O’Dessa è la prova che Sadie Sink è davvero un’ottima interprete: la recensione del musical rock di Disney+

O’Dessa è il genere di film che prova che un ottimo interprete può tenere in piedi da solo un film, ma non salvarlo. La recensione del musical di Geremy Jesper.

ODessa è la prova che Sadie Sink è davvero unottima interprete la recensione del musical rock di Disney

Una grande interprete la riconosci non solo dalle sue prove nei film più riusciti, ma anche e forse soprattutto in quel film un po’ senza arte né parte a cui la stessa fa fare, se non il salto di qualità, almeno un bello slancio in avanti. Vedi O’Dessa, la rock opera scritta, composta e diretta da Geremy Jasper.

Sulla carta O'Dessa è un progetto non proprio di portata ridotta, almeno rispetto al film con cui il regista con il pallino della musica si è fatto conoscere. Correva l’anno 2017 e Patti Cake$ racconta le ambizioni di una giovane ragazza bianca sovrappeso di diventare una rapper di fama nella scena musicale del New Jersey. Si trattava di un titolo contraddistinto dall’impronta realistica e dal budget da progetto indipendente. O’Dessa conserva l’amore per il racconto musicale e le ambizioni creative di una protagonista femminile, ma cambia totalmente registro e portata.

O'Dessa si muove tra miti greci e distopia young adult

Siamo infatti in un contesto distopico e post-apocalittico in cui una misteriosa sostanza similare al petrolio ha contaminato l’intero pianeta, mentre un mega magnate mediatico la utilizza come fonte di energia, per trasmettere a tutte le ore del giorno e della notte il suo show a metà tra proselitismo settario e talent show. Qui O’Dessa già s’imbatte nella prima difficoltà, perché se Jasper sa muoversi con discreta scioltezza in ambito musicale, la fantascienza apocalittica non è davvero nelle sue corde. Il mondo dove si muove la protagonista, tutto colori psichedelici e catastrofismo, semplicemente non funziona. È troppo dettagliato per essere un’approssimazione, uno schizzo suggestivo per fare da sfondo alla rock opera che ci è stata promessa, ma tutti questi dettagli che la pellicola fornisce non hanno granché senso.

Esempio: sembra esserci una qualche sorta di questione relativa alla plastica. Ai condannati a morte viene messo un sacchetti di plastica in testa con il logo della setta del cattivo, al posto del classico cappuccio nero. La produzione industriale sembra arrestatasi, quindi si crea una sorta di stile mercato nero delle vestigia in plastica delle ere precedenti (soprattutto giocattoli anni ‘80 e ‘90). Solo che questa e tante altre questioni (di che vive questa gente in un mondo alla Mad Max se non c’è cibo?) sembrano più buttate lì per creare scene a effetto che raccontare uno mondo disastrato immaginario ben congegnato.

La protagonista, parimenti, ha origini e ambizioni abbastanza nebulose: O’Dessa è una sorta di mix di miti dell’antica Grecia e icone musicali statunitensi. Una spruzzata di Elvis e Bob Dylan, un po’ Orfeo e un po’ Ulisse, sempre in cammino. Una profezia le assegna il ruolo di salvatrice, il padre le lascia una chitarra dai misteriosi (o meglio mai chiariti) poteri. Alla morte della madre lei si mette in cammino come ultima Rambler, cantante girovaga.

O’Dessa (Sadie Sink) non sogna la fama, ma spera di portare la sua musica a quante più persone possibili. Essendo cresciuta lontana dalla città però si fa fregare facilmente e così finisce dell’orbita del ballerino spogliarellista Euri (Kelvin Harrison, Jr.) tutto sex appeal e sensualità fluida. Nasce un amore istantaneo e travagliato a causa dei legami di lui con la sua magnaccia Neon Dion (Regina Hall). Il tutto a ritmo di musica, con una decina di canzoni scritte per il film invero abbastanza intercambiabili l’una con l’altra. Nonostante il totolo di opera rock, il film sembra più attratto dal folk americano attualizzato con decine di suggestioni differenti, dalla trap a quel sottogenere specifico che è difficile sintetizzare oltre “canzone posticcia che finge di essere un brano vero che riempi9e la colonna sonora di film TV commissionati da Disney+”.

O'Dessa è un film per adulti che sembra pensato per un pubblico di giovanissimi

L’equivoco più affascinante di O’Dessa, quello che ne chiarisce tutta l’incapacità di essere un film compiuto e riuscito, è che nonostante sembri in tutto e per tutto una pellicola pensata per il pubblico dei ragazzi, è nei fatti un progetto per un pubblico adulto, con qua e là alcuni picchi di violenza che sarebbero altrimenti fuori luogo. È la versione povera di coerenza e di gusto per il kitsch ben fatto del Romeo+Julietta di Baz Luhrmann. O quantomeno un film che chiarisce come, anche nel ritrarre un amore a prima vista e puro dentro un’estetica davvero sopra le righe, serva un talento e un intuito specifico.

Purtroppo Geremy Jasper, che ha costruito questo film da solo, strato dopo strato, questo talento non ce l’ha. Il sospetto è che il film sembri tanto adolescenziale perché gli manchi la capacità, da regista e da sceneggiatore, di dare profondità e sostanza a un concetto semplice come quello del primo amore osteggiato, bellissimo e puro, tra due giovanissimi. La sua grande, enorme fortuna è aver incrociato sul suo cammino Sadie Sink, che dona un po’ di profondità, concretezza e fascino a un film che altrimenti sarebbe ancora più inconsistente.

Lei cosa ne ottiene il cambio? Un ruolo da assoluta protagonista in cui dimostra di cavarsela molto bene anche sul fronte musicale, metti caso che qualcuno molto versato in questo genere di progetti con sfondo musicale (qualcuno tipo Baz Luhrmann, appunto) sia all’ascolto. Sadie Sink gestisce senza problemi le parti cantate, suonando la chitarra e affrontando anche qualche timida scena d'azione. Il confronto con il resto del cast, che affoga nell'inconsistenza neon del film, rende ancor più evidente il talento di lei, che riesce a dare concretezza e drammaticità al più classico dei ruoli: quello della predestinata.

O'Dessa

Durata: 106'

Nazione: Stati Uniti

5.5

Voto

Redazione

TISCALItestatapng

O'Dessa

O’Dessa è un curioso film che avrebbe tutte le risorse per non sembrare quello che è - un prodotto tv di ambizioni e mezzi ridotti - ma si dimostra così superficiale e raffanzonato che finisce per sembrare una produzione sempliciotta per ragazzi, molto più di altri titoli nati proprio con quella finalità. Se non avesse Sadie Sink come protagonista, risulterebbe ancor più inconsistente. Neanche lei però riesce a renderlo una visione interessante per chi non abbia un interesse già pre-esistente in merito. Insomma, è difficile immaginare un pubblico al di fuori dei fan dell giovane attrice per questa pellicola.

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