come Saranno Famosi.
Il film diretto da Alan Parker ha davvero gettato le basi per un filone che sembra destinato a non doversi mai esaurire, quello dell'aspirante ballerino-cantante-attore che spera di trovare in una prestigiosa accademia la chiave per il proprio successo.
E se Fame é entrato nella storia del cinema, lo stesso non si potrà dire per le numerose pellicole che, da anni, cercano di riprodurne personaggi e situazioni, pur mancando di un'originalità di fondo.
New York Academy, ahimé, non esce dal tracciato. Frastornati da i vari Step Up, A time for dancing e soci, sembra davvero difficile trovare un prodotto che porti qualcosa di innovativo alla causa della danza e della musica.
Scritto da Michael e Janeen Damian, il film é vagamente ispirato alle vicende reali dei due sceneggiatori. La componente biografica poteva essere un ottimo punto di partenza, ma purtroppo la trama non si discosta molto da altre vicende già viste e sentite.
Johnnie, un ragazzo inglese giunto da poco negli Stati Uniti, si guadagna da vivere suonando il violino in metropolitana ma spera di ottenere la green card per rimanere a New York. Il suo incontro con Ruby, promettente ballerina che e' appena stata ammessa in un prestigioso conservatorio, apre una nuova prospettiva nella vita del ragazzo.
Come in ogni film sentimentale che si rispetti, i due provengono da contesti culturali molto diversi: Ruby é infatti circondata da ragazzi di buona famiglia che rasentano lo snobismo, mentre Johnnie guadagna a fatica i soldi necessari per pagare l'affitto.
Nonostante le pregevoli coreografie, il film si mostra fin da subito come un insieme male amalgamato di quadretti separati. Due percorsi di formazione paralleli (Ruby e Johnnie), l'immancabile coinquilina che non vuole mettere la testa a posto, il cattivo di turno e persino i professori finto-severi. Insomma, New York Academy é un calderone di personaggi, stereotipi e situazioni già viste e riviste, in cui il Sogno Americano ci ricorda ancora una volta che "volere e' potere", specialmente se hai la fortuna di passare per la Grande Mela e di incontrare qualcuno che creda in te.
Un vero peccato, se pensiamo che la protagonista, Keenan Kampa, é una vera ballerina di danza classica e può vantare un curriculum artistico di tutto rispetto. Accanto a lei troviamo invece Nicholas Galitzine, giovane interprete inglese che sta conquistando le fan a un ritmo vertiginoso.
A fare da sfondo ai due innamorati c'é uno stuolo di amici, i ballerini di hip-hop che con pochi soldi e tanta passione sperano in un futuro migliore, sempre sulla solita scia del "qui si può avverare tutto".
Altra occasione sprecata per la brava Sonoya Mizuno, attrice e ballerina che abbiamo già visto in Ex Machina nei panni di Kyoko. L'interprete britannica di origini giapponesi viene qui relegata al ruolo di una confusionaria coinquilina dotata di grande talento ma molto incostante.
Anche fra i docenti dell'Accademia non mancano gli stereotipi. Jane Seymour, che qui vediamo quasi in un cameo, dovrebbe essere una severa insegnante di danza moderna, ma il film scorre in maniera così superficiale da non darle il tempo di fare fino in fondo la sua parte. Gli sceneggiatori, lasciandosi prendere la mano dal melodrammatico, hanno inserito l'immancabile anziano docente sopravvissuto ai campi di concentramento, un personaggio dal vago accento russo che insegna a Ruby come portare in scena il sentimento al posto della tecnica.
New York Academy é sicuramente un buon prodotto dal punto di vista dell'intrattenimento, anche grazie a musiche e coreografie. Purtroppo, il gran numero di stereotipi non consente alla pellicola di spiccare il volo e di uscire dal recinto del film adolescenziale.
Il film diretto da Alan Parker ha davvero gettato le basi per un filone che sembra destinato a non doversi mai esaurire, quello dell'aspirante ballerino-cantante-attore che spera di trovare in una prestigiosa accademia la chiave per il proprio successo.
E se Fame é entrato nella storia del cinema, lo stesso non si potrà dire per le numerose pellicole che, da anni, cercano di riprodurne personaggi e situazioni, pur mancando di un'originalità di fondo.
New York Academy, ahimé, non esce dal tracciato. Frastornati da i vari Step Up, A time for dancing e soci, sembra davvero difficile trovare un prodotto che porti qualcosa di innovativo alla causa della danza e della musica.
Scritto da Michael e Janeen Damian, il film é vagamente ispirato alle vicende reali dei due sceneggiatori. La componente biografica poteva essere un ottimo punto di partenza, ma purtroppo la trama non si discosta molto da altre vicende già viste e sentite.
Johnnie, un ragazzo inglese giunto da poco negli Stati Uniti, si guadagna da vivere suonando il violino in metropolitana ma spera di ottenere la green card per rimanere a New York. Il suo incontro con Ruby, promettente ballerina che e' appena stata ammessa in un prestigioso conservatorio, apre una nuova prospettiva nella vita del ragazzo.
Come in ogni film sentimentale che si rispetti, i due provengono da contesti culturali molto diversi: Ruby é infatti circondata da ragazzi di buona famiglia che rasentano lo snobismo, mentre Johnnie guadagna a fatica i soldi necessari per pagare l'affitto.
Nonostante le pregevoli coreografie, il film si mostra fin da subito come un insieme male amalgamato di quadretti separati. Due percorsi di formazione paralleli (Ruby e Johnnie), l'immancabile coinquilina che non vuole mettere la testa a posto, il cattivo di turno e persino i professori finto-severi. Insomma, New York Academy é un calderone di personaggi, stereotipi e situazioni già viste e riviste, in cui il Sogno Americano ci ricorda ancora una volta che "volere e' potere", specialmente se hai la fortuna di passare per la Grande Mela e di incontrare qualcuno che creda in te.
Un vero peccato, se pensiamo che la protagonista, Keenan Kampa, é una vera ballerina di danza classica e può vantare un curriculum artistico di tutto rispetto. Accanto a lei troviamo invece Nicholas Galitzine, giovane interprete inglese che sta conquistando le fan a un ritmo vertiginoso.
A fare da sfondo ai due innamorati c'é uno stuolo di amici, i ballerini di hip-hop che con pochi soldi e tanta passione sperano in un futuro migliore, sempre sulla solita scia del "qui si può avverare tutto".
Altra occasione sprecata per la brava Sonoya Mizuno, attrice e ballerina che abbiamo già visto in Ex Machina nei panni di Kyoko. L'interprete britannica di origini giapponesi viene qui relegata al ruolo di una confusionaria coinquilina dotata di grande talento ma molto incostante.
Anche fra i docenti dell'Accademia non mancano gli stereotipi. Jane Seymour, che qui vediamo quasi in un cameo, dovrebbe essere una severa insegnante di danza moderna, ma il film scorre in maniera così superficiale da non darle il tempo di fare fino in fondo la sua parte. Gli sceneggiatori, lasciandosi prendere la mano dal melodrammatico, hanno inserito l'immancabile anziano docente sopravvissuto ai campi di concentramento, un personaggio dal vago accento russo che insegna a Ruby come portare in scena il sentimento al posto della tecnica.
New York Academy é sicuramente un buon prodotto dal punto di vista dell'intrattenimento, anche grazie a musiche e coreografie. Purtroppo, il gran numero di stereotipi non consente alla pellicola di spiccare il volo e di uscire dal recinto del film adolescenziale.