Non sono un assassino

Tre amici, un omicidio e un mistero da sbrogliare. Sono questi gli ingredienti principali di “non sono un assassino”, ennesimo film che vede protagonista il bravo Riccardo Scamarcio, che in questo 2019 sembra proprio non conoscere sosta.

Giovanni, Francesco e Giorgio sono amici fin dall’adolescenza e anche se la vita li ha portati su binari differenti, l’affetto e una misteriosa chiave, che i tre hanno giurato di scambiarsi in continuazione, li hanno sempre tenuti in qualche modo uniti. Giovanni (Alessio Boni) ha coronato il sogno della sua vita, diventando giudice, Francesco (Riccardo Scamarcio) è invece un vice questore con il vizio del gioco e delle belle donne, Giorgio (Edoardo Pesce) ha buttato all’aria una promettente carriera da avvocato per il suo vizio del bere e la malsana ossessione per una donna che continua a rifiutarlo.

Il filo conduttore di “Non sono un assassino”, inizia quando Giovanni viene ritrovato cadavere all’interno della sua abitazione. Le indagini, condotte dal Pubblico Ministero, interpretato da Claudia Gerini, portano dritte a Francesco, l’ultimo ad aver visto vivo Giovanni. All’interno dell’abitazione di quest’ultimo si trovano solo le sue impronte e un testimone oculare che dice di averlo visto abbandonare di corsa il luogo del delitto. Ma lui, ovviamente, si professa innocente e chiama il vecchio amico di una vita, Giorgio, a difenderlo.

Nella prima parte del film Andrea Zaccariello mette in scena la nascita dell’amicizia tra i tre, il successo o il disfacimento delle loro vita e i momenti immediatamente antecedenti il delitto. Tanta roba, raccontata attraverso continui flashback e flashforward, che hanno il grande demerito di confondere molto spesso lo spettatore, continuamente sballottato all’interno di una narrazione che sembra non avere sbocco. Le cose si ricompongono nella seconda parte del film, quando tutte le sottotrame vanno finalmente a puntare verso un finale dove finalmente verremo a capo della verità sull’omicidio e anche sulla misteriosa chiave che diventa essa stessa protagonista del film. E, ovviamente, non mancheranno i colpi di scena.

“Non sono un assassino” è un’ulteriore ottima prova di un Riccardo Scamarcio che si avvicina sempre di più alla sua maturità attoriale e dimostra di essere perfettamente a suo agio all’interno del genere thriller/noir. Gioca molto con un’interpretazione molto tagliente, con dialoghi stretti e taglienti e con uno sguardo ambiguo e misterioso. Il problema della pellicola di Zaccariello è forse in una prima parte davvero troppo ingarbugliata e confusionaria e in un finale che forse funziona perfettamente nella sua versione romanzata (il film è tratto dal libro di Francesco Caringella), ma non altrettanto bene nella sua trasposizione su grande schermo.