Operazione boomer: Eddie Murphy e il cast di Beverly Hills Cop in Axel F. Su Netflix
Scopriamo insieme, senza spoiler, il quarto film di Beverly Hills Cop
Su Netflix dal 3 luglio è disponibile il quarto capitolo, a 40 anni di distanza dal primo, della saga sul poliziotto interpretato da Eddie Murphy dal in Beverly Hills Cop: l’agente Axel Foley.
Un’operazione nostalgia con un target di pubblico molto preciso.
La trama di Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel. F.
Da Detroit a Beverly Hills. Di nuovo. Contro gli ordini dei suoi superiori. Di nuovo. Per ritrovare i vecchi (letteralmente, temo) compagni d’avventura e provare a sistemare il rapporto complicato con la figlia Jane, avvocato. Axel Foley, l’ex piedipiatti a Beverly Hills protagonista dell’omonima saga in tre film, ora aggiunge un quarto capitolo alle sue avventure. Un capitolo in cui indaga su un caso di corruzione nella polizia di Los Angeles, naturalmente distruggendo mezza città e facendo arrabbiare un sacco di gente.
Un film che si rivolge esclusivamente ai fan della saga
Questo non è un film per giovani. Il cast originale di Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills si riunisce dopo 40 anni in un’operazione nostalgia pensata esclusivamente per i fan della saga. E naturalmente per Eddie Murphy, classe 1961. Boomer per definizione, insieme ai suoi colleghi attori protagonisti (con poche eccezioni).
Gli spettatori che avevano circa 20 anni quando uscì il primo film sono quelli che oggi vengono chiamati - in senso non proprio positivo - appunto boomer. Io di anni ne avevo solo 9, ma ho visto Beverly Hills Cop una ventina di volte, ho consumato la cassetta (sì, l’audiocassetta) con la colonna sonora e con questo sequel mi sono un po’ annoiata. Non che sia così terribile. Le aspettative erano talmente basse che in fondo l’ho apprezzato. Ma è tutto talmente già visto, esagerato, fracassone, pieno di citazioni sia dalla saga che da Arma Letale, da risultare in effetti un po’ eccessivo.
Eddie Murphy, con l’evidente complicità del chirurgo plastico, pensa di potersi ancora permettere film d’azione e brevi sketch alla Saturday Night Live come se niente fosse, e non ha tutti i torti. Per un po’ funziona, anche se alla lunga stanca (perfino lui, per fortuna). Funziona abbastanza anche senza il grande Tonino Accolla a doppiarlo - e questo sì che è un dramma per i fan della prima ora.
La colonna sonora è la stessa. Identica e utilizzata nello stesso modo. Il caso non è poi così diverso da quello del 1984 - Axel va da Detroit a Beverly Hills, di nuovo, e si fa arrestare entro un’ora.
Disubbidisce agli ordini del suo tenente, non ha fatto la carriera che ci saremmo aspettati né - soprattutto - è diventato l’uomo che ci saremmo aspettati.
Ci sono tutti i membri del cast del film originale: Judge Reinhold (il suo Billy Rosewood ora è un investigatore privato), John Asthon (il mitico John Taggart, ex sergente e ora capo), perfino Paul Reiser e Bronson Pinchot (Serge, che non è molto cambiato a parte esser diventato un po’ duro d’orecchi).
E poi ci sono le nuove generazioni: la figlia di Axel, Jane (Tayloru Paige, già vista in The Baxters) e il poliziotto giovane da trasformare in uno che non rispetta le regole come Axel: il detective Bobby Abbott (Joseph Gordon-Levitt).
Kevin Bacon - e torniamo ai boomer - è il Capitano Grant, mentre Mark Pellegrino (l’indimenticabile Lucifero di Supernatural e Jacob in Lost) si salva per un pelo perché è del 1965, quindi tecnicamente rientra nella Generazione X.
Scherzi sull’età a parte - le conoscete, vero, le categorie di cui parlo? Qui trovate una guida chiarificatrice agli anni e alle definizioni -, questo è decisamente un film per noi. Boomer, Generazione X (la mia)… Perché già per i millennial risulterà inutile.
La sensazione sarà comune comune: quella di aver già visto un centinaio di film identici, i classici d’azione degli anni ’80 e ’90. Diciamo che apprezziamo il tentativo, la qualità c’è, il budget pure e il cast ci fa ritrovare un sacco di vecchi amici che non vedevamo da un po’. Detto questo, il nostro Axel F. non va al di là della sufficienza.
La sceneggiatura è firmata da Will Beall (Aquaman, Justice League), Tom Gormican e Kevin Etten, già dietro le quinte de Il talento di Mr. C e Ghosted.
La regia di Mark Molloy, al suo esordio in un lungometraggio, si limita a imitare come può quella del grande Martin Brest, che diresse Murphy nel primo film con grande successo.
Beverly Hills Cop nel 1984, a fronte di un budget di circa 13 milioni di dollari, ne incassò oltre 316 ai botteghini di tutto il mondo. Un grande successo commerciale che questo sequel/remake/omaggio non potrebbe mai sognare di raggiungere. Ma certamente schizzerà in testa alla classifica dei film più visti su Netflix. Scommettiamo?